mercoledì 30 ottobre 2013

Nouakchott-Dakar . L'arrivo

La mattina sono rigenerato, dopo i 41 gradi del giorno prima dormire con il climatizzatore m'ha decisamente temprato.
Raduno le cose e vado a pagare, c'eravamo accordati per 45€ (volevano 80 all'inizio) che ad un cambio di 1:410 fanno 18000 ouguija ed invece il tizio applica, come avevo visto fare ieri, un cambio a 350 quindi mi fa pagare 15000 l'equivalente di 36€, perfetto mi va più che bene, mercì!
Esco dalla città passando per la parte industriale, passo un mulino e lì riesco a vedere storie di povertà, ai bordi della strada al di fuori della carreggiata dove inizia la terra ci sono molte donne intente a spazzare, radunare e passare al setaccio quella stessa terra e questo per ricavarne i chicchi di grano caduti dai camion, almeno questo è quello che mi viene in mente ma va detto che ognuna ha una scodella bella piena di chicchi per cui è un lavoro sporco ma "redditizio".
La strada prosegue e mi porta in periferia, sembra inutile descrivere come si presenta perché ogni città in questa parte di mondo è uguale alle altre, ma quello che mi rimane impresso è che l'asfalto al posto del classico breccino è cosparso di conchiglie e gusci di vongole, sono quelle ormai fossilizzate e ritroverò le stesse per chilometri e chilometri compreso in qualche pezzo del Senegal.
Come da buona tradizione in questi giorni finita la città iniziano pure gli alt della polizia, il controllo e la distribuzione di fiche. Comincio ad essere nuovamente agitato per il pezzo che dovrò fare per arrivare a djama (frontiera tranquilla) sulla carta molto difficile da affrontare per via della sabbia e gli alt mi deconcentrano oltre che rallentano la marcia così passi il primo, il secondo ed il terzo controllo in 3km ma quando arriva poi il quarto, il quinto ed infine il sesto tutti di fila nel giro di poco spazio mi innervosisco. Alla domanda dell'ultimo: hai la fiche? Rispondo: è la sesta che do! Visibilmente scocciato, così lui di rimando: monsieur è per la vostra sicurezza. Ok, ho capito che è per la mia sicurezza ma no ogni 500 metri. Se me lo metti ogni 40 sono più contento così riposo un po' le chiappe (ovviamente non è stata la mia risposta, in quel momento ho solo annuito).
Nella parte Sud della città di Nouakchott comincia a vedersi sempre più vegetazione, finalmente sempre più alberi cominciano a comparire anche se è la sabbia la regina di questi posti, siamo giunti nel Sahel, sto attendendo di trovarmi davanti il primo fiume dopo la traversata del Sahara, il fiume Senegal appunto.
In questa parte di strada rimango colpito dal numero di bovini morti ai bordi della strada, appena ne vedi uno, oltre che a fare impressione a livello visivo entra nel casco un odore forte, fortissimo di decomposizione, la fortuna è che essendo in movimento la puzza sparisce in un attimo, non oso immaginare che mal di stomaco a rimanerci vicino un po'.
Direttamente sul bivio Djama-Rosso incontro l'ennesimo controllo, e questo sarà il primo facente parte della lunga schiera di poliziotti corrotti. Infatti permette ad un privato cittadino di interloquire direttamente con me, so chi è e che vuole, ho letto molto sulla dogana di Rosso e per questo avevo deciso di evitarla.
Mi ritrovo così a dover scegliere tra: pista di sabbia fatta da solo non sapendo nulla della stessa e quindi rischio caduta o di farsi male o seguire quella che sarà la mia guida all'interno dell'ade. Soppesando i rischi e sapendo che prima di me c'erano stati 3 motociclisti esperti viaggiatori a cui avevano sottratto 150€ a testa (col senno di poi mi viene in mente che insieme hanno lasciato 450) penso dentro di me che in fondo sarebbe peggio ora una caduta o un insabbiamento (rialzare la moto diventa un problema e poi si può spezzare qualcosa) che vuotare il portafogli, anche se la cosa era dibattuta.
Così prendo la decisione; affronterò l'inferno di Rosso!
Là mia guida ha il nome di Traore (mah!) e mi dice che ci vorranno 200€ per tutto, un esagerazione ma in linea con quanto altri hanno pagato, anche se comunque rimane difficile immaginare in un posto del genere tutta questa corruzione.
Mancano 40km dal bivio per la dogana e così mi dice di seguirlo, lui mi precede con una vecchia, ma veramente vecchia e malridotta Mercedes.
La macchina procede a zigozago evitando le buche di cui è piena la strada, bei crateri che fanno sussultare pure la mia maxienduro mentre la loro macchina ha un vistoso problema alla ruota destra, a volte non tocca l'asfalto. Nel mentre penso a ciò che sto per affrontare, ho letto molto su questa dogana e la fama che si è creata scoprirò se se l'è meritata o meno, ho sentito viaggiatori esperti dire che è una delle peggiori africane e questo riassunto mi sembra sia già esauriente del suo.
Appena arrivati vedo con i miei occhi la realtà di questo posto, si accede attraverso un cancello, quasi sempre chiuso che sembra l'ade, un passaggio negli inferi.
A noi ci aprono subito, in barba alle decine di persone che da chissà quanto sono lì. All'interno un caos da paura, molte persone in coda per ogni ufficio o presunto tale che sia, pecore in giro e carretti ovunque. Inizia la trafila burocratica, passiamo per 3 uffici differenti e dopo un paio di timbri ed un controllo che tale non è è ora di prendere il battello che mi porterà sul lato opposto, il Senegal.

15 minuti sono stati sufficienti avendo elargito mazzette a destra e manca, un sistema corrotto che sto scoprendo che mi sta consumando e pensare che sono ancora sul lato mauritano.

Prendo la moto e la carico, sperando di non far ridere tutte quelle persone, la  porta abbassata del battello è sotto l'acqua e c'è da fare una specie di guado per salire, questione di poco ma non so quant'è scivoloso. Di traghetti ce ne sono due che fanno la spola continuamente tra una sponda e l'altra.
Arrivo dall'altra parte dopo un paio di minuti e sono pronto a ricominciare la trafila della polizia corrotta stavolta ben conscio che i passaggi da affrontare sono di più, ho da fare l'assicurazione ed il permesso, nonchè completare la procedura del visto.
Mr.T al pari del nostro Mr.B finora s'è rivelato un ottimo uomo d'affari, la macchina organizzativa che è messa su è abnorme e comprende tutti dal primo all'ultimo, nessuno escluso. Per il lato senegalese mi dice che mi lascerà con un suo amico, Hamid che girerà con me gli uffici e farà da esecutore materiale delle mazzette.
Quando parcheggio la moto e me la fanno mettere in uno spiazzo dietro un edificio guarda un po' chi si rivede, doveno essere un paio di giorni avanti a me ed invece ci si incontra in queste circostanze spiacevoli, insomma i miei compagni di viaggio dei giorni scorsi sono qui, parlo del ragazzo col bmw e gli amici senegalesi. Sono veramente contento di averli rivisti, ci abbracciamo e capiamo l'uno nell'espressione dell'altro la difficoltà di questo posto.
Inizia anche questo calvario, si va in un ufficio, poi nell'altro, comincio ad essere confuso, non capisco più perché sono in un certo posto e che diavolo devo farci, comunque riesco a fare Visa, permesso di condurre e assicurazione. Però ora è Hamid che vuole la sua "parcella", io ho praticamente finito il contante e ho bisogno di cambiare ma non qui, i ragazzi che lo fanno a nero li evito, basta offrire, ho già dato abbastanza, così ho bisogno di una banca. Hamid mi dice che c'è a 15km così mi scorta per proteggere il suo investimento.
Alla fine pago pure lui è me ne vado, è stata un esperienza particolare, diciamo non proprio positiva ma sapevo fin dall'inizio che sarebbe andata in quel modo, la fama di Rosso è vera, ed è anche peggio, all'uscita conterò una leggerezza nel portafogli pari a 350€. Non commento.
Ora però sono in Senegal, che è tutto un altro mondo, ho attraversato un fiume che dal Sahara m'ha catapultato nell'africa nera e piano piano me ne sto rendendo conto, il paesaggio è totalmente diverso e il verde ha preso il posto della sabbia. Ci sono un infinità di alberi, il che sembra strano dopo 3000kmnel deserto, e la cosa mi piace, è bello.
Dopo un po' avvisto anche il mio primo baobab, è bello, imponente ed ha un aria maestosa, mi fermo ad osservarlo, me ne innamorerò lo so.

Scorrono i km per la campagna senegalese, è bella e costeggio diversi paesini dai nomi e la fattura caratteristica. In uno di essi paletta della polizia: andavi troppo forte! Ci sono i bambini. Un copione già scritto, so già dove vuole andare a parare, non ho molto tempo, non voglio arrivare tardi a Dakar ed entrarci col buio, così mi tocca sganciare 10000 Franchi per una multa inesistente. Proseguo, mancano un centinaio di km per la meta e non vedo l'ora d'arrivare. 
Nel pezzo finale prendo l'autostrada che mi porterà fino al centro della città, ultimi 15km ed è fatta.
M'ero messo in testa di cercare una location per fare uno scatch d'accordo con gli amici, cerco chiedo a tutti ma niente, questo posto non si trova, eppure a occhio non dovrebbe essere impossibile, sto cercando una piazza con un muro e le parole Benvenue au Dakar a lettere cubitali. Niente, la cercherò domani, sono cotto, sudo, puzzo e sento un caldo della miseria voglio solo andarmene in hotel e riposare. Vado in cerca di quello che avevo visto su booking.com, il navigatore mi fa andare nel porto, è pieno di capannoni e continuo ad andare, mi sembra d'aver sbagliato ma non penso, infatti è li dietro. Ma che razza di posto è? Che schifo! E l'hotel dalle foto elegantissimo non ha l'aria di essere nuovo. Entro e chiedo una stanza singola, la risposta è: siamo pieni! Merda, a questa risposta non ero preparato, è tardi e sono sfinito, la città non m'è complice, finora ho visto solo il peggio di lei, immondizia in ogni posto, roghi e animali brucare carta. Imposto il navigatore su quella che era la mia seconda scelta, segna 10 km ma non mi fa vedere la strada. Sto stronzo m'abbandona proprio ora. Mi avvio, tanto finchè i km si abbassano è un buon segno. Incontro soloun traffico della miseria e la moto comincia a buttare calore intenso segnando la temperatura quasi sul rosso. Sono stanco, accaldato, sudato, innervosito  ancora non vedo la luce in fondo al tunnel. In quello che è uno dei peggiori ingorghi della mia vita cerco di fare buon viso a cattivo gioco. Per l'albergo prendo una strada che costeggia il mare e mi trovo in imbarazzo a procede perché tutta sabbia e con la moto carica non è agevole, anzi è proprio difficile. Mi salvano i faretti che illuminano meglio la via facendomi evitare i pezzi con più sabbia del dovuto. Riesco alla fine a raggiungere l'albergo e trovo la porta serrata, se fosse chiuso mi metterei a piangere, così tutto lercio busso. Dopo poco mi apre una ragazza che mi fa accomodare, ma mi dice d'aspettare perchè il tipo delle camere sta pregando, infatti c'è un mussulmano che sopra un tappeto che sta in ginocchio. Pure questa, voglio una camera subito!!!
L'unica cosa che chiedo in più è una bottiglia d'acqua e m'accontentano subito, che gioia, l'acqua non è mai stata così buona.
Quando finisce di pregare, il ragazzo che si presenta come Ibra mi porta a far vedere la stanza, va benissimo, per stasera è andata. Parcheggio la moto all'ingresso e volo a fare una doccia.

Riesco inoltre, non cosa da poco, a bere una birra, me la sono meritata, mi sto godendo una "là gazelle".
La città stasera ha dato il peggio di sé, ho un brutto presentimento ma Dakar m'ha mostrato subito il suo lato negativo, ma sarà che sono stanco e quindi vedo negativo. Spero solo che domani alla luce del sole mi appaia migliore, finora ho visto solo immondizia.
Sono sconsolato. Ma aspetto domani...

Comunque sia sono a Dakar!!! Sono arrivato...


2 commenti:

  1. Mazzetta poliziotto 1... taaac!
    Mazzetta poliziotto 2... taaac!
    etc....
    etc....

    tutti i soldi di un'intera stagione di lavoro buttati in una dogana!

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