venerdì 25 ottobre 2013
Boujdour-Hotel Barbas . Alle porte della Mauritania
Alle 8 sono in piedi e dopo aver sistemato la mia roba scendo in strada e inizio a caricare la moto. Riesco poi finalmente a fare una colazione decente, prima volta che riesco ad ordinare un caffè e un croissant alla cioccolata (bello caldo), anzi ne prendo due, non si sa mai che oggi non si pranza.
Attraverso tutta Boujdour che è carina come città, meglio dello standard del Western Sahara, addirittura ha una fontana abbastanza grande in una rotatoria e le strade sono a 2 corsie. Appena fuori ricominciano i controlli della polizia, nationalitè? Italienne, e vai di Fiche. Alla domanda del lavoro dico che sono studente, il che tecnicamente è vero ed è sempre meglio che spiegargli che sto anche lavorando in Germania come gelataio. E poi, se volessero il cadeaux con che faccia lo chiederebbero ad uno studentello viaggiatore? Io non lo farei.
Appena al di fuori della città ecco il primo cartello con la mia destinazione:
Inizia così la tappa di oggi che sulla carta sarà abbastanza noiosa, e la giornata darà ragione alla mappa. Non ci sono città, solo pochi edifici qua e là, e ogni 100-150km benzinai. Con l'autonomia del SuperTenerè ci sto largo di manica, infatti mi chiedo a che pro comprarmi la tanichetta da 3L aggiuntiva, solo quando attraverserò la Mauritania potrò rispondere ma per il momento dico inutilità totale.
La strada in questo tratto è stretta, e se c'è da fare un sorpasso meglio suonare visto che soprattutto i camion tendono a stare in mezzo ed è sempre meglio avere un po' di spazio di manovra.
Si continua a costeggiare l'oceano, l'odore è quello di salsedine (la cosa non dispiace) e il sole fa capolino tra le nuvole, si sta bene ed è meglio che le nuvole tengano a bada il sole sahariano anche se siamo quasi a novembre e non fai poi così tanto caldo (finora non ho mai superato i 35°).
Quando la strada lascia la costa per addentrarsi nel deserto iniziano i cartelli: Attenzione insabbiamento! E se finora avevo trovato solo deserto roccioso effettivamente ora cominciano a spuntare dune intorno alla strada, che complice il vento portano la sabbia a ricoprire piccole porzioni d'asfalto. Non ho problemi, basta che mi tenga pure io al centro e non incontro difficoltà, solo una volta sono "volato" sopra un po' di sabbia facendo un po' tentennare il normale andamento della moto.
In compenso questa sabbia è diversa da quella di ieri, ora è bianca e ci crescono, tra una duna e l'altra, dei piccoli arbusti che creano un bel contrasto.
Mi fermo a fare benzina un paio di volte. Nella prima il benzinaio quando mi vede se ne va, all'inizio facendomi rimanere male ma poi un uomo mi dice di attendere. Infatti vedo che se ne va dietro l'edificio per poi ricomparire seguito dal rumore del generatore, certo, la corrente per la pompa mica ce l'hanno qui.
La seconda volta il benzinaio vince il premio bimbominkia dell'anno. Da quando lo vedo comparire, una volta parcheggiata la moto a mentre fa il pieno e poi all'atto di pagare ed andarmene sta sempre con lo sguardo e l'attenzione rivolta al cellulare. Non smette di guardare lo schermo un attimo. Nelle mani ha una scheda tipo le nostre delle ricariche e un vecchio nokia. Mi chiedo, anche stesse ricaricando, che c'era da guardare lo schermo per tutto quel tempo. Il vederlo in quel modo, impacciato ma concentrato m'ha messo allegria.
Verso l'ora di pranzo, anche se non vedo paesi da un po' di tempo decido che in caso trovassi un ristorantino, un buco dove poter mangiare mi ci fiondo. Sono a malapena le 2 quando, dal niente appare prima un edificio dei militari (tipo fortino) e poi un cabinotto con su scritto Restaurant, il tempo di parcheggiare e sono già seduto al tavolo. Il posto batte di gran lunga Gigi lo zozzone tunisino dell'anno scorso. Il "ristorante" è però rifornito, c'era sia carne che pesce e un frigo con bevande "semifredde". L'unica cosa che m'ha lasciato interdetto è che il padrone, un uomo sulla sessantina piccolino e gracile, chiedendomi se volessi carne o pesce mi mostra prima una scodella con del pesce sotto il sole, e poi un tocco di carne anch'esso fuori dal frigo. Eddaje!!! Al momento sono un po' combattuto, valuto quale alimento avrà meno batteri/parassiti, poi quando lui mi dà la terza opzione calamari accetto con gran gioia.
Il locale, la bettola meglio definibile ha una decina di tavolini di plastica e su 2 di essi sono ammassati piatti pieni di lische di pesce, il che porta a due conclusioni: primo che comunque il pesce è buono e secondo che il servizio in tavola e lo sparecchiamento lasciano alquanto a desiderare. Infatti il padrone richiama a gran voce un ragazzotto che con tutta la calma di questo mondo e con fare molto svogliato inizia a togliere i piatti lasciando lische su tutto il tavolo per poi fare come un croupier e buttare tutto su un vassoio.
Arriva sto piatto di calamari, ma qui non si usano forchette e allora alla faccia dell'igiene mangiamo con le mani. Per la cronaca i calamari erano fritti e veramente buoni.
Episodio non convenzionale e del tutto inaspettato: mentre mangio sento il padrone e il cuoco(?), un giovane che avrà la mia età iniziano a discutere, sempre più animatamente per poi concludere il discorso in... rissa, subito sedata dagli amici del ragazzo. Unico a rimetterci un tavolino, ribaltato e rotto. Questa mi mancava, in compenso energica reazione dell'altro cliente che non s'è scomposto di un millimetro ed ha continuato a mangiare tranquillo e beato.
Finito il pranzo pago i miei 70dhm e continuo la marcia, ora sempre più pressata dal vento. Mancano pochi chilometri eppure sto facendo sempre più fatica, per le raffiche di vento non faccio altro che dire NO, cioè di continuo il casco si posta a destra e a sinistra. Se avessi avuto il vecchio non oso immaginare che collo avrei ora. Capisco l'intensità del vento quando vado a far benzina al distributore prima dell'albergo (distanti 500 metri) appoggio gli occhiali sul serbatoio e questi volano a 2 metri di distanza dalla moto!
Arrivo all'Hotel Barbas, mi fanno mettere la moto sull'atrio al fianco del mercatino e me ne vado in camera, che fortunatamente è a portata di router e posso aggiornare amici e parenti standomene sul letto, alla faccia di quello della reception che m'aveva detto che la wifi prendeva solo vicino il bar. Tutto di guadagnato.
Ora il dilemma è: ho speso diverso tempo per scrivere della giornata: sono le 8 e non mi so decidere se andare a cena o saltarla, ho più sonno che fame e il pensiero di rivestirmi ed uscire non m'attira. In compenso non vedo l'ora di mettermi sotto le coperte...
Cheffò?
A domani!
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si gito a letto.. ohh in bocca al lupo mauritano.. daje frate!!!
RispondiEliminaLa foto col cartello è una chicca... ;)
RispondiEliminavatti a fare una rissa anche te!
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