Come al solito sono sveglio presto, oggi devo ritrovare quell'entusiasmo spento ieri all'arrivo in città.
Prendo la reflex, la metto nello zaino e munito anche di telecamera vado ad esplorare Dakar, ovviamente in moto. Prima fra tutti voglio vedere se trovo quella location di ieri, alla fine quando ben 10 persone mi dicono che non lo sanno lascio stare.
Poi cerco il molo per andare a vedere l'isola di Goree, il traffico è intenso e quando la temperatura del motore sale di pari passo con la mia pazienza lascio perdere pure questo perchè qui vicino c'è il monumento alla rinascita africana, una statua imponente e a dire della gente anche molto carina.
Punto in quella direzione ma il traffico peggiora addirittura, ora sento di nuovo caldissimo, il motore è al limite e s'attacca la ventola e lo smog mi sta facendo impazzire. Sono vicino l'autostrada e con un nervoso addosso infinito mando letteralmente a quel paese quella bolgia infinita per andarmene fuori a vedere il lago rosa, almeno lì non credo di avere gli stessi problemi della città. Esco dall'autostrada e sento suonare il clacson della macchina dietro, insiste, mi giro e noto che è un bianco, faccio per accostare e dal finestrino mi dice: è la targa di Macerata quella!!! Oh, un italiano! Ci presentiamo, lui è Gianluca, trapiantato a Dakar un paio d'anni fa con la fidanzata per lavoro. Mi chiede se voglio fermarmi a pranzo, lui abita nei pressi del lago rosa e io accetto volentieri l'invito.
Lo seguo, entriamo in casa e lì mi gusto le tagliatelle, ottime, e come detto da Daniela: scusa se non ci sono le salsicce ma qui non si trovano. E' piacevole anche la loro compagnia e quando è ora che lui torni al lavoro al cantiere lo accompagno, tanto questo posto è dall'altra parte del lago così posso guidare un po' lì. La strada è sterrata, divertente e ci sono un paio di guadi, mi diverto insomma. Ovviamente per non darmi soddisfazioni questo posto ha fatto in modo che il lago rosa l'abbia trovato... normale. Diventa rosa con il sole per via dei microrganismi ma oggi è nuvoloso. Pazienza.
E' giunto il momento di salutarci e li ringrazio davvero, è stato un piacere conoscerli!
Imposto il navigatore e non mi fa fare l'autostrada, la cosa mi puzza ma decido di dargli ascolto, ennesimo fallimento. Imbottigliato nel traffico e farsi 20km diventa irritante. Non potete immaginarlo se non lo vivete. La macchina che inquina di meno è Euro -8, i camion buttano nubi di nero intenso che mi chiedo come possano circolare o meglio come possano i motori ancora funzionare.
Ne uscirò quasi un'ora dopo e con un quasi nulla di fatto concludo la giornata, me ne torno in albergo sconsolato, purtroppo le impressioni che ho avuto ieri a caldo erano corrette. Ciò che mi ero immaginato di trovare era pura mia fantasia, la realtà è stata di gran lunga più crudele. Dakar è una città bruttissima, odio doverlo ammettere ma m'è caduto un mito, anche se tutto ciò non toglie valore al viaggio. Questa è solo la destinazione, l'arrivo di un percorso.
Una metropoli africana, sovrappopolata, con tantissimo degrado e gente alienata dalla grande città.
I vicoli brulicano di spazzatura, dalle macchine buttano ogni sorta di carta, lattina, plastica e gli animali che scorrazzano liberi fanno venire i brividi. Pecore sporche di nero che magre come grissini mangiano carta e chissà che altro. I cavalli, usati ancora per qualche carretto hanno l'aria veramente depressa.
L'ho detto e lo ripeto, non m'aspettavo di trovare uno standard europeo ma un fac-simile, un qualcosa di meglio, la modernità, parola molto usata non è: abbiamo portato il 4g a dakar e nemmeno il concessionario BMW di lusso che si vede dall'autostrada. La modernità è stata presa dal lato sbagliato, e non mi piace proprio così.
Sono rimasto deluso e niente di niente, da nessuna parte ricorda i fasti della mitica gara, nemmeno al lago rosa sede dell'arrivo. E' stato tutto dimenticato e la cosa mi dispiace.
Domani andrò a visitare la riserva di Bandia, andrò a farmi un "safari" per poi risalire a Saint Louis, punto sugli animali per rialzarmi il morale, perchè al momento sono come il cerino che ho provato ad accendere in spiaggia... Spento.
Una meta deludente ma un viaggio entusiasmante! Stai riempiendo un bagaglio pieno di esperienze e il bello è che non lo devi caricare sulla moto ;)
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