giovedì 31 ottobre 2013

Saint Louis-Nouakchott . La rivincita

Vado a fare colazione che sono le 8, mi gusto un paio di belle crepes con la cioccolata col sorriso e la proprietaria mi chiede se posso accompagnarla fino al centro di Saint Louis con la moto, va bene, basta che mi da il tempo di preparare tutta la roba. Dopo mezz'ora sono pronto, stiamo un po' stretti ma centriamo, era da un po' che non avevo una zavorrina (termine tecnico motociclistico), giriamo per il centro e alla fine è stato bello finchè è durato e la scarico dove mi dice. La ringrazio per questi 2 giorni, lei ed il marito sono stati gentili e so che mi mancherà quel posto in riva all'oceano con i granchi giocherelloni.

Parto alla volta di Djama, oggi non andrò fino a Rosso, cascasse il mondo o mi si rompesse la moto ma la soddisfazione non gliela dò, come sarà il sentiero dell'altra dogana non sono riuscito a capirlo anche se Solement ieri m'ha detto che è fattibile con la mia moto.
Arrivo in dogana dopo appena 40km e qui i controlli durano poco, mi affaccio al cabinotto della polizia e trovo un solerte poliziotto intento a guardare Atalanta-Inter sdraiato su di una branda. E' visibilmente scocciato della mia presenza ma gli tocca lavorare, mi chiede se era mio amico un tizio in moto che è passato poco prima, gli dico di no, che non so chi sia, non importa, mette il timbro e mi congeda, e purtroppo per lui arriveranno altre persone: la partita dovrà attendere.
Vado dall'altro impiegato che sembra fottersene e quindi riesco senza ultimo controllo ad avanzare. Le due dogane, quella Mauritana e quella Senegalese distano solo un centinaio di metri, ovvero l'ampiezza del fiume che li divide ed in mezzo uno sbarramento con un ponte a pagamento. Gli do i 2000 franchi e posso passare.
A confronto di Rosso qui la dogana è tranquilla, gli agenti fanno il loro lavoro, qualcosa chiedono ma è tutto molto soft, si fa il permesso di importazione e i timbri d'entrata, poi per l'assicurazione ci pensa un omino pelato che non ha mai smesso di fumare. Mi chiama e mi porta dietro il baracchino della polizia, qui c'è il suo ufficio, e non vi stupite se vi dico che è il più bell'ufficio che abbia mai visto. Allora la struttura posso dire che è come fosse stata adibita precedentemente a pollaio, ha le travi nemmeno unite ed è ricoperta in plastica.
Di poltroncine ce ne sono 6, 2 da 3 in realtà perchè sono state ricavate da qualche macchina, mi sembrano quasi quelli di una Fiat Marea, comunque sono comodi. Il tavolo è una cassa ricoperta con la plastica, la stessa del tetto e sopra c'è un solo registro. Intorno ci sono travi, pezzi di legno e tanta immondizia. Affascinante. 
Ultimo controllo e sono apposto, è tutto ok, ma prima di partire mi chiede 5€. Perchè? gli chiedo. Lui dice qualcosa in francese che sinceramente non capisco, avrà pensato che facessi orecchie da mercante poi lo ridice e alla terza si stufa. Però mi dice: quando ripasserai ricordati che dovrai pagarli sti 5€. Io dico: Ok!!! Inutile aggiungere altro, questo non mi vedrà più.
Infine gli chiedo della strada: ci sono problemi? C'è la sabbia? No no, con la moto no problema, non c'è sabbia. 
Sono sollevato, metto il casco e sono pronto per quest'avventura.

La strada inizia subito con doulè ondulè e buche, tante buche ma dall'altra parte arrivano macchine normali e quindi non m'allarmo, anzi finchè dura il telaio delle borse mi diverto.

Ogni tanto mi fermo a fare qualche foto, è un bel posto, costeggi prima una laguna, poi il fiume Senegal e si incontrano anche "villaggetti" di una decina d'anime ciascuno. Tutti salutano e sono cordiali, non come m'aveva detto il poliziotto per farmi andare a Rosso all'andata, mi ha fatto il segno del grilletto, mi voleva dire che lì sparano. Mah, corrotto d'un bastardo.
In un paio d'ore riesco a coprire i 70km di pista fino a che mi riallaccio con la strada nazionale: la N2, da qui so che è tutto tranquillo, tornano i controlli e distribuisco quattro fiche ad altrettante pattuglie.
Nouakchott è calma oggi, di traffico poco e non ho problemi a raggiungere l'albergo, anche se prima devio per la prima banca che incontro. Non riesco a ritirare ne con Visa ne con Mastercard, la mando a quel paese ed esco. Lì fuori vedo dall'altra parte della strada una moto carica come la mia, lo raggiungo e lo saluto. è di un francese a bordo del nuovo gs800 e mi dice che oggi arriva da Djama, ahhh ma allora eri tu, gli dico che ho fatto pure io la stessa strada, che mi avevano detto che era passato un altro motociclista. Mi dice che la banca dove è stato lui il bancomat funzione allora dopo averlo salutato vado a fare sto benedetto ritiro. Con i contanti in tasca arrivo all'albergo e mi danno la stanza allo stesso prezzo dell'altra volta: ovvio! Il guardiano mi riconosce e mi saluta, tutto ok in Senegal? Tout bien!!!
Subito doccia e vai con internet a dire alla famiglia che è tutto ok. 
Una cosa che non capisco, ero a cena, alla televisione davano una pubblicità americana di un attrezzo ginnico, ovviamente tutte donne col top sportivo e leggins, gli uomini che guardavano non hanno fiatato, ma io mi chiedo allora: è autocensura con le proprie donne? La tv da quello che ho visto in Mauritania e Western Sahara ormai è occidentalizzata del tutto e trasmette ciò che fa in Europa, senza problemi. Non capisco del tutto...
Poi dopo cena entra uno dei camerieri e dice qualcosa all'altro a proposito di una moto e un italiano, poi mi vede e mi chiede se sono venuto lì dall'Italia. Gli rispondo di si, che sono stato a Dakar e ora sto tornando, più o meno 7000km. Ha un enorme sorriso, mi fa i complimenti mi stringe la mano, mi piacciono troppo queste scene.
Ma la cosa che preferisco è quando da queste parti con la mano sul cuore ti dicono: Inshallah
Me lo riempiono davvero il cuore

mercoledì 30 ottobre 2013

Saint Louis . Provo a fare il turista

Speravo di dormire parecchio visto che ho deciso di fare un giorno di stop e godermi un po' di tempo in città ed invece eccomi alle 7 con gli occhi aperti.
Tergiverso un po', anzi, parecchio perchè vado a fare colazione più di un'ora dopo. Il posto è davvero bello e mi gusta un sacco girare con le ciabatte per tutta la zona, compreso il ristorante che è sulla sabbia.
Decido di andare in città stamattina, vediamo cosa di bello possa offrire poi così ho il pomeriggio libero e me vado a pescare con la piroga tipica della zona.
Vado in centro e qui non trovo nulla di bello da vedere, faccio giusto un acquisto e una foto al famoso Hotel de la poste, poi li davanti trovo il museo dedicato agli anni dell'aeropostale e di Mermoz (vi consiglio di cercarlo, ha una bella storia) e ci entro, la visita dura poco, sono 3 stanze con qualche cartellone che racconta di quegli anni, poi mi godo un documentario in francese con video dell'epoca (parliamo del 1920). Non è che ci abbia capito molto però era interessante, mi sono sempre piaciute le storie di quegli anni dove tutto era una scoperta, un mondo ancora da esplorare e conoscere.

Finito il tour non so che fare allora decido di tornare in albergo, ma nemmeno pochi metri dopo sento un colpo e la leva frizione rimane chiusa nel pugno facendo spegnere la moto. Il cavo della frizione s'è tranciato, rimango lì fermo sulla strada in sella alla moto per qualche istante poi mi rendo conto di aver avuto molta fortuna, stamattina sono uscito con le valigie laterali e ho lasciato tutto dentro così ho tutti gli strumenti per rimettermi in moto. Il cavo l'ho visto sostituire una volta, così cerco nella memoria i passaggi che quel giorno un meccanico de L'Aquila ha compiuto per rimetterlo. Appoggio gli attrezzi per terra e inizio coi lavori, si radunano un gruppo di bambini, sono curiosi, non capiscono perchè sto lì a fare chissà cosa. Per terra sembra una bancarella di attrezzi, inizio con i lavori e m'accorgo che ci vuole meno di quello che credessi, pochi minuti, mani sporche ma posso ripartire. Appena finito alzo lo sguardo e mimando ai bambini dico: Tout Bien!

Torno in albergo e aspetto le 2 aggiornando il blog, a quell'ora arriva il mio pescatore che si presenterà quasi puntuale.
Non vedo canne da pesca e la cosa mi insospettisce, seguiamo la corrente del fiume Senegal e gettiamo l'ancora, lui tira fuori un sacco da dove fa uscire 2 togne, per oggi saranno i nostri strumenti, ovvero pescheremo con le mani cosa che facevo a Grado (di nuovo) pescando i "guatti". La togna è semplicemente un pezzo di legno o sughero con il filo arrotolato intorno e una montatura molto semplice.
Oggi si va a pescegatti, nel giro di un paio d'ore già ne abbiamo presi diversi, anche se ammetto che lui m'ha stracciato!


Al ritorno gli dico di preferire le canne ma alla fine è stato divertente, lo ringrazio e torno in albergo.
Stasera pesce e gazzella!

Dakar-Riserva di Bandia-Saint Louis . Comincia la risalita

Scendo a fare colazione, la proprietaria è svizzera e c'è un ragazzo tedesco ospite, loro parlano e qualcosa intendo, provo a partecipare, dopo tanto francese finalmente una lingua che capisco un po' più.
Ho pagato ieri sera così posso andarmene tranquillo, carico tutto e sono pronto.
Oggi ho deciso di andare nella riserva di Bandia, farò il turista, voglio andare a fare un safari per quanto la riserva sia piccola.
Questo posto dista circa 60km da Dakar, ho bisogno di contanti in moneta locale, mi dico che per strada ci sarà una banca e allora parto tranquillo.
Non ho ripensamenti, sono contento di andarmene e Au Revoire non glielo dico. Sono però entusiasta per quello che andrò a vedere, adoro gli animali africani, come tutti in generale e allora torna il buonumore, sto bene e non vedo l'ora di tirare fuori per la prima volta la reflex.
Arrivo fino alla riserva senza incontrare una banca, un misero posto dove ritare contanti, allora sono obbligato a proseguire (odio fare più strada di quella che mi sono prefissata), al primo paese chiedo e mi rispondono che devo arrivare fino a Mbour che dista altri 12km. Pazienza, coglione io che non ho cercato a Dakar e così accetto i frutti del mio agire.
Dopo un quarto d'ora che ho passato la riserva arrivo in paese e ritiro, non prima d'aver preso paura, cerco di ritirare, digito il codice, mi chiede quanto voglio prelevare e una volta confermato non succede nulla, dice attendere ma non fa un verso. Bloccato! Alè, sto Senegal me le tira tutte... Si affaccia la guardia perchè sono già un paio di minuti che aspetto, gli dico che s'è bloccato e lui tranquillamente indica il tasto annulla. Lo premo e mi ridà la carta (espressione -.-' ). La guardia mi dice: è visa o mastercard? Ho mastercard, ahhh funziona solo Visa. Ok, stavolta tiro fuori la postepay e ritiro tranquillo. Ma io mi chiedo comunque, ma che me li fai a fare tutti i passaggi stupida macchina, se vedi che è una mastercard ridammela subito (espressione -.- continua).
Arrivo finalmente all'entrata del parco e lì ad attendere c'è un gruppo di francesi. Alla biglietteria mi dice: sei da solo? No, ho la moto con dentro 10 persone (volto -.- e 3).
Devo aspettare, quel gruppo è al completo, si scusano ma non ce ne sono altri in vista. Pazienterò, mi metto a sedere sotto l'ombra d'un baobab e attendo, anche se non so che sto aspettando visto che qui di gente non ce n'è più e in un paio d'ore voglio essere per strada per non arrivare col buio.

Arriva la macchina ed il gruppo di francesi sale, li saluto ma uno di loro dice alla guida: se ci stringiamo lui c'entra. Ok, mi fanno cenno di fare veloce, pagare e salire. Prendo la reflex e divento anche io turista in gruppo.
Con l'anda di un bambino vi dico: Ho visto i coccodrilliiiii, ho visto le giraffeeee, la iena, il bufalo, l'orice, il rinoceronte e gli struzzi!!!
Sono proprio figo con la reflex in mano circondato da altri bianchi europei con le loro macchinette a fotografare animali seduti sopra un pickup. Adventure edition!
Me la godo e mi rilasso, è la prima volta che uso la nuova macchina fotografica e spero che le foto siano venute bene.

Terminato il tour, che a dire la verità m'è piaciuto anche se per quei sentieri avrei voluto guidare io il pickup, risalgo in sella con destinazione Saint Louis, città a 260km verso Nord.
Nuvole grigie si stanno addensando, in verità è già da un'ora ma adesso il grigio si intensifica, aria da pioggia, ed infatti inizia a piovere, il che non è male, con l'aria mi rinfresca ma ho i pantaloni normali e si bagnano il giusto. Piove sempre più forte e mi riparo sotto la visiera del casco. In meno di 100km smetterà, ma non prima d'aver preso un accidente. La strada diventa scivolosa e quando ad un certo punto incontro delle strisce pedonali questi si rivelano molto più "saponate" di quello che m'aspettassi. Rallento in prossimità e quando ridò il gas la ruota dietro perde completamente aderenza facendo alzare fino a 6000 giri il motore. Il posteriore si intraversa un po' di lato verso destra, riesco a dare un leggero controsterzo togliendo il gas d'istinto, la moto mi grazia rimettendosi dritta barcollando un attimo. Tutto è filato liscio ma che scarica d'adrenalina.
Riesco a non fare tappe se non per far benzina e arrivo a Saint Louis che sono le 4. Intanto i vestiti si sono asciugati sotto il sole e 37° lungo la via.

Mi sono prefissato di andare all'hotel Mermoz, che indicano come bello, una rarità. Arrivo alla reception e mi dicono che è tutto pieno. Mannaggia.
Da fuori mi vede un senegalese e s'attacca dicendo che lui porta clienti ad un hotel di nome Phoenix, così mi fa strada e mi porta a far vedere questo posto. Come diciamo di solito è in culonia, ovvero alla punta estrema della penisola dei pescatori, dov'è c'era anche questo hotel Mermoz, ma il Phoenix è proprio l'ultimo e la strada non è delle migliori. Mi chiedo: ma dove minchia m'hai portato? Sarà il solito hotel patacca. Invece quando arrivo lo trovo carino, e m'accolgono subito i proprietari, una simpatica coppia di belgi. Non è nemmeno caro e quando mi fanno vedere la camera accetto volentieri (23€ li vale), in più mi lasciano portare la moto fino davanti la porta. Ringrazio il ragazzo, che mi dice chiamarsi Sulement, come il sole. Che carino!
Vado in spiaggia, giusto per immergere i piedi nel mare, che è agitato ed è meglio non entrarci, pena, la sparizione totale del corpo. Qui un branco di cani prima m'abbaia, ma da bravo Cesar Millan riesco a farmeli subito amici, sono più bravo con loro che con le persone.
Poi torno in camera, doccia infinita e poi quando riapro la porta è buio. Voglio cenare, mi hanno detto che il cuoco, ovvero il padrone Cristopher è bravissimo, vedremo. Mi avvio e qualcosa cattura la mia attenzione, un qualcosa si muove sul sentiero e si nasconde tra i cespugli. Penso: noooo! Qui ci stanno i topi. Guardo meglio, siiiii qui è pieno di granchi. Mi sembra d'esser tornato bambino all'epoca del mare a Grado, riempivamo secchielli pieni e ora sto qui a rincorrere granchi nel buio dell'hotel come un deficiente. Troppo divertente, domani replico.

Stasera si mangia pesce, ovviamente, tutto innaffiato con la Gazzelle e crepe al cioccolato per finire. Divino!

Lo so, quando sono in viaggio mi tratto bene.

Visita a Dakar

Come al solito sono sveglio presto, oggi devo ritrovare quell'entusiasmo spento ieri all'arrivo in città.
Prendo la reflex, la metto nello zaino e munito anche di telecamera vado ad esplorare Dakar, ovviamente in moto. Prima fra tutti voglio vedere se trovo quella location di ieri, alla fine quando ben 10 persone mi dicono che non lo sanno lascio stare.
Poi cerco il molo per andare a vedere l'isola di Goree, il traffico è intenso e quando la temperatura del motore sale di pari passo con la mia pazienza lascio perdere pure questo perchè qui vicino c'è il monumento alla rinascita africana, una statua imponente e a dire della gente anche molto carina.
Punto in quella direzione ma il traffico peggiora addirittura, ora sento di nuovo caldissimo, il motore è al limite e s'attacca la ventola e lo smog mi sta facendo impazzire. Sono vicino l'autostrada e con un nervoso addosso infinito mando letteralmente a quel paese quella bolgia infinita per andarmene fuori a vedere il lago rosa, almeno lì non credo di avere gli stessi problemi della città. Esco dall'autostrada e sento suonare il clacson della macchina dietro, insiste, mi giro e noto che è un bianco, faccio per accostare e dal finestrino mi dice: è la targa di Macerata quella!!! Oh, un italiano! Ci presentiamo, lui è Gianluca, trapiantato a Dakar un paio d'anni fa con la fidanzata per lavoro. Mi chiede se voglio fermarmi a pranzo, lui abita nei pressi del lago rosa e io accetto volentieri l'invito.
Lo seguo, entriamo in casa e lì mi gusto le tagliatelle, ottime, e come detto da Daniela: scusa se non ci sono le salsicce ma qui non si trovano. E' piacevole anche la loro compagnia e quando è ora che lui torni al lavoro al cantiere lo accompagno, tanto questo posto è dall'altra parte del lago così posso guidare un po' lì. La strada è sterrata, divertente e ci sono un paio di guadi, mi diverto insomma. Ovviamente per non darmi soddisfazioni questo posto ha fatto in modo che il lago rosa l'abbia trovato... normale. Diventa rosa con il sole per via dei microrganismi ma oggi è nuvoloso. Pazienza.
E' giunto il momento di salutarci e li ringrazio davvero, è stato un piacere conoscerli!


Imposto il navigatore e non mi fa fare l'autostrada, la cosa mi puzza ma decido di dargli ascolto, ennesimo fallimento. Imbottigliato nel traffico e farsi 20km diventa irritante. Non potete immaginarlo se non lo vivete. La macchina che inquina di meno è Euro -8, i camion buttano nubi di nero intenso che mi chiedo come possano circolare o meglio come possano i motori ancora funzionare.
Ne uscirò quasi un'ora dopo e con un quasi nulla di fatto concludo la giornata, me ne torno in albergo sconsolato, purtroppo le impressioni che ho avuto ieri a caldo erano corrette. Ciò che mi ero immaginato di trovare era pura mia fantasia, la realtà è stata di gran lunga più crudele. Dakar è una città bruttissima, odio doverlo ammettere ma m'è caduto un mito, anche se tutto ciò non toglie valore al viaggio. Questa è solo la destinazione, l'arrivo di un percorso.
Una metropoli africana, sovrappopolata, con tantissimo degrado e gente alienata dalla grande città.
I vicoli brulicano di spazzatura, dalle macchine buttano ogni sorta di carta, lattina, plastica e gli animali che scorrazzano liberi fanno venire i brividi. Pecore sporche di nero che magre come grissini mangiano carta e chissà che altro. I cavalli, usati ancora per qualche carretto hanno l'aria veramente depressa.
L'ho detto e lo ripeto, non m'aspettavo di trovare uno standard europeo ma un fac-simile, un qualcosa di meglio, la modernità, parola molto usata non è: abbiamo portato il 4g a dakar e nemmeno il concessionario BMW di lusso che si vede dall'autostrada. La modernità è stata presa dal lato sbagliato, e non mi piace proprio così.
Sono rimasto deluso e niente di niente, da nessuna parte ricorda i fasti della mitica gara, nemmeno al lago rosa sede dell'arrivo. E' stato tutto dimenticato e la cosa mi dispiace.
Domani andrò a visitare la riserva di Bandia, andrò a farmi un "safari" per poi risalire a Saint Louis, punto sugli animali per rialzarmi il morale, perchè al momento sono come il cerino che ho provato ad accendere in spiaggia... Spento.

Nouakchott-Dakar . L'arrivo

La mattina sono rigenerato, dopo i 41 gradi del giorno prima dormire con il climatizzatore m'ha decisamente temprato.
Raduno le cose e vado a pagare, c'eravamo accordati per 45€ (volevano 80 all'inizio) che ad un cambio di 1:410 fanno 18000 ouguija ed invece il tizio applica, come avevo visto fare ieri, un cambio a 350 quindi mi fa pagare 15000 l'equivalente di 36€, perfetto mi va più che bene, mercì!
Esco dalla città passando per la parte industriale, passo un mulino e lì riesco a vedere storie di povertà, ai bordi della strada al di fuori della carreggiata dove inizia la terra ci sono molte donne intente a spazzare, radunare e passare al setaccio quella stessa terra e questo per ricavarne i chicchi di grano caduti dai camion, almeno questo è quello che mi viene in mente ma va detto che ognuna ha una scodella bella piena di chicchi per cui è un lavoro sporco ma "redditizio".
La strada prosegue e mi porta in periferia, sembra inutile descrivere come si presenta perché ogni città in questa parte di mondo è uguale alle altre, ma quello che mi rimane impresso è che l'asfalto al posto del classico breccino è cosparso di conchiglie e gusci di vongole, sono quelle ormai fossilizzate e ritroverò le stesse per chilometri e chilometri compreso in qualche pezzo del Senegal.
Come da buona tradizione in questi giorni finita la città iniziano pure gli alt della polizia, il controllo e la distribuzione di fiche. Comincio ad essere nuovamente agitato per il pezzo che dovrò fare per arrivare a djama (frontiera tranquilla) sulla carta molto difficile da affrontare per via della sabbia e gli alt mi deconcentrano oltre che rallentano la marcia così passi il primo, il secondo ed il terzo controllo in 3km ma quando arriva poi il quarto, il quinto ed infine il sesto tutti di fila nel giro di poco spazio mi innervosisco. Alla domanda dell'ultimo: hai la fiche? Rispondo: è la sesta che do! Visibilmente scocciato, così lui di rimando: monsieur è per la vostra sicurezza. Ok, ho capito che è per la mia sicurezza ma no ogni 500 metri. Se me lo metti ogni 40 sono più contento così riposo un po' le chiappe (ovviamente non è stata la mia risposta, in quel momento ho solo annuito).
Nella parte Sud della città di Nouakchott comincia a vedersi sempre più vegetazione, finalmente sempre più alberi cominciano a comparire anche se è la sabbia la regina di questi posti, siamo giunti nel Sahel, sto attendendo di trovarmi davanti il primo fiume dopo la traversata del Sahara, il fiume Senegal appunto.
In questa parte di strada rimango colpito dal numero di bovini morti ai bordi della strada, appena ne vedi uno, oltre che a fare impressione a livello visivo entra nel casco un odore forte, fortissimo di decomposizione, la fortuna è che essendo in movimento la puzza sparisce in un attimo, non oso immaginare che mal di stomaco a rimanerci vicino un po'.
Direttamente sul bivio Djama-Rosso incontro l'ennesimo controllo, e questo sarà il primo facente parte della lunga schiera di poliziotti corrotti. Infatti permette ad un privato cittadino di interloquire direttamente con me, so chi è e che vuole, ho letto molto sulla dogana di Rosso e per questo avevo deciso di evitarla.
Mi ritrovo così a dover scegliere tra: pista di sabbia fatta da solo non sapendo nulla della stessa e quindi rischio caduta o di farsi male o seguire quella che sarà la mia guida all'interno dell'ade. Soppesando i rischi e sapendo che prima di me c'erano stati 3 motociclisti esperti viaggiatori a cui avevano sottratto 150€ a testa (col senno di poi mi viene in mente che insieme hanno lasciato 450) penso dentro di me che in fondo sarebbe peggio ora una caduta o un insabbiamento (rialzare la moto diventa un problema e poi si può spezzare qualcosa) che vuotare il portafogli, anche se la cosa era dibattuta.
Così prendo la decisione; affronterò l'inferno di Rosso!
Là mia guida ha il nome di Traore (mah!) e mi dice che ci vorranno 200€ per tutto, un esagerazione ma in linea con quanto altri hanno pagato, anche se comunque rimane difficile immaginare in un posto del genere tutta questa corruzione.
Mancano 40km dal bivio per la dogana e così mi dice di seguirlo, lui mi precede con una vecchia, ma veramente vecchia e malridotta Mercedes.
La macchina procede a zigozago evitando le buche di cui è piena la strada, bei crateri che fanno sussultare pure la mia maxienduro mentre la loro macchina ha un vistoso problema alla ruota destra, a volte non tocca l'asfalto. Nel mentre penso a ciò che sto per affrontare, ho letto molto su questa dogana e la fama che si è creata scoprirò se se l'è meritata o meno, ho sentito viaggiatori esperti dire che è una delle peggiori africane e questo riassunto mi sembra sia già esauriente del suo.
Appena arrivati vedo con i miei occhi la realtà di questo posto, si accede attraverso un cancello, quasi sempre chiuso che sembra l'ade, un passaggio negli inferi.
A noi ci aprono subito, in barba alle decine di persone che da chissà quanto sono lì. All'interno un caos da paura, molte persone in coda per ogni ufficio o presunto tale che sia, pecore in giro e carretti ovunque. Inizia la trafila burocratica, passiamo per 3 uffici differenti e dopo un paio di timbri ed un controllo che tale non è è ora di prendere il battello che mi porterà sul lato opposto, il Senegal.

15 minuti sono stati sufficienti avendo elargito mazzette a destra e manca, un sistema corrotto che sto scoprendo che mi sta consumando e pensare che sono ancora sul lato mauritano.

Prendo la moto e la carico, sperando di non far ridere tutte quelle persone, la  porta abbassata del battello è sotto l'acqua e c'è da fare una specie di guado per salire, questione di poco ma non so quant'è scivoloso. Di traghetti ce ne sono due che fanno la spola continuamente tra una sponda e l'altra.
Arrivo dall'altra parte dopo un paio di minuti e sono pronto a ricominciare la trafila della polizia corrotta stavolta ben conscio che i passaggi da affrontare sono di più, ho da fare l'assicurazione ed il permesso, nonchè completare la procedura del visto.
Mr.T al pari del nostro Mr.B finora s'è rivelato un ottimo uomo d'affari, la macchina organizzativa che è messa su è abnorme e comprende tutti dal primo all'ultimo, nessuno escluso. Per il lato senegalese mi dice che mi lascerà con un suo amico, Hamid che girerà con me gli uffici e farà da esecutore materiale delle mazzette.
Quando parcheggio la moto e me la fanno mettere in uno spiazzo dietro un edificio guarda un po' chi si rivede, doveno essere un paio di giorni avanti a me ed invece ci si incontra in queste circostanze spiacevoli, insomma i miei compagni di viaggio dei giorni scorsi sono qui, parlo del ragazzo col bmw e gli amici senegalesi. Sono veramente contento di averli rivisti, ci abbracciamo e capiamo l'uno nell'espressione dell'altro la difficoltà di questo posto.
Inizia anche questo calvario, si va in un ufficio, poi nell'altro, comincio ad essere confuso, non capisco più perché sono in un certo posto e che diavolo devo farci, comunque riesco a fare Visa, permesso di condurre e assicurazione. Però ora è Hamid che vuole la sua "parcella", io ho praticamente finito il contante e ho bisogno di cambiare ma non qui, i ragazzi che lo fanno a nero li evito, basta offrire, ho già dato abbastanza, così ho bisogno di una banca. Hamid mi dice che c'è a 15km così mi scorta per proteggere il suo investimento.
Alla fine pago pure lui è me ne vado, è stata un esperienza particolare, diciamo non proprio positiva ma sapevo fin dall'inizio che sarebbe andata in quel modo, la fama di Rosso è vera, ed è anche peggio, all'uscita conterò una leggerezza nel portafogli pari a 350€. Non commento.
Ora però sono in Senegal, che è tutto un altro mondo, ho attraversato un fiume che dal Sahara m'ha catapultato nell'africa nera e piano piano me ne sto rendendo conto, il paesaggio è totalmente diverso e il verde ha preso il posto della sabbia. Ci sono un infinità di alberi, il che sembra strano dopo 3000kmnel deserto, e la cosa mi piace, è bello.
Dopo un po' avvisto anche il mio primo baobab, è bello, imponente ed ha un aria maestosa, mi fermo ad osservarlo, me ne innamorerò lo so.

Scorrono i km per la campagna senegalese, è bella e costeggio diversi paesini dai nomi e la fattura caratteristica. In uno di essi paletta della polizia: andavi troppo forte! Ci sono i bambini. Un copione già scritto, so già dove vuole andare a parare, non ho molto tempo, non voglio arrivare tardi a Dakar ed entrarci col buio, così mi tocca sganciare 10000 Franchi per una multa inesistente. Proseguo, mancano un centinaio di km per la meta e non vedo l'ora d'arrivare. 
Nel pezzo finale prendo l'autostrada che mi porterà fino al centro della città, ultimi 15km ed è fatta.
M'ero messo in testa di cercare una location per fare uno scatch d'accordo con gli amici, cerco chiedo a tutti ma niente, questo posto non si trova, eppure a occhio non dovrebbe essere impossibile, sto cercando una piazza con un muro e le parole Benvenue au Dakar a lettere cubitali. Niente, la cercherò domani, sono cotto, sudo, puzzo e sento un caldo della miseria voglio solo andarmene in hotel e riposare. Vado in cerca di quello che avevo visto su booking.com, il navigatore mi fa andare nel porto, è pieno di capannoni e continuo ad andare, mi sembra d'aver sbagliato ma non penso, infatti è li dietro. Ma che razza di posto è? Che schifo! E l'hotel dalle foto elegantissimo non ha l'aria di essere nuovo. Entro e chiedo una stanza singola, la risposta è: siamo pieni! Merda, a questa risposta non ero preparato, è tardi e sono sfinito, la città non m'è complice, finora ho visto solo il peggio di lei, immondizia in ogni posto, roghi e animali brucare carta. Imposto il navigatore su quella che era la mia seconda scelta, segna 10 km ma non mi fa vedere la strada. Sto stronzo m'abbandona proprio ora. Mi avvio, tanto finchè i km si abbassano è un buon segno. Incontro soloun traffico della miseria e la moto comincia a buttare calore intenso segnando la temperatura quasi sul rosso. Sono stanco, accaldato, sudato, innervosito  ancora non vedo la luce in fondo al tunnel. In quello che è uno dei peggiori ingorghi della mia vita cerco di fare buon viso a cattivo gioco. Per l'albergo prendo una strada che costeggia il mare e mi trovo in imbarazzo a procede perché tutta sabbia e con la moto carica non è agevole, anzi è proprio difficile. Mi salvano i faretti che illuminano meglio la via facendomi evitare i pezzi con più sabbia del dovuto. Riesco alla fine a raggiungere l'albergo e trovo la porta serrata, se fosse chiuso mi metterei a piangere, così tutto lercio busso. Dopo poco mi apre una ragazza che mi fa accomodare, ma mi dice d'aspettare perchè il tipo delle camere sta pregando, infatti c'è un mussulmano che sopra un tappeto che sta in ginocchio. Pure questa, voglio una camera subito!!!
L'unica cosa che chiedo in più è una bottiglia d'acqua e m'accontentano subito, che gioia, l'acqua non è mai stata così buona.
Quando finisce di pregare, il ragazzo che si presenta come Ibra mi porta a far vedere la stanza, va benissimo, per stasera è andata. Parcheggio la moto all'ingresso e volo a fare una doccia.

Riesco inoltre, non cosa da poco, a bere una birra, me la sono meritata, mi sto godendo una "là gazelle".
La città stasera ha dato il peggio di sé, ho un brutto presentimento ma Dakar m'ha mostrato subito il suo lato negativo, ma sarà che sono stanco e quindi vedo negativo. Spero solo che domani alla luce del sole mi appaia migliore, finora ho visto solo immondizia.
Sono sconsolato. Ma aspetto domani...

Comunque sia sono a Dakar!!! Sono arrivato...


domenica 27 ottobre 2013

Hotel Barbas-Nouakchott . Chapeau? No, chameau

Ebbene, ieri sera non ho cenato... proseguiamo

Apro gli occhi e controllo sul telefono, segna le 5 e mezza, manca un'ora alla sveglia allora manco mi rimetto a dormire visto che già in partenza sono in agitazione per oggi, controllo i messaggi di ieri sera visto che ci sono e passo il tempo. M'accorgo invece che avevo letto male l'orologio, infatti sono le 3 e mezza, questa non ci voleva e poi sono sveglio quasi del tutto. Provo a riaddormentarmi e stranamente ci riesco, svegliandomi poi alle 6 stavolta visibilmente assonnato. Maledetto questo mio corpo!

Preparo tutto ed esco che non sono nemmeno le 7, e aprendo la porta scopro che ancora è semibuio, ancora il sole non s'è alzato. Vado a fare colazione con un rumore assordante di uccelli, ce ne saranno stati a centinaia; stamattina non sono così fortunato come ieri, però non è nemmeno andata male, cappuccino, pane e finalmente mi portano la marmellata. Cominciavo a pensare fosse proibita come la birra.
Per il confine ho un'ottantina di chilometri, mi metto in marcia godendomi il sole che dietro di me comincia a venir fuori e guido per quest'oretta che mi separa dalla Mauritania.
Sono stranamente calmo, forse ho già scaricato tutta la tensione accumulata nei giorni scorsi, anche se c'è ancora qualcosa che mi turba, in fondo ne ho sentite tante su questo paese ed in più sti 5 chilometri di terra di nessuno non riesco proprio a visualizzarli. Ho visto video di macchine insabbiate, c'è chi m'ha detto di sgonfiare le gomme, di tenermi sulla strada perchè intorno è minato, di seguire i camion e non accettare aiuti da nessuno visto che sono tutti li come avvoltoi pronti a cogliere una caduta per rimediare dei soldi, insomma le premesse non sono buone ma aspetto di vedere con i miei occhi.
Ho cercato di informarmi il più possibile su questo pezzo ma tutto quello che ho trovato non m'è servito molto, come detto prima aspetto la verifica sul posto.
Arrivo in perfetto orario, sono le 8 e manco 5 minuti dopo che sono arrivato aprono i cancelli, anche se davanti a me ho una decina di auto me ne resto quieto aspettando il mio turno.
Passa intanto un ragazzo che mi chiede se voglio cambiare dei soldi a nero, accetto perchè così mi son fatto un amico e in questi posti gli amici possono tornare utili.


Cambio 50€ e attendo. Il ragazzo dei soldi mi dice che visto che ho la moto nessuno s'offenderà se "salto la fila" ed effettivamente quando metto in moto e cambiando fila passo qualche macchina nessuno fiata.
Primo controllo: mi chiedono se ho la fiche, rispondo si (effettivamente quante ne vuoi) e mi lasciano passare.
Al secondo cerco di capire come funziona, c'è un gruppo di persone davanti ad un ufficio e penso sia lì il prossimo step, oppure devo prima farmi controllare la moto? Mi si accosta un signore, francese, un po' anzianotto con passaporto della Guinea Bassau incuriosito dalla moto, provo a scambiarci qualche parola, mi dice che è stato pure lui un motociclista, ha fatto un gran bel viaggio con un Virago ma non mi ricordo ne dove ne quando. Vede che non so precisamente cosa fare e prova ad aiutarmi spiegandomi la procedura. In poche parole l'ufficio è "aperto al pubblico" solo grazie ad un feritoia laterale della finestra a scorrimento lasciata una decina di cm aperta, chi arriva primo lascia il passaporto davanti l'addetto e a seguire tutti i passaporti sulla sinistra, così che quando il poliziotto prende il primo gli altri scorrono. Nessuno sgarra, tutti sanno che fare.
Il francese mi chiede della fiche e quando gli tiro fuori la mia mi dice che non vogliono quella ma devo ritirarla al primo checkpoint! E allora corri a chiederla, il tempo di compilarla ma ormai il mio passaporto ha perso il turno e devo rifare la fila. E qui di nuovo l'aiuto, il signore (scusate ma appena mi dicono i nomi già me li sono dimenticati) mette il mio passaporto in coda col suo così che in 10 minuti ho il timbro d'uscita.
Terzo step il controllo della moto e dei documenti, tutto regolare, penso che ormai posso andare, manca solo il poliziotto anziano che hanno messo per ultimo, penso sia fatta, è la terza volta che mi vedono il passaporto, ma questo mi rimanda qualche metro indietro e mi dice che devo fare un ultimo timbro per i documenti della moto. Maledetta burocrazia!
Dopo quest'ultima attesa ho tutti gli OK e sono fuori dal Marocco! Ora mi trovo: nella terra di nessuno, dove anche google la chiama Nobody land. Sono arrivato nel punto che mi metteva ansia, quello che finora avevo solo immaginato come fosse e l'immagine che avevo non era positiva.
Opto per non seguire il consiglio di sgonfiare le gomme, spero non ci sia troppa sabbia. Decido inoltre di mettere la gopro sul casco e di filmare.
Si accostano subito 3 tizi (di quelli che avrei dovuto evitare) che mi chiedono se voglio cambiare soldi ma appena dico che ho già fatto mi salutano. Tutto qui?
Mi accodo ad una macchina, dove va lei di sicuro andrò anche io, ma resisto diciamo per 3 secondi (ho il video, non mento) e inizio ad andare per conto mio.
Strada facendo m'accorgo che non è come me l'avevano descritta, ed in effetti... mi sto divertendo un mondo!
E si, è tutta pietre con un po' di sabbia ma quella non è mai un problema, mentre per le prime sono grandi e molte abbastanza acuminate ma per una maxienduro che ha dietro una gomma dura e alta come la k60 scout non è un problema. Se però avessi avuto le valigie della Givi e non queste toste della Heavy Duties sarebbero rimaste con il telaietto spezzato. Nonostante le pietre non riesco ad andare piano e dietro sento i bagagli che soffrono, è troppo divertente per andare col morto.


Mi fermo un po' prima della frontiera per staccare la telecamera dal casco quando mi si avvicina un altro ragazzo e comincia a raccontarmi della sua storia, ha lì un camion con altri due giovani, sono stati respinti dal Marocco e non hanno il visto per tornare in Mauritania e così in attesa di soluzione se ne stanno obbligatoriamente nel limbo. Non conosco i dettagli della storia ma mi sembra sincero, ha l'aria di chi non vuole disturbare ma deve e allora gli chiedo che posso offrigli. I soldi mi sembrano la prima cosa ma lui comincia col dirmi: acqua.
Gli do tutta l'acqua di cui dispongo, in fondo ci sarà qualche bar nel primo tratto, posso sempre comprarla e non credo morirò di sete.
Gli viene fuori un sorriso grande come una casa, ringrazia, mi ricordo di avere una scatoletta di manzotin, è ben poca roba ma è tutto quello che ho a livello di cibo e acqua.
Veramente, vi giuro e me ne vergogno tantissimo ancora adesso è che solo dopo qualche ora mi ricorderò di avere quelle 2 bottigliette di riserva dietro la valigie, sul momento mi sono proprio sfuggite, avrei dato volentieri anche quelle. Gli ho detto: è tutto quello che ho e dopo magari m'ha visto allontanarmi con l'acqua dietro.
Comunque sia se la sua storia è vera lo ritroverò sempre lì anche al mio ritorno, sperando che per lui si sia sbloccata la situazione, è stato veramente simpatico.
Per finire mi chiede se può montare sulla moto, era davvero contento e quando tiro fuori la macchina fotografica mi dice che devo assolutamente mandargliele via mail o su facebook (addirittura). Poi ci salutiamo

Arrivo in dogana, anche qui ne avevo sentite abbastanza su polizia corrotta ecc... e invece, al primo controllo entro nella prima baracca, ci sono due funzionari in divisa con gli ak47 poggiati al muro (è la prima volta che li vedo dal vivo) mettono il timbro in un baleno e mi invitano a fare il foglio "enagement sur l'honneur" ovvero la dichiarazione che non venderò la moto in suolo Mauro.
E' in questo secondo ufficio che mi si accosta un altro ragazzo che mi dice m'aiuterà con le pratiche. Sapevo della loro esistenza, privati che per arrotondare fanno questi servizi così gli chiedo quanto vuole, mi premunisco e lui mi risponde che basta che cambio da lui un po' di soldi.
Compiliamo la dichiarazione e il funzionario mi chiede 10€, perfetto, mi sembrava aver letto che era l'unica cifra che andava sborsata in dogana che non fosse un "cadeux" ma l'unico modo per esserne sicuri è: ricevuta. Me la compila senza battere ciglio, confermo, è tutto normale.
Seguirà poi il controllo col cane antidroga e la perquisizione. Questo str*** di poliziotto m'ha visto prima rimontare lo zaino con i lacci (che prima tenevo sulle spalle) per poi iniziare il controllo dalla borsa rossa; infatti mi dice: aprila! E no!!! ci metto 10 minuti a smontare e rimettere tutto apposto, glielo faccio capire provando anche a mimargli tutti i passaggi e dicendo che m'aveva visto prima e poteva fermarmi. Mi chiede che c'è e ovviamente dico la verità: vestiti. Però le valigie laterali le vuole aperte e su questo non ho problemi, subito aperte. Controlla e mi chiede a che serve la metà della roba. Per mangiare, pezzi di ricambio e quando arriva alle salviette umide per wc gli mimo a che servono lui ride, risponde che non le usano qui e così facciamo terminare il controllo.
Incontro il francese, anche lui sta facendo la mia trafila e quando io entro in qualche ufficio lui se ne sta di guardia alla moto, gentile. Se comunque non era per lui ancora stavo al lato marocchino a capire che fare.

Dopo pochi minuti ho già finito tutta la trafila, manca solo l'assicurazione per la moto ma a quella ci pensa il mio aiutante, così senza stress lo aspetto all'ombra del bar appena fuori la dogana. Alla fine considerando il cambio e quanto ha voluto per l'assicurazione (per 3 giorni) gli avrò lasciato 10-15€. Eccolo


Per sdebitarmi col francese gli dico che al massimo posso offrigli da bere, e lui come se mi avesse letto nel pensiero mi risponde: grazie ma per la birra dovremmo aspettare!
Gli offro una Coca Cola, non sarà lo stesso ma basta il gesto. Lo saluto, parto.
Già dai primi metri la Mauritania la trovo diversa rispetto al Marocco, gli edifici hanno lasciato spazio alle tende, si vede che c'è più povertà ma anche l'ambiente è diverso. Sembra un altro deserto ed in più tira il vento, tanto vento e devo guidare di traverso, cosa non piacevole soprattutto considerato che la sabbia da fastidio. Ho ancora 350km per Nouakchott, qui non si trova niente, ne benzinai nè ristorantini e così proseguo imperterrito, vento non vento, sole non sole. Si, perchè oggi fa molto più caldo dei giorni scorsi, mi sto allontanando un po' dall'oceano e si sente, nel corso della giornata arriveremo a punte di 41°.
Il paesaggio cambia spesso, intravedo qualche albero, una prateria immensa poi d'un tratto diventa desertica con dune bianche e poco dopo torna ad essere radura con terra rossa o con dune sempre rosse. In più si cominciano a vedere sempre più spesso dromedari al pascolo ai bordi della strada, ed è uno spettacolo quando ti attraversano davanti. Non sono l'unico a soffrire le raffiche di vento, molte casette in legno qui sono piegate tutte da un lato e sono uniche nel loro genere. Ogni 100km circa un controllo, tutti estremamente gentili, nessun problema, basta dire: J'ai la fiche e sono contenti.
Ho bisogno anche di diverse soste lungo la strada, ad un certo punto decido che è ora del pranzo così mi fermo, tiro fuori la tazza, 2 compresse di Multicentrum, un po' d'acqua ed ecco il pranzo è servito. Spesso inoltre mi fermo e mi bagno il corpo con l'acqua perchè comincio a soffrire il caldo di brutto.


Gli ultimi 10km inizio ad imprecare, voglio solo arrivare e ad ogni chilometro un posto di blocco, ne conto 4 e sono stufo, voglio solo arrivare. Il disappunto è mitigato solo dal fatto che la temperatura dai 35-40 è tornata di colpo sui 27, la cosa si sente e mi piace, riesco a guidare con la visiera alzata senza sentirmi un phon sugli occhi.
Con molta fatica, accaldato e sudato entro a Nouakchott, anche qui mi aspettavo un traffico pazzesco e invece tutti abbastanza corretti nella guida; unico neo è che la strada in molti punti è ricoperta di sabbia, devo stare attento in piena città a dove metto le ruote.
Cerco un albergo, dalla mappa so che c'è un gruppo di alberghi vicini e così punto su loro. Provo col primo 85€, provo col secondo 110€, provo col terzo 70€. Ma che razza di prezzi sò?
L'ultimo è in linea con i prezzi precedenti e così educatamente saluto. Riaccendo la moto quando quello che pare essere il proprietario mi ferma e mi dice che un incontro col prezzo lo si trova. Era quello che aspettavo, in fondo non siamo a Venezia e 80€ per un albergo qui è davvero troppo, non mi stupirei di trovarli tutti vuoti. Considerando poi che ad ogni angolo ci sono capre che pascolano (siamo in città ricordo) mangiando di tutto un po', anche tra i rifiuti non mi possono dire che siamo nella zona vip del paese.
Alla fine mi accordo con la ragazza della reception per una stanza a 45€. Si, è tanto ma è già il quarto che giro e sono stanco. Immaginate di aver guidato una moto per 450km per la maggior parte con 40°, il vento traverso e non aver pranzato, non c'è da fare gli schizzinosi se poi vi offrono una camera climatizzata.
Per rimanere viziato poi mi godo un bel bagno standomene a mollo una mezz'ora ascoltando musica e standomene su internet grazie al Sony Xperia impermeabile.
La sera mi rifaccio del pranzo a base di Multicentrum, a cena si mangia un piatto di spiedini di gamberoni a 7€ buonissimi oltretutto.
Domani mi raccomando, si entra in Senegal! Ma per il momento... buonanotte



venerdì 25 ottobre 2013

Boujdour-Hotel Barbas . Alle porte della Mauritania


Alle 8 sono in piedi e dopo aver sistemato la mia roba scendo in strada e inizio a caricare la moto. Riesco poi finalmente a fare una colazione decente, prima volta che riesco ad ordinare un caffè e un croissant alla cioccolata (bello caldo), anzi ne prendo due, non si sa mai che oggi non si pranza.
Attraverso tutta Boujdour che è carina come città, meglio dello standard del Western Sahara, addirittura ha una fontana abbastanza grande in una rotatoria e le strade sono a 2 corsie. Appena fuori ricominciano i controlli della polizia, nationalitè? Italienne, e vai di Fiche. Alla domanda del lavoro dico che sono studente, il che tecnicamente è vero ed è sempre meglio che spiegargli che sto anche lavorando in Germania come gelataio. E poi, se volessero il cadeaux con che faccia lo chiederebbero ad uno studentello viaggiatore? Io non lo farei.
Appena al di fuori della città ecco il primo cartello con la mia destinazione:


Inizia così la tappa di oggi che sulla carta sarà abbastanza noiosa, e la giornata darà ragione alla mappa. Non ci sono città, solo pochi edifici qua e là, e ogni 100-150km benzinai. Con l'autonomia del SuperTenerè ci sto largo di manica, infatti mi chiedo a che pro comprarmi la tanichetta da 3L aggiuntiva, solo quando attraverserò la Mauritania potrò rispondere ma per il momento dico inutilità totale.
La strada in questo tratto è stretta, e se c'è da fare un sorpasso meglio suonare visto che soprattutto i camion tendono a stare in mezzo ed è sempre meglio avere un po' di spazio di manovra.
Si continua a costeggiare l'oceano, l'odore è quello di salsedine (la cosa non dispiace) e il sole fa capolino tra le nuvole, si sta bene ed è meglio che le nuvole tengano a bada il sole sahariano anche se siamo quasi a novembre e non fai poi così tanto caldo (finora non ho mai superato i 35°).


Quando la strada lascia la costa per addentrarsi nel deserto iniziano i cartelli: Attenzione insabbiamento! E se finora avevo trovato solo deserto roccioso effettivamente ora cominciano a spuntare dune intorno alla strada, che complice il vento portano la sabbia a ricoprire piccole porzioni d'asfalto. Non ho problemi, basta che mi tenga pure io al centro e non incontro difficoltà, solo una volta sono "volato" sopra un po' di sabbia facendo un po' tentennare il normale andamento della moto.
In compenso questa sabbia è diversa da quella di ieri, ora è bianca e ci crescono, tra una duna e l'altra, dei piccoli arbusti che creano un bel contrasto.


Mi fermo a fare benzina un paio di volte. Nella prima il benzinaio quando mi vede se ne va, all'inizio facendomi rimanere male ma poi un uomo mi dice di attendere. Infatti vedo che se ne va dietro l'edificio per poi ricomparire seguito dal rumore del generatore, certo, la corrente per la pompa mica ce l'hanno qui.
La seconda volta il benzinaio vince il premio bimbominkia dell'anno. Da quando lo vedo comparire, una volta parcheggiata la moto a mentre fa il pieno e poi all'atto di pagare ed andarmene sta sempre con lo sguardo e l'attenzione rivolta al cellulare. Non smette di guardare lo schermo un attimo. Nelle mani ha una scheda tipo le nostre delle ricariche e un vecchio nokia. Mi chiedo, anche stesse ricaricando, che c'era da guardare lo schermo per tutto quel tempo. Il vederlo in quel modo, impacciato ma concentrato m'ha messo allegria.

Verso l'ora di pranzo, anche se non vedo paesi da un po' di tempo decido che in caso trovassi un ristorantino, un buco dove poter mangiare mi ci fiondo. Sono a malapena le 2 quando, dal niente appare prima un edificio dei militari (tipo fortino) e poi un cabinotto con su scritto Restaurant, il tempo di parcheggiare e sono già seduto al tavolo. Il posto batte di gran lunga Gigi lo zozzone tunisino dell'anno scorso. Il "ristorante" è però rifornito, c'era sia carne che pesce e un frigo con bevande "semifredde". L'unica cosa che m'ha lasciato interdetto è che il padrone, un uomo sulla sessantina piccolino e gracile, chiedendomi se volessi carne o pesce mi mostra prima una scodella con del pesce sotto il sole, e poi un tocco di carne anch'esso fuori dal frigo. Eddaje!!! Al momento sono un po' combattuto, valuto quale alimento avrà meno batteri/parassiti, poi quando lui mi dà la terza opzione calamari accetto con gran gioia.
Il locale, la bettola meglio definibile ha una decina di tavolini di plastica e su 2 di essi sono ammassati piatti pieni di lische di pesce, il che porta a due conclusioni: primo che comunque il pesce è buono e secondo che il servizio in tavola e lo sparecchiamento lasciano alquanto a desiderare. Infatti il padrone richiama a gran voce un ragazzotto che con tutta la calma di questo mondo e con fare molto svogliato inizia a togliere i piatti lasciando lische su tutto il tavolo per poi fare come un croupier e buttare tutto su un vassoio.
Arriva sto piatto di calamari, ma qui non si usano forchette e allora alla faccia dell'igiene mangiamo con le mani. Per la cronaca i calamari erano fritti e veramente buoni.
Episodio non convenzionale e del tutto inaspettato: mentre mangio sento il padrone e il cuoco(?), un giovane che avrà la mia età iniziano a discutere, sempre più animatamente per poi concludere il discorso in... rissa, subito sedata dagli amici del ragazzo. Unico a rimetterci un tavolino, ribaltato e rotto. Questa mi mancava, in compenso energica reazione dell'altro cliente che non s'è scomposto di un millimetro ed ha continuato a mangiare tranquillo e beato.
Finito il pranzo pago i miei 70dhm e continuo la marcia, ora sempre più pressata dal vento. Mancano pochi chilometri eppure sto facendo sempre più fatica, per le raffiche di vento non faccio altro che dire NO, cioè di continuo il casco si posta a destra e a sinistra. Se avessi avuto il vecchio non oso immaginare che collo avrei ora. Capisco l'intensità del vento quando vado a far benzina al distributore prima dell'albergo (distanti 500 metri) appoggio gli occhiali sul serbatoio e questi volano a 2 metri di distanza dalla moto!
Arrivo all'Hotel Barbas, mi fanno mettere la moto sull'atrio al fianco del mercatino e me ne vado in camera, che fortunatamente è a portata di router e posso aggiornare amici e parenti standomene sul letto, alla faccia di quello della reception che m'aveva detto che la wifi prendeva solo vicino il bar. Tutto di guadagnato.

Ora il dilemma è: ho speso diverso tempo per scrivere della giornata: sono le 8 e non mi so decidere se andare a cena o saltarla, ho più sonno che fame e il pensiero di rivestirmi ed uscire non m'attira. In compenso non vedo l'ora di mettermi sotto le coperte...
Cheffò?
A domani!

giovedì 24 ottobre 2013

Guelmim-Boujdour Una fiche un sorriso

Stamattina sono un po' giù, mi sono svegliato presto, guardo la cartina e mi sembra che manchi ancora un'eternità, ho fatto così poca strada e quella "facile".
Mi rigiro sul letto con molti pensieri, ho ancora lo spauracchio Mauritania da affrontare e quell'ansia proprio non vuole andarsene, anzi penso spesso chi me l'abbia fatto fare. Scendo a fare colazione e mi rifilano un caffè allungato con una frittata e una brodaglia che dovrebbe essere frullato di qualche frutto (mela?). In aggiunta portano del pane, aridaje, ma non hanno marmellate: e io con che me lo mangio???
Alla fine torno in camera e mi prendo una mezz'oretta di tempo per darmi la carica con un po' di musica, questi giorni ho guidato e basta, forse mi manca quel pizzico di motivazione in più. Torna il buonumore, mi da quella carica che serviva, eccomi pronto ad affrontare una nuova giornata.
Mentre carico la moto m'accorgo che ci sono 2 goccie d'olio sotto, guardo e Maremma schifosa è unto sotto. Erano 2 anni che non dava più sto problema, comunque comune ai supertenerè ma proprio ora? Dovrò controllare il livello appena posso, ma guarda la sfiga, proprio ieri avevo osannato la caratteristica della moto di non consumare olio, ok starò zitto la prossima volta.
Si guida piacevolmente con la temperatura che si aggira sui 26 gradi ed in poco tempo raggiungo Tan Tan, ultima città prima che la strada segua la costa atlantica; ho proprio voglia di vedere il mare.


 Lo spettacolo perché solo così si può chiamare è presto servito, prima inizia l'odore di salsedine, si abbassa un po' la temperatura e l'oceano appare davanti, la strada corre a pochi metri dallo strapiombo, ci saranno 50 metri d'altezza! Come dalle foto che avevo visto, ma non pensavo mi facesse tutto quell'effetto, almeno una volta nella vita va visto.


Non contenta madre natura ha messo delle dune di sabbia bianca a fianco di una laguna con degli uccelli acquatici e non posso non fermarmi a osservare.
Guido col sorriso, praticamente ho il nulla alla mia sinistra e l'immensità alla mia destra e io piccolino che sfreccio in mezzo.
Dopo un centinaio di chilometri la strada fa una deviazione e dalla costa si sposta verso l'entroterra. Ora tocca alla terra farmi vedere qualcosa di bello; iniziano le dune, sono enormi, non le avevo mai viste così, in Tunisia sono piccole e molto vicine mentre qui si stagliano all'orizzonte e si vedono anche a notevole distanza. In fondo è Sahara e non dovrei sorprendermi.


In tutta questa strada, oggi tappa da 620km, sono stati sporadici i paesi ma sono iniziati anche i controlli della polizia. Mi era stato detto di munirmi di fiche, ovvero foglietto con su i dati come nome numero passaporto ecc... e di prepararne molti. Una fortuna, i poliziotti hanno apprezzato, anche perché sennò tocca a loro compilarli facendo perdere molto tempo ad entrambi. Solo nella città di Laayoune ne ho dati 3 in entrata e 3 in uscita. I controlli si susseguono continuamente.
La strada scorre e inizio a preoccuparmi per sta storia dell'olio, tra poco avrò finito la tappa odierna ed allora verificherò il livello. Il sole sembra non voglia proprio scendere, mi mancano un centinaio di km per Boujdour (anche perché dopo non c'è più niente fino a dakhla) ed è lì immobile, cerco di sbrigarmi visto che i giorni scorsi sono arrivato sempre a liscio con il buio. 


Oggi invece la sera sembra non arrivare mai è così entro in paese alla ricerca dell'hotel. Il primo non mi piace, il secondo nemmeno. 2 ragazzini su uno scooter mi seguono, guardano la moto, così gli chiedo di accompagnarmi ad un hotel. Staltano i due che non mi erano piaciuti e si fermano davanti ad un terzo. Questo mi piace, entro e chiedodi vedere la camera. 150 dhm, accordo concluso. Unico inconviente è che la moto rimane parcheggiata fuori, davanti la porta ma all'aria. La cosa mi disturba ma ho mille rassicurazioni che non le succederà niente e che il proprietario starà tutta la notte alla reception di fianco alla porta. Vediamo! Dalla mia camera posso vederla, starò con la finestra aperta stanotte, non si sa mai!
Esco a cercare un ristorantino, oggi una birra me la sono guadagnata, ma qui solo piccoli locali e quando comunque mi metto a sedere su uno di essi mi dicono che la birra non la tengono, sono praticanti... Ma io la voglioooo! Mi accontenterò di una Coca Cola! Non si fa così però :( in compenso il mangiare è buono. Visto? Stasera ho cenato, anche se... non ho pranzato!

Ps. Avete letto fiche alla francese, non all'italiana spero...

mercoledì 23 ottobre 2013

Marrakech-Guelmim Daniele come Banana Joe

Prima di iniziare il racconto per la giornata di oggi continuo sul pezzo dell'albergo.
Entro in camera e sul momento non gli trovo difetti, ma è solo perché ho abbassato la guardia. Dopo qualche minuto trovo i seguenti difetti: -nessun asciugamano -niente che abbia la parvenza di un sapone -luce solo all'entrata, ovvero spegni e cerchi il letto a tentoni -nessuna coperta, solo un flebile lenzuolo. Va bè! Errore mio, pagare sempre dopo aver visto la camera, ma stavolta non l'ho fatto:mea culpa. In compenso la stanchezza non manca, imposto la sveglia per le 6, ehm, per le 7 và e vado a nanne. Alle 23, cioè un'ora dopo che mi sono coricato inizia la discoteca al piano terra (io sono al 2^). Ad ogni 'sbusso' trema la stanza che ovviamente rimbomba. Sveglio e irritato (appena arrivato ho visto il cartello hotel/ristorante/discoteca e gli avevo chiesto appositamente se c'erano problemi con il rumore. Risposta No problem!!!) resisto ben 1-2-3 minuti, poi non resisto oltre. Metto i calzoni e scendo. Incontro subito quel bast**** e gliene dico tante. Sono pronto a rimontare tutto ed andarmene se necessario, la discoteca marocchina non fa proprio per me. Inizialmente pare faccia orecchie da mercante come a dire: non pretenderai che stacchi tutto per te?! E la discoteca smette alle 5.
Alla fine però pare abbia la soluzione, mi dice di seguirlo. Mi porta dove abbiamo parcheggiato la moto, segue un corridoio dove si trovano accatastate le casse d'acqua vuote del ristorante e poi ancora saliamo le scale in un altro edificio praticamente attaccato all'albergo. E qui mi apre la suite come la chiama lui. Una stanza grande il doppio dell'altra e con lo schermo lcd al posto del classico mivar. Bella!!! (si intenda, sono ironico!)
L'importante che qui la discoteca diventa solo un rumore di sottofondo, si sente ma non da molto fastidio. Ecco che mi trasferisco nella suite da 1000 dhm! Ovviamente nemmeno qui il sapone e stavolta manco la carta igienica. Stavolta l'agenzia viaggi ha fatto cilecca...
Attivo il climatizzatore e scopro che il rumore della discoteca viene coperto dalla ventola, ottimo penso... e mi addormento finalmente.

Mi sveglio alle 6 che sto tremando, alla fine stanotte non ho spento il climatizzatore e il lenzuolo da solo non poteva aiutarmi molto. Insomma, una volta svegliato così tremolante non riesco più a dormire. Scendo, carico la moto e vado alla reception per riconsegnare la chiave. Tutto buio e la porta che da all'atrio chiuso! Nooo, pure questa no, e mò quando aprono.
Faccio il tentativo più stupido e l'unico che posso fare, busso! Nemmeno 10 secondi e compare il padrone assonnato. Ahhh, t'ho svegliato. 1 a 1. Senza dire una parola rimettiamo la moto in strada e poi vestizione. Esce solo un: mercì per avermi aiutato con la moto.
Mi rimetto in strada stanco peggio della sera precedente...
Bello comunque girare per Marrakech la mattina mentre tutti sono per strada. Una confusione terribile, ma io non mi sento da meno, non sarò come quei motorini 50 che peggio delle anguille si infilano ovunque ma pare che non abbia una moto da 300kg, sorpasso, cambio corsia e suono il clacson come un marocchino provetto.
Passo attraverso larghe vie a 2 o addirittura 3 corsie con giardini in mezzo e la strada è sempre ben fatta, anche se ci sono più rotatorie che da noi e la gente non è che guidi poi così male come nei film.
Direi che al ritorno vale la pena visitarla con calma.
Esco dalla città e aspetto un po' prima di far benzina e colazione. Non mi piacciono i luoghi affollati e come in ogni altra città man mano che ti allontani diminuisce il traffico. Passano così una ventina di km e mi fermo, benzina e lì trovo pure uno che fa colazioni, o almeno lo immagino perchè ci sono 3 persone al tavolo che bevono thè. Gli dico: pour le petite dejoneur è uguale!!! 
Tempo 5 minuti torna il cameriere con del pane (aridaje, mi stanno "ingozzando" di pane) e 2 ciotole. Su una c'è della marmellata e sull'altra olio. Ma dico io, posso fare colazione con pane e olio? Io volevo la colazione dei campioni! Colpa mia che ho detto: è uguale! Mi puniscono.
Prendo così l'autostrada per l'ultimo tratto che mi porterà fino ad Agadir. Inizia un saliscendi con pendenza 5% che fa andare i camion a 10km/h e rende la guida meno monotona del solito. Il panorama però è eccellente, iniziano delle montagnole in terra rossa che rendono queste chiamiamole colline bellissime da vedere. Passano 100km di valli verdi attraversate da fiumi che sembrano comparire dal nulla alternate da queste colline rosse. Insomma uno spettacolo. 
Arriva poi la pianura e tutto torna campagna monotona. Ennesimo casello con pedaggio alla francese. Inizia il rito dei guanti, pago e quando mi sposto oltre la sbarra a lato della strada trovo uno dei ragazzi italiani che ho notato sul traghetto. E' di fianco al suo BMW e sotto la macchina c'è un omino che sta mettendo le mani proprio lì sotto. Mi presento con un: tu eri in traghetto con me! Chiedo se ci sono problemi e mi conferma che un sasso gli ha tranciato un non so cosa e l'omino del soccorso sta provvedendo. E' in compagnia con un gruppo di 5 senegalesi che comunque avevo già conosciuto in nave e mi riconoscono (ci eravamo parlati un po' prima di scendere) e mi dicono che visto che facciamo la stessa strada posso stare con loro, dico OK! Il meccanico deve sistemare ancora una cosa sulla macchina e così lo seguiamo in processione (loro hanno 2 macchine, bmw e peugeot). Arriviamo al primo paese e mentre proseguono le riparazioni io ne approfitto per fare manutenzione ordinaria. Tensione catena e controllo del livello dell'olio. La catena è praticamente tesa e l'olio non ne ha bevuto ancora una goccia. Ottimo SuperTenerè, il primo che sento non beve olio.
Intanto uno dei senegalesi prende al ristorante un Tajine e lo divide con me a bordo strada, non ho molta fame ma sono felice che condividano con me. Ringrazio!


Ripartiamo dopo un paio d'ore e maciniamo diversi km, siamo sulla strada statale che si arrampica sull'ultimo tratto dell'Atlante, stare dietro ai camion diventa un problema, ogni salita è un calvario. I camion scaricano alle povere macchine dietro (ovvero noi) nuvole di fumo nero intenso, e anche le vecchie macchine marocchine non sono da meno.


Compaiono da lontano e poi sempre più nitide 2 moto, man mano che ci avviciniamo riconosco 2 maxi enduro, un ktm 990 adv e l'altra...... ero troppo focalizzato sul 990!!! Ci incrociamo e saluto vistosamente, loro contraccambiano. Sono carichi come me ma c'è una cosa mi sorprende, sono enormi, hanno del fascino e c'è un posto solo da cui possono venire per esser lì in quel momento, Dakar! Non ci fermiamo quindi è stato solo un fugace vedersi. Ho collegato un secondo dopo, io sono uguale a loro e la cosa me gusta!!!

Per strada ricordo un particolare che non mi piace: ho il visto Mauritano che mi inizia il 26, fra 3 giorni e quindi tutte le tappe forzate che mi ero prefissato e che ne discutevo con gli altri vanno a farsi benedire. Gli dovrò dire che stasera bisogna salutarsi, anche perchè loro vogliono arrivare a TanTan ma sono le 5 e mancano ancora 150km e il sole sta calando. Non voglio guidare di notte, sconsigliato da tutti e lo capisco.



Così ci fermiamo a prendere un caffè e gli dico che appena trovo un albergo mi ci fiondo e per oggi ho dato.
Pochi chilometri dopo a Guelmim si presenta l'occasione. Fermo la moto e li abbraccio uno per uno, spiacente di non poter continuare con loro. Sono stati veramente simpatici, in poco tempo hanno condiviso con me e apprezzando il viaggio m'hanno supportato. Il saluto è di quelli che piacciono a me: Ci vediamo a Dakar, fai buon viaggio!


Vado alla reception: Chambre single 480dhm. cavolo troppo! E la signorina: sono 310 se vuole! e come non voglio? l'importante è sempre che abbia il garage privato. Ce l'hanno e parcheggio di sotto. La camera è bella, li vale tutti questi 30€, soprattutto è un altro mondo rispetto a ieri.

Perchè Daniele come Banana Joe?
Ricordate Bud mentre si lava coi vestiti addosso? Oggi è giorno che lavo un paio di maglie ed eccomi sotto la doccia...


martedì 22 ottobre 2013

Tangeri-Marrakech - Daniele il globetrother

Alle 10 arriviamo a Tangeri e dopo nemmeno 1 ora sono fuori anche dalla dogana, il tempo di fare un'altro timbro, l'assicurazione temporanea e cambiare un po' di soldi. In Tunisia c'era più confusione, qui invece si procede per step e forse sono sceso quasi per primo perché non faccio tanta coda.
Prendo subito l'autostrada, il primo tratto è tutta una serie di viadotti che costeggiano delle belle collinette, c'è un bel bosco di un verde intenso e le casette arroccate ai lati delle colline sono di tinta bianca, non stonato però con l'ambiente circostante.
Faccio per la prima volta benzina: 250 dirahm per 19 litri, speravo un qualcosa di meglio.
Continuo costeggiando a tratti il mare e la campagna e si vedono tratti di vita rurale, ci sono molti pastori, i campi sono lavorati da trattori di moderna fattura (strano ma vero) e i campi sono invasi da piccoli uccelli bianchi, non ho ancora capito di che specie ma ce ne sono davvero un infinità. Particolarità dell'autostrada marocchina mi era stato detto sono: pastori e greggi sul bordo, gente che attraversa e polizia onnipresente col laser. Ebbene confermo tutto vero! Ma quello che mi fa più ridere è proprio la polizia, ogni 50km è lì col telelaser pronta nascosta che manco John Rambo riuscirebbe a fare altrettanto. E allora vedi: il poliziotto dietro un pilone che esce per metà e si vede quasi solo il braccio e la pistola, quello che si mimetizza tra le frasche stonando solo perché la casacca è nera e quello che si nasconde sulla riga spartitraffico a sinistra.
L'idea era di fermarmi a Casablanca ma alle 4 ancora non sono stanco e decido di proseguire per altri 200km così da trovarmi a Marrakech. Cerco di fare più strada possibile, sto cercando di non rimanere indietro con quel gruppo di senegalesi, se riuscissi a farmi il pezzo difficile con loro ne sarei contento. Ieri m'ha detto  ("il capo spedizione" Gabriele) che la prima notte la voleva passare ad Agadir. Se così fosse hanno già un vantaggio di 200km, va bè, vediamo se li raggiungo, altrimenti pazienza. 
L'autostrada ha un difetto grande come una casa per un motociclista, ha il pedaggio alla francese, ovvero ogni tot km un pedaggio, il chè diventa uno stress perchè: togli guanti, cerca portafogli, rimetti portafogli in tasca (non è agevole con la giacca), vai oltre la sbarra e rimetti i guanti. 
Alle 6 arrivo a Marrakech, nemmeno a farci apposta entro in città col sole che è appena calato e inizia a far buio. Comincio la ricerca degli alberghi; il primo 600DHM, il secondo 700, poi ne trovo uno che contrattando mi viene 300, ma complice la stanchezza lo prendo come un fallimento, non mi son fatto vedere la stanza e avrei potuto trattare di più, la stanza non vale i soldi che ho pagato. Ma cosa fondamentale per un motociclista ha il "garage privato", che in questo caso è l'ingresso allo sgabuzzino proprio dietro il banco della reception. Quindi va bene così. Nemmeno ceno, costa troppo la roba qui, vado a letto diretto dopo aver aggiornato tutti...


Ps. Globetrother è quello che c'era scritto su un camion. M'ha fatto ridere, quando s'è soli si ride con poco

Sul traghetto... L'attesa

DOMENICA 20 OTTOBRE

Stamattina sono stato svegliato dal marocchino, credo siano state massimo le 6 è mezzo, lui si alza, Corano sotto braccio e se ne esce per pregare, io mi rimetto a dormire. Più tardi si sveglia l'altro ragazzo, sulla trentina, spagnolo e scopro che anche lui è in moto, con una piccola Suzuki è andato in Croazia e ora se ne sta tornando a casa. Non è un tipo con molta chiacchera e così non approfondiamo, non fa nemmeno una piega quando scopre che la moto di sotto è la mia.
Alle 11 ancora sono sul letto in pigiama, ho detto che avrei preso questi giorni come riposo e mantengo quello che ho, al limite della pigrizia.
Sto avendo solo un problema: mi sembra di essere a casa dei nonni a Zoldo, dopo appena una notte sono tutto attappato, allergia a quel cazzo di acaro della polvere.
La traversata si rivela lunga, il tempo scorre piano e mi annoio, ho poco da fare e non mi resta che godermi il panorama del mare, all'orizzonte non si vede la terra ma solo cielo e terra che si toccano, uno spettacolo nella sua semplicità.
La sera quando stiamo per attraccare a Barcellona con il ragazzo della moto (il nome appena detto già me lo ero dimenticato) tornato in cabina a preparare le sue cose ci facciamo quattro chiacchere. Mi racconta in spagnolo del suo viaggio, della sua Suzuki 250 e delle disavventure con le borse. Ha 37 anni e ha la patente per la moto da appena uno. Diciamo che qualcosa capisco e pare che anche lui capisce me quando gli parlo del supertenerè e del viaggio in Tunisia dell'anno precedente. Ci salutiamo con un: bon viaje!!! (gli ho detto così sperando di aver detto giusto)
Verso mezzanotte arrivano due nuovi inquilini ma è tardi e già sono a letto, vediamo domani chi sono...

LUNEDÌ 21

Ho passato mezza giornata sul letto, avevo detto che avrei fatto concorrenza ad un bradipo e così è stato. Mi alzo solo per mangiare un boccone e cominciare a montare un pezzo di video, anche se ancora ho poco materiale su cui lavorare. Nel mentre cominciano i controlli della dogana preventivi e così pure io mi metto in coda e aspetto i timbri sul passaporto. Più di mezz'ora di coda per 2 secondi di timbro, normale. Ma da dove saranno sbucati tutti gli altri, ieri mi sembrava ci fosse molta meno gente.
Il pomeriggio incontro un gruppo di ragazzi senegalesi e italiani che con le loro macchine se ne vanno nel loro paese, così mi lascio dare il numero di telefono con la speranza che quando sarò verso dakhla lo siano pure loro e in caso unirmi per il pezzo della Mauritania.
A cena me ne vado al ristorante della nave pronto a farmi dissanguare: verdure con polpo e frittura di pesce + birra 18€ mortacci loro!


La partenza: dopo tanto eccoci in marcia!

Stanotte non c'è stato verso di addormentarsi, avrò dormito un'oretta o forse due ma comunque alle 6 ero già pimpante come un grillo. Il traghetto partirà alle 11 e mezzo di questa sera e non ho fretta quindi preparo le ultime cose con calma, con la mamma che gironzola intorno sempre più preoccupata. Poco dopo ecco riunita tutta la famiglia intorno alla moto in garage, siamo arrivati ai saluti! Sono le 10 quando giro la chiave per la prima volta in questo viaggio e parto finalmente. Il quadro della moto segna 57585km.
Da subito per le vie del paese sento la moto pesante, faccio un po' fatica a tenerla stabile quando vado piano e per questo subito mi prende un sentimento negativo. Ho desiderato tanto tutto questo e ora che sono partito da pochi chilometri già temo di non riuscire? È vero che sono un pochino ansioso (grazie mamma) ma la cosa non va bene e cerco almeno per il momento di accantonare certi pensieri. Scorrono i chilometri in una bella mattina col sole e sono fortunato, per il giorno dopo le previsioni danno pioggia! Giorni prima mi sono "autoinvitato" a pranzo da Roberto, ex coinquilino all'epoca dell'università nonché appassionato motociclista e grande ducatista (nda per Robi: Fatti il mono!). Quindi dopo appena un'ora di marcia mi presento a casa sua, sono quasi 7 mesi che non lo rivedo e mi ha promesso una bella grigliata: tappa obbligata e sosta pranzo. Riparto con Robi che mi dice mi scorterà col suo 748 fino ad Arezzo; e qui ci salutiamo, ora proseguo da solo.

Giusto il tempo di prendere l'autostrada e dopo nemmeno una mezz'ora esco dal casello Valdarno, nuovo stop, ho appuntamento con Francesco, amico tenerista conosciuto un paio d'anni addietro al raduno partireper. Si presenta col suo capolavoro: una "Hypertenerè" 850 completamente personalizzata, a mio avviso uno splendido lavoro. L'altra estate con un supertenerè come il mio è stato a caponord (anche questo bellissimo viaggio da fare. Il suo blog è sognandoriente.vpost.it )


Dopo una bella chiaccherata e foto di rito si sta facendo buio e riprendo la strada per Livorno, da questo momento tutta autostrada, nemica di molti motociclisti ma non mia, sarà che mi basta guidare. Tengo una media dei 110, sono veramente carico, non ho tarato le sospensioni e non voglio rischiare sulle curve veloci, anche se sto prendendoci la mano e non mi sembra più inguidabile, mi sto adattando. Non capisco come mai ma man mano che proseguo verso il tramonto e il cielo si fa sempre più scuro perdo quella paura iniziale. Con il buio che avanza sparisce ogni dubbio o timore, ora ho solo tanta voglia di andare avanti, l'ignoto (quello che sarà per me) mi attira, sono curioso di sapere cosa m'aspetterà. Guido ascoltando la musica, mi tiene compagnia e quando becco quella giusta mi da tanta energia...
Giusto l'energia! Manca ormai poco all'arrivo al porto e comincio ad averne sempre meno. Con la sparizione di ogni forma di "paura" è venuta meno anche quella scarica d'adrenalina, sparita la tensione è subentrata la fase relax e se ci mettiamo che ho dormito poco la notte precedente abbiamo una serie di sbadigli tutti di fila, così apro la visiera e lascio che l'aria della notte mi svegli, cosa che non succede. Per fortuna la strada è ormai poca, arrivo al porto, ci metto diversi minuti per capire dov'è l'imbarco per Tangeri, in compenso faccio biglietto e controllo passaporto in un secondo e sono pronto per farmi inghiottire nel ventre della nave. Devo ammettere di esserci rimasto male, l'anno scorso in Tunisia stavo in coda con decine di macchine stracariche, mentre ora sono solo, completamente, infatti mi chiedo il perchè. Speravo di trovare qualcuno in moto come me ma al posto designato per le 2 ruote nuovamente ecco che non c'è nessuno, il supertenerè se ne sta legato solo soletto mentre io salgo le scale per raggiungere la cabina. Sono sorpreso, gli inservienti sono tutti piccolini, minuti e bassi di origine indiana o del Bangladesh? comunque del sud-est asiatico; solo quello della reception sembra essere italiano. Raggiungo la cabina e appena apro scopro di essere stato fortunato: c'è una sola persona, un marocchino mentre l'altro letto basso è libero. Lui dorme, e non si muove nemmeno col casino di me che sistemo la mia roba. Faremo le presentazioni domattina. Il terzo inquilino arriverà molto più tardi, e si vede scocciato per dover dormire sul letto sopra sprovvisto di comodino e presa elettrica (ecco perchè voglio salire presto sui traghetti). 

Ora mi lascio cullare dalle vibrazioni tipo terremoto del traghetto in partenza che oltretutto fanno cigolare la porta del bagno in maniera alquanto fastidiosa. Ma penso proprio che non farò fatica ad adormentarmi tra qualche secondo, giusto il tempo di rimettere a posto il tablet. Buonanotte!