mercoledì 13 novembre 2013

Sono a casa!

Mi fa strano essere di nuovo qui, aver tolto tutti i bagagli e già distribuito quei pochi souvenir ad amici e famiglia.

Sono stati 8000km intensi, ho provato una serie infinita di stati d'animo: sono passato dalla felicità alla delusione, dalla voglia di proseguire al dirmi chi me l'ha fatto fare, ho avuto anche ansia, soprattutto all'inizio e in fondo penso sia normale, puoi leggere quanto ti pare ma viverli certi posti, affrontare ogni giorno quello che per te è ignoto mette un po' d'agitazione, ogni mattina mi chiedevo cosa avrei incontrato lungo la strada, poi quando ci sei dentro la vivi con gioia, stai facendo quello che ti piace e allora prosegui serenamente.

Ho avuto un motto durante il viaggio, m'è venuto in mente nei primi chilometri da casa, dopo aver aspettato, immaginato, informato sul viaggio per mesi e ora ero lì a viverlo e non mi sembrava vero:
...Non svegliatemi, sto sognando...
era quello che mi ripetevo ogni mattina, ogni volta che ero di buon umore, mi dava l'idea della realtà del momento, ero lì solo e stavo realizzando ciò che desideravo, il mio modo di interpretare la libertà, non avrei potuto ne voluto chiedere di più.

Sono rimasto impressionato dalla vastità del deserto, dalle tante tonalità della sabbia lungo il percorso, dal silenzio, dalla solitudine che porta stare lì e dalla bellezza di tutto nonostante a volte la monotonia dell'orizzonte era opprimente.
L'incontro con i primi alberi, la natura che procedendo sempre più a sud del Sahara si riappropriava del territorio fino ad incontrare il fiume Senegal, uscito dal nulla e grandissimo che ti apre le porte all'africa nera e ad un totale cambiamento di clima e paesaggi, in una parola: Magnifico.

Nel viaggio basta un solo incontro sbagliato per rovinarti tutto, non so chi devo ringraziare ma per fortuna è sempre andato tutto bene, l'impressione che ho avuto della gente è stato positivo, c'è sempre stata una sorta di rispetto verso di me che in quel momento ero un viaggiatore, non so come spiegarlo perchè anche se la gente sapeva che ero lì per mia scelta capiva che non è facile, che le distanze sono grandi e quindi c'è bisogno di un aiuto, anche se solo morale. Quegli incontri fatti lungo la strada hanno contribuito chi in un modo chi nell'altro ad arricchire il viaggio stesso, incontri dei nuovi amici oppure gente che scelto di viaggiare in maniera bizzarra e quindi l'incontro ti mette allegria, trovi matti che sono più matti di te di mille volte (in senso buono) e che ti danno la carica. Insomma non ci si annoia.

I primi giorni mi sembrava che la strada non finisse mai poi tutto d'un colpo ho realizzato l'arrivo e che stavo già risalendo. L'ultima dogana, tra Mauritania e Marocco mi son chiesto: ma sono già a casa? Avevo paura di tutte quelle frontiere e l'avevo già passate tutte. Ormai mancava poco!

Il rientro è sempre un duro colpo, ma si ringrazia il cielo di avere una bella famiglia e un gruppo di amici che nei momenti belli della vita ci sono, così insieme riescono ad addolcirti le pillole più amare e così l'arrivo è stato un momento di festa e non uno di tristezza.

La voglia di ripartire c'è, ma al momento godiamoci casa, metabolizziamo ciò che è stato e sentiamoci più ricchi.

Finalmente un albergo a 5 stelle, casa è sempre casa, finalmente ritorno a dormire sul mio letto, comodo, amico e privo di difetti. Si dorme bene finalmente, chiudo gli occhi realizzando che la mia piccola sfida personale, il mio sogno s'è concluso nel migliore dei modi, tutto è andato bene e ne sono contento...

Arriva la mattina, sento che qualcuno con una mano mi sta scuotendo, mi sveglio ma tengo ancora gli occhi ancora chiusi, dalla voce riconosco la mamma. Con tono basso mi fa:
Daniele...
...svegliati


Tangeri e rientro!

Sto proprio bene su questo letto, è comodo e le coperte invitano a rimanerci dentro, poi tanta voglia d'alzarmi non ce l'ho, nel momento in cui decidessi di farlo significherebbe prepararsi a partire. Così passano le 9 e sono ancora in camera ma alla fine troverò quel pizzico di voglia di fare per preparare tutto ed andare.
Guido a 90 all'ora per cercare di allungare il tempo, voglio starmene in sella ancora per una vita, però di strada ormai ne è rimasta poca e dovrò rassegnarmi all'inevitabile, il mio viaggio in Africa sta per concludersi.
Faccio benzina all'ultimo distributore prima di Tangeri Med (il porto), faccio anche colazione visto che ci sono, ma quando è ora di ripartire la velocità rimane fissa sullo 0, ho rotto il rinvio del contachilometri. Pazienza, sono danni veniali, anche se mi da fastidio non sapere a quanto vado.
Arrivo al porto con 5 ore d'anticipo, sapevo l'orario di partenza ma non avendo un cavolo da fare ho deciso di starmene un po' a guardare il mare in una spiaggetta lì vicino e fare un po' di manutenzione (alla fine aggiungerò solo un po' d'olio).

C'è un pescatore, aspetto una ventina di minuti, voglio vedere se abbocca alla sua canna qualcosa ma alla fine niente, stufo me ne vado alla ricerca di un ristorante, poco sopra c'è un paese e lì sono sicuro di trovarne uno; lo trovo ma la cosa più bella sono 2 bmw parcheggiate davanti.
Hanno targa tedesca, e ci sono due motociclisti, un lui e una lei che stanno ordinando (malamente, proprio non si intendono col cuoco) un qualcosa. Saluto e loro ricambiano, sono socievoli, mi invitano al loro tavolo, mangeremo insieme e ne sono contento.
Intanto è il mio turno di ordinare, ma non riuscendo a farmi capire nemmeno io opto per la cosa più semplice: quello che hanno preso gli altri 2. Tanto qualsiasi cosa è a me piace :)
Alla fine arriveranno 3 paella (la spagna è ben visibile all'orizzonte allora non mi lamento) e ce le gustiamo chiaccherando dei nostri viaggi. Loro sono nipote e zia che sono stati 2 settimane a zonzo per il Marocco, non male!
Loro prenderanno la stessa mia nave così decidiamo di stare insieme per un po', arriviamo al porto e iniziamo a fare la fila con tutti, vicino a noi un gruppo di italiani, milanesi, stanno tra di loro e ci scambiamo poche parole... preferisco la compagnia della coppia tedesca.
Alla fine però, attendendo lo sbarco della nave e dei passeggeri riusciamo tutti e 3 a socializzare pure con il gruppo italiano, tutte bmw pure loro ed il furgone di assistenza, ad uno di loro regalerò l'adesivo del marocco (ne avevo uno in più) perchè m'aveva detto che l'aveva cercato uguale al mio ma non trovato. Per sdebitarsi, contento come una pasqua mi darà un mandarino! E a me il gesto ha fatto molto piacere.

Questi 2 giorni in nave sono stati di una noia pazzesca, terminerò il video del viaggio (anche se non è venuto come avrei voluto) e sistemerò le foto, nulla di più.
L'arrivo al porto di Genova subirà un ritardo e scenderemo che sono passate le 9 di sera, fortuna che avevo chiesto a Chiara, un'amica di ospitarmi a casa sua, così avrò una cena e un letto dove stare prima del rientro di domani, purtroppo gli ultimi 400km.

La mattina sarò bello pimpante solo alle 9 e mezza, quel divano-letto è proprio comodo ma mi tocca salutarlo, ringrazio davvero dell'ospitalità e mi metto in marcia, voglio provare alla Yamaha di Genova se disgraziatamente hanno un rinvio del contachilometri, li cerco e dopo un po' trovo il meccanico ma ovviamente quel pezzo non ce l'hanno. Me l'immaginavo ma tentar non nuoce, vorrà dire che lo prendo da qualcuno del clubtenerè. Prima d'entrare in autostrada chiamo Robi, voglio andarlo a salutare prima di arrivare a Gubbio, mi dice di passare da lui alle 5 e accetto, così molto in anticipo sulla tabella di marcia entro in autostrada e per colpa del vento non supererò mai i 100 all'ora. Come faccio a saperlo? Il super a 100 all'ora è sui 4000 giri precisi quindi verifico quelli.
C'è il sole e si sta bene, solo il vento rompe le scatole ma alla fine non è così forte da dare veri problemi, però sono cauto. Intanto in un messaggio Robi mi dice che non sarà a casa per quell'ora così devo andare ancora più piano perchè sono in un anticipo clamoroso, sono le 2 e sono a Firenze e l'appuntamento con familiari ed amici è per le 7 e mezza.
Contatto Francesco, tenerista dell'andata e lo becco a casa così passo a trovarlo e qui, tra una chiacchera e l'altra si farà addirittura tardi! Guardo l'orologio e sono le 5 e 3/4, ho 2 ore per fare Valdarno-Gubbio, viaaaa!
Per strada sto pensando solo all'arrivo, me lo sto immaginando e spero che sia così, mi piacerebbe davvero molto, arrivare in piazza con tutti lì, sarebbe fantastico.
Invece nemmeno le migliori aspettative sono state come la realtà, è stato bellissimo, erano tutti pronti ad accogliermi ed è stato grandioso.

Una bella cena allieta la serata e una supertorta concluderà la serata nel migliore dei modi!


Comunque so già che domani avrò nostalgia di tutto quello vissuto e il mal d'Africa colpirà di nuovo, intanto... sono contento per tutto e vado a letto tranquillo!

sabato 9 novembre 2013

Azrou-Tangeri . Ultima meta

Ieri sera ho pagato l'albergo chiedendo pure la colazione ed è stato un bene, ho abbastanza fame e scendo a farla, sono l'unico e il cameriere mi fa cenno che mi posso mettere dove voglio e che la colazione è tutta lì... è a buffet!!! Finalmente, niente più frittate o altro ma quello che voglio io e quanto voglio... Grave errore il loro! Ho fame e alla fine conterò: 2 tazze di caffè, 6 paste al cioccolato (il ripieno si sarà perso per strada) e 3 bicchieri di succo d'arancia.
Ora sono bello carico, non si sa mai che non pranzo nemmeno oggi almeno resisto bene fino a cena così. Prima di andarmene chiedo alla ragazza della reception di indicarmi la strada per vedere la foresta di cedri e le scimmie (qui c'è una colonia di scimmie selvatiche, ormai abituate all'uomo ma almeno sono libere). Comincia a spiegarmi la strada ed io capisco solo che dopo la rotatoria in quella direzione a sinistra c'è la deviazione per Ifrane così me ne vado un po' perplesso perchè il navigatore mi dava che la direzione era un'altra. Così mi avvio e penso di dar retta ai miei strumenti anzichè alla signorina, in fondo faccio sempre di testa mia e imposto il punto che mi consiglia il programma, la moto sbuffa, pare perda giri, inizialmente mi chiedo che succede ma penso subito che qui la notte possa far molto freddo così aspetto un pochino col motore acceso e quando la moto s'è scaldata riparto, infatti ora funziona decisamente meglio e in 5 minuti sono io che sbuffo dal freddo, sono a malapena 16° ma mi sembra di stare sotto zero. Fortunatamente ho da percorrere un piccolo tratto che si snoda con dolci curve in una salita, e qui avvisto una prima scimmietta, evvai il posto è giusto. Mi fermo nel punto preciso segnalato e sono tutte lì, due branchi di primati intenti a guardarsi, il primo piccolino e tutti pelosi ed il secondo tutti con le macchinette in mano!
Parcheggio la moto in mezzo agli alberi e mi unisco al secondo gruppo.



Dopo un po' sono di nuovo in strada verso nord, ieri guardando Google Maps ho deciso di farmela con meno km possibile (320) passando per strade secondarie sperando non come quella di ieri invece dei 400km di noiosa autostrada, è l'ultimo trasferimento e voglio godermelo dal primo all'ultimo metro.
Partirò a quota 1600 metri e arriverò appena vicino al mare e così via destinazione Tangeri (purtroppo)!
Riesco a fare una ventina di chilometri e quello che vedo davanti a me non mi piace per nulla, mi stanno venendo incontro nuvole scure che minacciano il mio sereno proseguire, mi fermo un attimo, sono rassegnato, il fronte pare che avanzi e non ho possibilità di scappare, vedo davanti a me in lontananza lo scuro che si avvicina. Metto il maglione e chiudo le prese d'aria della giacca, sono pronto, obbligato alla sfida accendo la moto e mi ci butto, come in battaglia...


Ne sono dentro ma non sta succedendo quello che pensavo, nonostante è tutto scuro non piove, ne sono felicissimo e proseguo col sorriso ringraziando non so chi per quest'inaspettato aiuto.
Entro a Hel-Hajeb, primo paese che incontro e mi sorprendo non poco, a parte che nel primo pezzo ci sono solo ville, ma sono grandi e veramente belle, tutte diverse e molto grandi, c'è molta polizia e mi sembra di essere arrivato in un altro Marocco, qui la maggior parte delle case inoltre ha i tetti spioventi tipici dei paesi nordici, siamo a quota 1500m ma mi fa veramente strano vedere questo tipo d'architettura qui.
Una cosa che ho notato in ogni città è che comunque non manca mai il manifesto del Re Mohammed  VI, nelle vie principali è presente ogni 500 metri e se ne sta lì a sorridere, perchè si sorride sempre (deve essere simpatico il ragazzo) e con fare benevolo benedice la nazione. Non solo in giro ma anche nei vari negozi e alberghi, tutti hanno un ritratto, una foto, un santino del Re... altro che Mufasa!
Dopo Meknes inizia la strada secondaria che taglia il percorso e mi permette di risparmiare 80km, anche se fosse come quella di ieri sterrata dalle parti con solo al centro un po' d'asfalto che 2 macchine non ci passano non importa, si vede che starò di più a farla e mi godrò questo tempo in più "regalato".
Con mia sorpresa non è così, la strada è bella diciamo è come quella Gubbio-Perugia però con meno curve, è tutto un susseguirsi di curve veloci e sali-scendi, sono proprio contento in più cerco con più attenzione di catturare gli ultimi dettagli di questo viaggio allora ad un certo punto sento un odore forte di olive, mi giro e c'è un frantoio, mi metto dietro un camion e il fieno emana un buon odore, mi guardo il panorama e saluto la gente che incontro.
In più penso che se avessi un macchinario che mette su carta all'istante tutti i pensieri che ho posso riempirci un libro, in testa ne ho veramente tante, sto pensando di tutto, mille pensieri differenti! Non dico qui quali sono. Uno dei tanti lo posso anche accennare... la meta del prossimo anno! Forse ho deciso.
Comunque sia sto andando incontro alla fine della mia avventura ed in certi momenti mi devo trattenere, non posso credere che è passato tutto così in fretta e ripensare a tutto ciò che c'è stato mi commuove, tutto perfetto alti e bassi che siano stati...

Pensieri a parte sto per raggiungere l'autostrada, intorno a me la campagna e solo qualche casetta ogni tanto ma quando mancano a malapena un paio di km dall'entrata vedo una serie di ristorantini ognuno con il barbecue acceso e penso che la "brochette" di carne (gli spiedini) non sarebbero male a quest'ora (sono le 2). Mi fermo su uno di questi, essendo l'ultimo giorno non mi volevo perdere un altro pranzo da "Gigi lo zozzo", qui comunque sono più intelligenti, hanno incelofanato tutte le parti di animale esposte così da evitare le mosche (così quando batte il sole sai che odore di plastica sulla carne).
Mi dicono niente brochette ma possono farmi un qualcosa che non capisco da 250gr, ovviamente accetto.
Da bere del thè.
Quello che era da 250gr erano delle salsiccette speziate, buonissime se devo essere sincero ma... anche qui niente forchetta, fortuna almeno hanno il bagno dentro. Solo che qualcuno deve spiegarmi perchè la sala dentro è piena di segatura per terra. Mistero!


Finisco di mangiare e chiedo il conto: 35dhm, svuoto la tasca delle monete e ne ho 32, Ça va bien lo stesso.
In un ora e mezzo completo pure l'autostrada, quei paesaggi che avevo passato 3 settimane fa, sconosciuti in terra straniera ora che li ripasso mi sembrano così familiari, reincontro i campi arati da grossi trattori e tutti quegli uccelli bianchi che se ne stanno lì ad aspettare la terra mossa. Il tempo vola, sono ancora distratto dai mille e mille pensieri, se causo un incidente credo che ne nemmeno me ne accorgo. Pago l'autostrada e sono dentro Tangeri, 4 km e arrivo all'hotel che avevo visto la sera prima su booking.com, hotel della catena Ibis.
Entro e chiedo se c'è una camera disponibile: certo, sono 550dhm! Alt, gli faccio presente che su internet la camera sta a 30€. Lo sa ma loro hanno 2 metodi di prenotazione, con l'uno la tariffa è di 300 e rotti dirham e l'altra 550. Sono confuso, a 55€ non la prenderei mai la camera e così decido di rinunciare, però interviene la signorina dicendomi: abbiamo la wifi e il suo cellulare va su internet, prenoti pure la stanza su booking.com! Cioè io adesso mi metto in sala d'aspetto e prenoto la camera via internet? Mah, comunque obbedisco e in 2 minuti sono di nuovo alla reception. Guarda sul pc e mi fa: Daniele? Che scenetta simpatica!
Poi la sera decido di andarmene in centro a fare qualche acquisto, visto che finora non ho preso quasi nulla. Mi metto sul bordo della strada e aspetto un taxi. Tempo 10 minuti e si ferma, un omone grasso m'accoglie e dietro di lui altri 4 clienti! Gli faccio capire dove voglio andare ma mi dice di pazientare, finisce il giro con gli altri, No problem. Una vecchia mercedes 240d che vibra peggio del SuperTenerè, che ad ogni accellerata il motore sembra chiedere pietà, sale di giri a fatica e da dei piccoli strattoni, lui che guida come un ossesso e usa un clacson che fa solo un flebile rumore ma che continua comunque ad usare e sul quadro segnata la scritta 500.000 e rotti km. Uno spettacolo.
A cena cous-cous e brochette di carne e poi in giro per la medina, piccola e bruttina se devo essere sincero. Dopo qualche acquisto ho giusto i soldi per il taxi del rientro, ed io che avevo messo da parte qualche banconota per la benzina, devo ritirare qualcosina domattina.
Stavolta stessa macchina ma procede bene, c'è meno traffico e l'auto sembra non avere problemi. Il proprietario mi dice che ha 33 anni (la mercedes) e avrà più di un milione di km alle spalle, ogni 6-7 anni un motore nuovo ma nel complesso è una macchina solida, ed è la preferita di tutti i tassisti del Marocco.
Mi lascia davanti all'albergo e me ne torno in camera pronto per l'ultima notte in terra africana!
Mi mancherai...

venerdì 8 novembre 2013

Dades-Azrou . a 2900


Alle 6 siamo svegli entrambi, il tempo di chiudere tutto e poi decidiamo di fare colazione sul primo hotel che troviamo, lì ci fanno attendere un po' per poi portarci frittata, succo d'arancia, marmellata pane caffè e non so che altra diavoleria immangiabile, conto: 120dhm una truffa!
Finalmente arriviamo alla famosa strada di Dades, Josh è tutto contento ed inizia a scattare diverse foto, mi dice che quella strada la conosceva perchè è sulla brochure del Tenerè.

Sappiamo che la strada che continua dopo diversi km diventa sterrato e dal navigatore vedo che le cime intorno toccano i 3000m, quindi è una strada da fare, tanto sia io che il belga dobbiamo passar lì e quando toccheremo la fine di quella strada ci separeremo pure noi, io proseguo verso nord e lui continua il giro andando a sud.
La strada è decisamente divertente, inizialmente è asfalto, poi diventa asfalto con qualche buca ed infine sterrato che costeggiando delle gole si inerpica sui monti e sinceramente non ero preparato a questo, sempre più stretta e sassosa la strada diventa poco più che una stradina/sentiero, ci sono solo qualche pastore e una dacia che viene in senso opposto. La strada si rivela pericolosa quanto divertente, a destra un bello strapiombo che manco con l'elicottero ti tirano fuori, così decido di starmene il più possibile dal lato opposto anche se spero che la valigia laterale non impatti contro la roccia a sinistra.
Si arriva in cima alla strada che sul navigatore è segnato 2900m di altitudine, caspita, ma qui è fantastico, ne è valsa la pena "rischiare"

La strada inizia a scendere e costeggiamo una vallata bellissima, il fiume che scorre e nuovamente greggi di pecore al pascolo che scappano al rumore delle moto. La gente sorride sempre, è bello e ti salutano ogni volta.
Incrociamo un tizio con un vecchio BMW, è belga pure lui e chiedo se ha avuto problemi o ha bisogno di qualcosa, in fondo è fermo in mezzo al niente, ed invece, sta solo aspettando il suo gruppo, ovviamente tutti belgi che iniziano una simpatica chiaccherata con Josh, io me ne sto a dire qualche parola in inglese.

Quando vedono il logo di Dakar sono entusiasti, mi chiedono del viaggio, se è andato tutto ok, fanno le foto ai loghi e alla fine salutano calorosamente. Un bel gruppo non c'è che dire, e che vogliamo dire dell'auto di supporto? Niente Jeep, la 2 cavalli basta e avanza.

Alla fine della strada, all'imbocco dell'altra asfaltata è giunto il momento anche per me e Josh di salutarci, gli faccio gli auguri per il suo "sogno" e ci diciamo: buon viaggio. E' stato un piacere fare un pezzo di strada insieme ed è uno dei bellissimi incontri che il viaggio ti permette di fare.

Proseguo nuovamente da solo, ho ancora molta strada e vorrei arrivare prima di buio vicino alla foresta dei cedri ma sono 250km e quasi tutti in strade decisamente non primarie. Inizialmente devo scendere ancora di quota e la strada è tutta curve e molte parti sono sterrate, poi continuo lungo strade che sono considerabili poco più di semplici strade di campagna, molto strette e con l'asfalto solo al centro, dalle parti un dislivello di 4-5cm e di nuovo ghiaietto e sterrato.
Quando ritorno sulla via principale mi sembra di guidare sul velluto e così il piacere della guida torna. Arrivo a Azrou che è quasi buio, il primo hotel non ha l'acqua calda, il secondo non ha il parcheggio privato e così punto al terzo, hotel Panorama, di solito quelli che si chiamano così sono carini. Con un prezzo di 280dhm, una camera con wifi e parcheggio privato mi ci fiondo, ho bisogno solo di una doccia e di mangiare qualcosa.
Purtroppo è giunto il momento anche di prenotare il rientro, così la serata la dedico pure per autoinfliggermi sofferenze e guardare il traghetto e l'ultima notte in territorio marocchino.
La voglia di tornare è zero. Ma questo viaggio sta per finire, domani ho l'ultimo trasferimento, ultimi 400km e rivedo il mediterraneo. L'ho lasciato il 22 ottobre e non ho voglia di riprendere la rotta verso...casa


giovedì 7 novembre 2013

Marrakech-Dades . L'albergo a milioni di stelle

Evito la parte del turista a Marrakech... è un racconto di viaggio allora non ce ne importa del turismo...

Stamattina sono completamente svogliato, mi voglio godere il letto, sono le 9 e ancora non ho sistemato niente. L'idea di oggi è attraversare parte della catena dell'Atlante, andarmene a Ouarzazate e proseguire fino alle gole del Dades, per poi fermarmi a dormire lì.
Parto a mattinata inoltrata e solo perchè devo, me ne starei qui un altro giorno ma ormai il tempo vola e tra 3 giorni devo essere a Tangeri, così se voglio vedere altro del Marocco devo darmi da fare.
Appena passata Marrakech si arriva subito ai piedi delle montagne, il passo che tengo è dolce non ho fretta e mi godo ogni curva, ogni paesaggio che il momento mi offre. Piccoli paesini che si fondono con i lati dei monti e la vegetazione che cambia spesso. Non ci credo, hanno pure le pinete qui! Mi sembra di essere tornato in Gran Canaria...


So che questa strada mi porterà a percorrere il passo più alto del Marocco a 2260m (finora il massimo che avevo raggiunto in moto è stato quello di Campo Imperatore a 2100m) e sono proprio curioso che panorama mi posso godere da lì. La strada sale, svaniscono gli alberi e le cime delle montagne cominciano ad essere sempre più vicine, la strada segue un fiume ed intorno al fiume c'è vita, diverse case molti greggi di animali e molti venditori di fossili e minerali che cercano di attirare l'attenzione su di loro. Ad ogni curva trovo uno con una pietra in mano, prima di colore rosso, poi verde e poi addirittura viola. Arrivo in cima e rimango senza parole, le montagne regalano sempre un emozione, in più fa freschino e mi metto la maglia.


Mancano un centinaio di km da qui per Ouarzazate, famosa per le cascate, e così c'è da aspettare solo paio d'ore, il tempo di scendere di quota e di percorrere un altro pezzo di strada, da queste parti mi sembra ormai di capire che ogni strada costeggi un fiume ed insieme se ne vanno a braccetto per un po'.
E' vergogna dato che mi ritengo un buon navigatore e ne sono pure provvisto ma le cascate non le ho trovate, e poi dato che ho trovato questo non capisco se ho sbagliato strada...


Pazienza, mi godrò di più la prossima tappa, direzione Gole del Dades.
Sto andando abbastanza veloce, prima arrivo e prima mi godo un po' di relax in hotel o una gitarella lungo questa gola, all'orizzonte e poi sempre più vicino vedo un altro motociclista, lo raggiungo e dopo un paio di parole al volo ci fermiamo, dalla targa sembra essere belga e lui si chiama Josh. Parliamo un po' in inglese, mi racconta del suo viaggio, prevalentemente off-road e quasi ogni sera in tenda dove capita, poi io gli racconto il mio, alla fine decidiamo di fare un pezzo di strada insieme.
Per strada mi viene in mente che potrei usare nuovamente la tenda ed andarmene con lui da qualche parte, visto che tanto di programmi non ne ho e lui sembra così simpatico, andata, quando ci fermiamo glielo chiedo.
Appena prima della gola facciamo entrambi il pieno e glielo chiedo: accetta con piacere! Allora, visto che sono le 5 e tra un'ora fa buio e qui fa notte in un attimo decidiamo di cercarci l'alloggio. Prima io ho bisogno di mangiare, non ho pranzato e sento la necessità di mettere qualcosa sotto i denti. Su questo siamo diversi, lui mi dice che fa un pranzo molto abbondante e poi nient'altro per tutto il giorno mentre io non pranzo ma la sera m'abbuffo!
Il tizio del ristorante ci dice che lì vicino c'è una stradina che porta ad un posto dove fanno dei mattoni, lì nessuno ci disturberà se mettiamo la tenda. Ringrazio ed andiamo a vedere, il posto lo troviamo solo che per arrivarci bisogna passare attraverso un letto di un fiume in secca e sulle pietraie il SuperTenerè diventa pesantissimo e quando il davanti si infossa eccomi che mi ritrovo per terra (ero quasi fermo). Io sono in piedi ma la moto è coricata sul fianco e fortuna le borse e i telaietti sono robusti e la ditta ha mantenuto fede al suo nome "Heavy duties" così nessun danno. Da solo ci provo ma la moto non si sposta di un mm, è pesantissima e devo attendere l'aiuto di Josh.
In 2 ci riusciamo ma questo non sembra il posto giusto, torniamo indietro e proseguiamo lungo la strada; nemmeno 10 minuti dopo c'è una stradina sterrata sulla sinistra, la prendiamo e vediamo che s'allarga un po' per poi finire 200m dopo, quello è il posto ideale, ci mettiamo sul bordo ed iniziamo a montare il campo. Intanto il sole è calato e il buio cala velocemente, si fa sempre più fresco ed il mio nuovo amico mi invita a bere del caffè che io da buon italiano accetto. Mi fa: non sarà espresso ma ti devi accontentare. Acqua scaldata dal fornello, Nescafè, latte in polvere e niente zucchero (io lo bevo zuccherato) ma quello, in quella situazione è squisito, non posso e non voglio chiedere di meglio!
Poi durante la cena un piacevole incontro, uno scorpioncino viene a farci visita, è davvero grazioso, piccolo piccolo e con estrema gentilezza lo faccio allontanare, dall'aria non è velenoso ma sapete com'è.

Era la situazione che aspettavo, lontano da ogni fonte di luce, anche se chiuso da due monti posso finalmente fare qualche foto alle stelle, o almeno ci provo.


Sono stupito, esaltato e ogni aggettivo positivo ce lo posso mettere, è una rara visione e posso dirmi felice di esser lì in quel momento anche se avrei voluto fare più foto e il mio amico già sbadiglia!
Si va a nanna, ma sempre con le orecchie tese a sentire se qualcuno o qualcosa passi di lì. In verità un paio di persone passano ma proseguono senza dir nulla. Chissà.
Complice il freddo, la scomodità e le orecchie tese la notte sarà lunga ma non vorrei essere da nessun'altra parte...

martedì 5 novembre 2013

Guelmim-Marrakech . Momento da turista

Questa notte l'ho passata molto bene, l'albergo è quello che m'era piaciuto un mondo già dall'andata quindi mi sono ristabilito, nei giorni scorsi tanto caldo ma ieri sono arrivato tutto infreddolito così dopo una doccia lunga un sogno e una bella dormita sono di nuovo in forma, anzi me la prendo proprio comoda, sto sul letto ad oziare e scendo un po' in ritardo, tanto oggi la tappa è più leggera e non ho fretta.
Scendo verso le 9 e dopo la colazione porto fuori la moto e controllo l'olio, è l'unica cosa che ho da fare visto che il resto va bene, al limite ogni tanto dovrei tendere un po' la catena ma è sempre lì che non si stira, meglio.
Immergo l'asta per controllare il livello e mi prende un mezzo accidente, siamo un po' bassini, anzi, un tantino bassino visto che siamo ben al di sotto del minimo, diciamo che tra un centimetro finisce l'asta per misurare il livello. Rabbocco con il poco olio che m'è rimasto e continuo ad essere sotto, e di parecchio, così la mia priorità per strada sarà trovare un litro d'olio. Urgente, senza olio la moto grippa anche se parlando con Francesco Ristori m'ha detto che nel suo viaggio è andato sotto di un litro intero, quindi sono allertanto ma non preoccupatissimo.
Quando arriverò al benzinaio chiederò. Parto, e dopo poco eccolo, chiedo e non ne hanno. Attendo che mi si presenti il secondo e anche qui risposta negativa. Al terzo cercano d'appiopparmi quello per le moto a 2 tempi o quello per le auto. 
Non riesco a trovarne un cavolo di litro di un qualsiasi olio per moto a 4 tempi. 
Esco dall'ultimo benzinaio e c'è una diretta, la percorro e vengo fermato all'ennesimo posto di controllo, ma stavolta mi dicono: lo sai che qui è 60? Tu andavi a 78. 
Fatto sta che mi contestano una multa da 300dhm, tergiverso dico che non ho con me sufficienti soldi e che se vogliono possono scrivere la multa e mandarmela a casa, magari vogliono la mancia e stavolta non ho intenzione di dargliela.
Solo che, cavoli, hanno il telelaser a testimonianza e come se non bastasse mi fanno vedere la foto e hanno pure il video, sono bello sulla moto carica eheh! Misà che stavolta sono obbligato a pagare, hanno le prove non si sono inventati nulla. Tiro fuori la pantomima dell'olio e i soldi che mi servono per quello e per la benzina, bla bla bla, ma mi tocca tirarli fuori. Prende i soldi e inizia a scrivere la ricevuta poi tergiversa pure lui, ferma un'altra macchina e dopo viene e mi restituisce 200dhm dicendo che gli sto simpatico e che la multa l'annulla con 100dhm che... ovviamente vanno ai 2 compari. Non me la sento di insistere, in fondo hanno la foto e 10€ mi tocca buttarli così! 
Per l'olio mi consigliano di arrivare fino ad Agadir (150km) lì avrei trovato il concessionario Yamaha e con la raccomandazione vai un po' più piano riparto.
Ancora un paio di benzinai mi danno buca, poi chiedo ad uno che è la versione casereccia dei distributori precedenti e ce l'hanno. Un litro di Total 10w40 che anche se uso un 15w50 non importa, come si dice: il super digerisce tutto, l'importante è averlo.
Riempio di quasi mezzo litro e sono di nuovo rilassato, e tutto scorre tranquillo, entro ad Agadir e mi pare bellissima vista di sfuggita, c'è il Marocco in festa e dopo giorni nel deserto vedere una città con i giardini verdi, pianti dalle foglie verdi, molto curati entrambi con tutte le bandiere del Marocco che fanno da contorno mi piace, gradisco molto l'impatto visivo.
Da qui inizia l'autostrada, la noiosa autostrada che mi porta dritto a Marrakech, e manco a farlo apposta iniziano le nuvole quasi come quelle dei giorni prima, spero proprio che non piova sennò mi incazzo sul serio, invece a parte un bel freschetto ed il sole coperto non succede nulla e ne sono lieto. 
Arrivo a Marrakech alle 4 e mezza, trovo l'albergo al secondo tentativo, il traffico qui non permette la minima distrazione, occupo un sacco di spazio e non posso sgusciare via come i motorini intorno a me. 
Hotel Narjsse e parcheggio privato poco vicino, 500dhm il primo e 100 il secondo, alla fine m'è andata bene, sono praticamente vicino alla piazza principale e la camera è molto bella.
Il tempo di fare una doccia, avvisare che sono arrivato, prendo la reflex, mi metto in modalità turista e di corsa in piazza Jeema El Fna. In strada un botto di gente, la piazza è enorme e davanti a me una nuvola di fumo bianco che proviene dalle cucine dei ristorantini che stanno lì in mezzo. Intorno c'è di tutto, chiunque sa fare qualcosa si esibisce e così oltre a diversi venditori c'è: il ragazzo che s'è costruito una buca da minigolf e fa divertire la gente così, c'è il giullare, il suonatore di bonghi, quello con la chitarra e altri artisti. C'è il comico e ci sono donne che ti fanno disegni e tatuaggi sulle mani. Purtroppo, cosa che detesto, ci sono anche quelli con le scimmie, ovviamente incatenate, addirittura una chiusa in una gabbia che non penso dai versi che fa sia molto contenta!
Insomma, c'è una confusione enorme, ma arrivato da Dakar e Saint Louis qui c'è del caos organizzato, ognuno ha il suo spazio e le cose sono ben definite. Quindi la piazza è spartita tra: zona degli artisti vari, zona dei ristoranti e quella delle botteghe. Devo dire che mi piace proprio, in pochi metri cambia la musica, cambiano gli odori e devo dire che è piacevole starsene vicini alle bancarelle d'incensi. 
Ceno su uno delle decine di ristorantini (non sono per niente economici però) e poi dopo avermi goduto la piazza e fatto due foto vado a nanne...






domenica 3 novembre 2013

Boujdour-Guelmim . Maledico quest'oggi

Alle 7 e mezza sono sveglio, di nuovo, per la centesima volta stanotte, però dai sono un po' riposato e la fortuna è che ha smesso verso le 6 e quindi riesco a preparare tutto senza bagnarmi. Il cielo si sta riaprendo, ma tengo sempre a portata di mano le due maglie pesanti, visto che immagino che anche oggi la tappa sarà bella fresca. Non l'ho scritto ieri ma passando dai 40° ai 22 della zona di Dakhla ho dovuto chiudere tutte le prese d'aria della giacca e mettermi un maglione, e tanto sentivo freddo. Così oggi, credendo che sia la stessa cosa faccio uguale, 2 maglie in previsione che faccia freddo.
Una colazione formata da un cappuccino e una merendina, il tutto 8DHM (80centesimi), e sono pronto a ripartire.
All'uscita della città controllo della polizia: fiche! è l'ultima, non ne ho più. In totale in questo viaggio ne avrò distribuite 50, significa che tali sono stati i posti di blocco considerando solo Western Sahara e Mauritania.

Nemmeno mezz'ora di viaggio e vedo all'orizzonte dei nuvoloni scuri, sia io che loro stiamo andando verso nord, misà che tra poco succederà quello che penso, anche se spero tanto di no (oggi è l'ultima tappa in cui costeggierò l'oceano e passo per dune davvero belle, vorrei farmici un paio di foto), e invece, c'entro dentro ed inizia a scaricarmi una debole seppur irritante pioggerella.
La mattina passa così, tutto intorno a me è bagnato ed il deserto non è bello così, inoltre l'oceano è avvolto da una nebbiolina fitta e non riesco a veder quasi nulla, sono un po' demoralizzato, sarà una tratta triste, guidare tutto il tempo e non godersi nulla.
Verso l'ora di pranzo ho una gran fame, mi rendo conto che vuoi l'aria, vuoi la fame, sto letteralmente sbavando sotto il casco. In un paesino mi fermo ad uno dei soliti ristorantini, chiedo e mi indicano il tavolo, appoggio la giacca e me ne vado a lavare le mani. Al mio ritorno c'è già il piatto servito, non è la prima volta che mi capita, in queste zone ogni ristorante fa una cosa, a me sono toccati 2 pesci mezzi grigliati mezzi fritti, ma come al solito non c'è la forchetta, chiedo e stavolta il cameriere ha il buon cuore di rispondere: noi non abbiamo forchette, benissimo, basta saperlo, mangio con le mani. Mi piace mangiare tipico ma con le mani con l'igiene che c'è qui non è il massimo, già solo la moto a germi farebbe impallidire i dirigenti Napisan, ma pazienza mangio, anzi me lo gusto, il pesce è buono.
Al momento del conto il cameriere mi dice: 25DHM, che considerando l'ordine che non ho fatto, che non c'è la forchetta è comunque un ottimo prezzo per 2 pesci freschi.
Per strada incontro un'altra moto, rallento ed entrambi ci fermiamo, loro sono una coppia di tedeschi su un Honda Transalp 600, assomigliano proprio a Pinuccio e Doni, loro stanno andando a Dakar, e dopo avergli dato un paio di consigli ci salutiamo. Un bell'incontro, mica come con i francesi!
Quando arrivo a TanTan mancano 150km, è la prima città appena lasciato l'oceano, da qui infatti la strada si arrampica nei primi monti dell'entroterra, così saluto di cuore il mare e m'addentro. Penso che se la pioggia arriva dall'umidità della zona costiera man mano che m'addentro non pioverà più, ma mi sbagliavo, eccome. Ho alle spalle 500km fatti e ora la pioggia si infittisce, mi fa sempre più male alle guance, ogni goccia è come un pizzico e mi provoca non poco dolore, se poi aggiungi tutti quei camion che ti alzano una nuvola d'acqua la cosa si complica, devo guidare con la visiera alzata, ringrazio i RayBan che mi proteggono gli occhi, ma vedo poco e devo rallentare, la strada inoltre fa continui sali scendi e tante curve e per sicurezza devo andare piano e toccare il meno possibile i freni. Sono bagnato e incazzato, 1 la pioggia m'ha rovinato la giornata, 2 mi fa proprio male al viso e 3 possibile che nel mezzo del Sahara mi becco una giornata intera di pioggia?
In quel momento arrivo ad urlare da sotto il casco, sono nervoso che di più non posso esserlo, ce l'ho con tutti. Mi viene in mente lo sproloquio di Benigni ma urlato!
Arrivo a Guelmim e mi presento alla reception, si ricordano e mi propongono la stessa camera allo stesso prezzo. Sono infreddolito (ma sarà possibile qui?) e l'unica cosa che sogno è la doccia. Ne approfitto per lavare le magliette sennò a Marrakech devo andare in giro senza.
Miracolo, stasera ho cenato e quindi sono riuscito a fare 2 pasti in un giorno! Urrà
ps. La pancetta nonostante tutto ce l'ho uguale a prima, manco in Africa non riesco a dimagrire...

Le foto le carico domani... per stasera accontentatevi!

Hotel Barbas-Boujdour . Contro ogni statistica

Oggi inizio a guidare che ho qualcosa dentro, un magone, sono rientrato in Marocco ed è come se fossi a casa, sento che il viaggio sta finendo, ho concluso tutte le dogane e per quanto ho faticato per tutta questa strada all'andata vorrei potermi girare di nuovo o prenderne un'altra.
Ieri sera ho guardato quando partono i traghetti, non vorrei farlo ma devo informarmi così da valutare i giorni che posso ancora stare, ho l'assicurazione temporanea della moto che scade il 10 e quindi devo prendere l'ultimo disponibile e guardando c'è quello per Genova il 9.
Valuto anche quanta strada devo ancora fare e i giorni che mi posso permettere per le visite delle città come turista, il risultato è comunque poco, troppo poco tempo a disposizione.
Davanti a me un gruppo di motociclisti a bordo strada, rallento e poi mi fermo per un saluto e per chiedere se è tutto ok. Sono inglesi, un gruppo di intrepidi che fanno impallidire pure me, da casa loro fino in Gambia con gli scooter, sono fantastici, hanno un auto di supporto ma sono dei veri temerari e mi dicono che sono fermi perchè... devono solo mettere benzina, la loro autonomia è scarsetta.
Parlo con loro e gli dico: Passate per Rosso o Djama? Uno mi risponde che si è fatto Rosso in moto col Bmw a giugno e lì la polizia lo ha devastato, monetariamente parlando e al ritorno è passato per Djama, guarda un po' come me ed infatti glielo faccio notare che ho fatto la stessa cosa. Non si fa Rosso due volte continua il tizio, ed infatti loro sono diretti per Djama, e io posso solo confermargli che se non piove la strada è agevole. Ci stringiamo le mani e riparto.
All'andata c'ero rimasto male perchè non ero riuscito a trovare il cartello con scritto: Tropico del Cancro, ma stavolta, poco sotto Dakhla eccolo, è molto anonimo ma sono riuscito a beccarlo, foto di rito obbligatoria.

Prosegue la giornata, oggi sono convinto che finalmente riuscirò a fare sia pranzo che cena, per quanto riguarda il pranzo trovo un ristorantino per strada, mi ci fiondo e qui ordino un Tajine piccolo. Manco un minuto e me lo servono, ma non ho forchette, chiedo e intanto che aspetto inizio a mangiarlo con il pane, insomma alla fine questa forchetta non arriverà mai. Avevo dovuto mangiare con le mani anche all'andata, bò sarà proibita birra e forchetta in questo posto.
Proseguo con l'idea di ieri, sto per finire il viaggio però penso che ancora ci sono in mezzo, che comunque è stato bello quello che ho vissuto ma altrettanto c'è ancora strada da fare e che sono felice di essere dove sono:

Avanzo lungo la mitica N1 in direzione Nord, la strada si allunga in un rettilineo sparendo all'orizzonte. Il 2 cilindri 750 procede fluido quasi toccando i 5000 giri e sembra voler dire: posso portarti in capo al mondo se vuoi. Io gli rispondo: vedremo, un giorno forse, intanto siamo qui! Sulle cuffie 'I will wait' dei mumford&sons. Non ho bisogno di altro, questo è il mio concetto di libertà... Si, sono felice!!!

Arrivo a Boujdour prima di sera, la città è in festa e noto nella piazza che ci sono rappresentazioni con giovani a bordo di cammelli, bellissimo!
Stasera voglio cambiare hotel, m'hanno detto che qui c'è un bel camping così provo ad andar lì.
I bungalow sono tutti occupati, in compenso lo spazio per la tenda ce n'è in abbondanza, non avrei voglia di aprire tutto ma visto che l'ho portata via usiamola.

Ho intenzione di montare tutto per poi andarmene a cena, ma ecco che appena finisco manco a farlo apposta inizia a piovere. Si, nel bel mezzo del Western Sahara piove. Mi rifugio in tenda e qui rimango anche perchè non sembra voglia smettere, proprio una bella serata per il camping, giusta giusta, non posso nemmeno fare le foto alle stesse come avrei voluto. Sono le 8 e non avendo wifi, fuori piove e non posso nemmeno andare a cena, non resta che cercare d'addormentarsi.
Qualcuno ce l'ha con me perchè dalla citttà in festa inizia una specie di concerto, o è solo il Muezzin stonato ma qui non c'è verso di dormire. Ho tutto contro stasera! La prima e penso l'ultima sera che faccio campeggio nel Sahara piove, c'è da ripeterlo perchè non ci voglio credere, almeno sono fortunato per il fatto che mi ha lasciato il tempo di montarla la tenda. Aggiungiamo inoltre, un dettaglio, che c'è un cm di sabbia e sotto è cementato così nemmeno i picchetti funzionano e la copertura della tenda sbatte con quella sotto rompendo assai le scatole. Ogni paio d'ore mi sveglierò ma comunque a me il rumore della pioggia è sempre piaciuto, unica nota positiva, così un po' mi coccola e dormo.
Pioverà per tutta la notte!!!!!

Nouakchott-Hotel Barbas . La Mauritania c'est Chic

Pensavo di dormire di più, questo hotel è uno dei migliori in cui ho pernottato e visto che finora il sonno ha vacillato avrei pensato che finite le dogane e potendomi rilassare un po' anche il sonno sarebbe venuto di conseguenza. Sono le 7 di mattina e puntuale mi sveglio, eppure il letto è comodo, ho il climatizzatore eppure sono con gli occhi aperti, subito il problema, un ronzio fastidioso intorno agli orecchi, maledetta zanzara, anzi maledette visto che mi viene da grattarmi. E così, col prurito anche stamattina alzataccia.
Parto da Nouakchott col saluto del guardiano, un tipo simpatico, un vecchietto ma sembra tosto ancora.
La Mauritania non è come me l'aspettavo, m'era stata descritta in tutto un altro modo, all'inizio ne avevo quasi il timore ed invece eccomi qui, sto quasi per salutarla e già mi manca. A paesaggi non è seconda alla Tunisia, ha delle bellissime dune, un territorio selvaggio e l'ambiente varia ogni tanto, non è monotono se non per il fatto che è pianeggiante per la maggior parte (almeno questo tratto).

Incrocio 2 francesi sulle nuove Tenerè, rallento, ma loro passano solo con un saluto. Ma come, ci si incontra nel mezzo della Mauritania e nemmeno un secondo per un saluto?  Francesi, appunto.
A meno di un km dalla frontiera per il Marocco una folata di vento gelido sembra farmi capire che da lì si cambia storia, è strano, è un confine stupido, in mezzo al nulla ma in un attimo cambia paesaggio e clima, passo infatti dai 40° ai 30 con vento fresco e dalla sabbia alla roccia.
Arrivo in dogana e compro subito una bottiglia d'acqua, se quel che m'aveva detto è vero dovrei reincontrare il ragazzo "intrappolato" nella terra di nessuno e così gliela voglio dare.
Nemmeno il tempo di rimontare in sella per andarmene ai controlli e lo vedo arrivare, ha un po' di pane sotto braccio e quando mi vede mi viene a salutare. Gli dico che ho preso l'acqua per lui e ne è contento, ma come mai sei nel lato Mauritano? Mi risponde che per qualche minuto lo lasciano passare per comprare da mangiare.
Sinceramente vista da fuori non mi sembra una storia vera, è tanto irreale quanto strana, però lui è sempre lì e a contrario di altri non chiede soldi.
Timbri, timbri, compila qui, compila là sono dentro il Marocco, di nuovo, ormai ho il passaporto pieno di timbri e il libretto della moto me l'hanno massacrato, appena torno dovrò riempirlo di scotch.

Mancano 80km che mi separano all'hotel, tiro la moto perchè non ne posso più, sono stanco, però sono anche soddisfatto di quello che ho vissuto finora, guardo la mia ombra prolungarsi mentre si fa sera e penso che fra poco finirà il viaggio, mi viene una nota di malinconia...

giovedì 31 ottobre 2013

Saint Louis-Nouakchott . La rivincita

Vado a fare colazione che sono le 8, mi gusto un paio di belle crepes con la cioccolata col sorriso e la proprietaria mi chiede se posso accompagnarla fino al centro di Saint Louis con la moto, va bene, basta che mi da il tempo di preparare tutta la roba. Dopo mezz'ora sono pronto, stiamo un po' stretti ma centriamo, era da un po' che non avevo una zavorrina (termine tecnico motociclistico), giriamo per il centro e alla fine è stato bello finchè è durato e la scarico dove mi dice. La ringrazio per questi 2 giorni, lei ed il marito sono stati gentili e so che mi mancherà quel posto in riva all'oceano con i granchi giocherelloni.

Parto alla volta di Djama, oggi non andrò fino a Rosso, cascasse il mondo o mi si rompesse la moto ma la soddisfazione non gliela dò, come sarà il sentiero dell'altra dogana non sono riuscito a capirlo anche se Solement ieri m'ha detto che è fattibile con la mia moto.
Arrivo in dogana dopo appena 40km e qui i controlli durano poco, mi affaccio al cabinotto della polizia e trovo un solerte poliziotto intento a guardare Atalanta-Inter sdraiato su di una branda. E' visibilmente scocciato della mia presenza ma gli tocca lavorare, mi chiede se era mio amico un tizio in moto che è passato poco prima, gli dico di no, che non so chi sia, non importa, mette il timbro e mi congeda, e purtroppo per lui arriveranno altre persone: la partita dovrà attendere.
Vado dall'altro impiegato che sembra fottersene e quindi riesco senza ultimo controllo ad avanzare. Le due dogane, quella Mauritana e quella Senegalese distano solo un centinaio di metri, ovvero l'ampiezza del fiume che li divide ed in mezzo uno sbarramento con un ponte a pagamento. Gli do i 2000 franchi e posso passare.
A confronto di Rosso qui la dogana è tranquilla, gli agenti fanno il loro lavoro, qualcosa chiedono ma è tutto molto soft, si fa il permesso di importazione e i timbri d'entrata, poi per l'assicurazione ci pensa un omino pelato che non ha mai smesso di fumare. Mi chiama e mi porta dietro il baracchino della polizia, qui c'è il suo ufficio, e non vi stupite se vi dico che è il più bell'ufficio che abbia mai visto. Allora la struttura posso dire che è come fosse stata adibita precedentemente a pollaio, ha le travi nemmeno unite ed è ricoperta in plastica.
Di poltroncine ce ne sono 6, 2 da 3 in realtà perchè sono state ricavate da qualche macchina, mi sembrano quasi quelli di una Fiat Marea, comunque sono comodi. Il tavolo è una cassa ricoperta con la plastica, la stessa del tetto e sopra c'è un solo registro. Intorno ci sono travi, pezzi di legno e tanta immondizia. Affascinante. 
Ultimo controllo e sono apposto, è tutto ok, ma prima di partire mi chiede 5€. Perchè? gli chiedo. Lui dice qualcosa in francese che sinceramente non capisco, avrà pensato che facessi orecchie da mercante poi lo ridice e alla terza si stufa. Però mi dice: quando ripasserai ricordati che dovrai pagarli sti 5€. Io dico: Ok!!! Inutile aggiungere altro, questo non mi vedrà più.
Infine gli chiedo della strada: ci sono problemi? C'è la sabbia? No no, con la moto no problema, non c'è sabbia. 
Sono sollevato, metto il casco e sono pronto per quest'avventura.

La strada inizia subito con doulè ondulè e buche, tante buche ma dall'altra parte arrivano macchine normali e quindi non m'allarmo, anzi finchè dura il telaio delle borse mi diverto.

Ogni tanto mi fermo a fare qualche foto, è un bel posto, costeggi prima una laguna, poi il fiume Senegal e si incontrano anche "villaggetti" di una decina d'anime ciascuno. Tutti salutano e sono cordiali, non come m'aveva detto il poliziotto per farmi andare a Rosso all'andata, mi ha fatto il segno del grilletto, mi voleva dire che lì sparano. Mah, corrotto d'un bastardo.
In un paio d'ore riesco a coprire i 70km di pista fino a che mi riallaccio con la strada nazionale: la N2, da qui so che è tutto tranquillo, tornano i controlli e distribuisco quattro fiche ad altrettante pattuglie.
Nouakchott è calma oggi, di traffico poco e non ho problemi a raggiungere l'albergo, anche se prima devio per la prima banca che incontro. Non riesco a ritirare ne con Visa ne con Mastercard, la mando a quel paese ed esco. Lì fuori vedo dall'altra parte della strada una moto carica come la mia, lo raggiungo e lo saluto. è di un francese a bordo del nuovo gs800 e mi dice che oggi arriva da Djama, ahhh ma allora eri tu, gli dico che ho fatto pure io la stessa strada, che mi avevano detto che era passato un altro motociclista. Mi dice che la banca dove è stato lui il bancomat funzione allora dopo averlo salutato vado a fare sto benedetto ritiro. Con i contanti in tasca arrivo all'albergo e mi danno la stanza allo stesso prezzo dell'altra volta: ovvio! Il guardiano mi riconosce e mi saluta, tutto ok in Senegal? Tout bien!!!
Subito doccia e vai con internet a dire alla famiglia che è tutto ok. 
Una cosa che non capisco, ero a cena, alla televisione davano una pubblicità americana di un attrezzo ginnico, ovviamente tutte donne col top sportivo e leggins, gli uomini che guardavano non hanno fiatato, ma io mi chiedo allora: è autocensura con le proprie donne? La tv da quello che ho visto in Mauritania e Western Sahara ormai è occidentalizzata del tutto e trasmette ciò che fa in Europa, senza problemi. Non capisco del tutto...
Poi dopo cena entra uno dei camerieri e dice qualcosa all'altro a proposito di una moto e un italiano, poi mi vede e mi chiede se sono venuto lì dall'Italia. Gli rispondo di si, che sono stato a Dakar e ora sto tornando, più o meno 7000km. Ha un enorme sorriso, mi fa i complimenti mi stringe la mano, mi piacciono troppo queste scene.
Ma la cosa che preferisco è quando da queste parti con la mano sul cuore ti dicono: Inshallah
Me lo riempiono davvero il cuore

mercoledì 30 ottobre 2013

Saint Louis . Provo a fare il turista

Speravo di dormire parecchio visto che ho deciso di fare un giorno di stop e godermi un po' di tempo in città ed invece eccomi alle 7 con gli occhi aperti.
Tergiverso un po', anzi, parecchio perchè vado a fare colazione più di un'ora dopo. Il posto è davvero bello e mi gusta un sacco girare con le ciabatte per tutta la zona, compreso il ristorante che è sulla sabbia.
Decido di andare in città stamattina, vediamo cosa di bello possa offrire poi così ho il pomeriggio libero e me vado a pescare con la piroga tipica della zona.
Vado in centro e qui non trovo nulla di bello da vedere, faccio giusto un acquisto e una foto al famoso Hotel de la poste, poi li davanti trovo il museo dedicato agli anni dell'aeropostale e di Mermoz (vi consiglio di cercarlo, ha una bella storia) e ci entro, la visita dura poco, sono 3 stanze con qualche cartellone che racconta di quegli anni, poi mi godo un documentario in francese con video dell'epoca (parliamo del 1920). Non è che ci abbia capito molto però era interessante, mi sono sempre piaciute le storie di quegli anni dove tutto era una scoperta, un mondo ancora da esplorare e conoscere.

Finito il tour non so che fare allora decido di tornare in albergo, ma nemmeno pochi metri dopo sento un colpo e la leva frizione rimane chiusa nel pugno facendo spegnere la moto. Il cavo della frizione s'è tranciato, rimango lì fermo sulla strada in sella alla moto per qualche istante poi mi rendo conto di aver avuto molta fortuna, stamattina sono uscito con le valigie laterali e ho lasciato tutto dentro così ho tutti gli strumenti per rimettermi in moto. Il cavo l'ho visto sostituire una volta, così cerco nella memoria i passaggi che quel giorno un meccanico de L'Aquila ha compiuto per rimetterlo. Appoggio gli attrezzi per terra e inizio coi lavori, si radunano un gruppo di bambini, sono curiosi, non capiscono perchè sto lì a fare chissà cosa. Per terra sembra una bancarella di attrezzi, inizio con i lavori e m'accorgo che ci vuole meno di quello che credessi, pochi minuti, mani sporche ma posso ripartire. Appena finito alzo lo sguardo e mimando ai bambini dico: Tout Bien!

Torno in albergo e aspetto le 2 aggiornando il blog, a quell'ora arriva il mio pescatore che si presenterà quasi puntuale.
Non vedo canne da pesca e la cosa mi insospettisce, seguiamo la corrente del fiume Senegal e gettiamo l'ancora, lui tira fuori un sacco da dove fa uscire 2 togne, per oggi saranno i nostri strumenti, ovvero pescheremo con le mani cosa che facevo a Grado (di nuovo) pescando i "guatti". La togna è semplicemente un pezzo di legno o sughero con il filo arrotolato intorno e una montatura molto semplice.
Oggi si va a pescegatti, nel giro di un paio d'ore già ne abbiamo presi diversi, anche se ammetto che lui m'ha stracciato!


Al ritorno gli dico di preferire le canne ma alla fine è stato divertente, lo ringrazio e torno in albergo.
Stasera pesce e gazzella!

Dakar-Riserva di Bandia-Saint Louis . Comincia la risalita

Scendo a fare colazione, la proprietaria è svizzera e c'è un ragazzo tedesco ospite, loro parlano e qualcosa intendo, provo a partecipare, dopo tanto francese finalmente una lingua che capisco un po' più.
Ho pagato ieri sera così posso andarmene tranquillo, carico tutto e sono pronto.
Oggi ho deciso di andare nella riserva di Bandia, farò il turista, voglio andare a fare un safari per quanto la riserva sia piccola.
Questo posto dista circa 60km da Dakar, ho bisogno di contanti in moneta locale, mi dico che per strada ci sarà una banca e allora parto tranquillo.
Non ho ripensamenti, sono contento di andarmene e Au Revoire non glielo dico. Sono però entusiasta per quello che andrò a vedere, adoro gli animali africani, come tutti in generale e allora torna il buonumore, sto bene e non vedo l'ora di tirare fuori per la prima volta la reflex.
Arrivo fino alla riserva senza incontrare una banca, un misero posto dove ritare contanti, allora sono obbligato a proseguire (odio fare più strada di quella che mi sono prefissata), al primo paese chiedo e mi rispondono che devo arrivare fino a Mbour che dista altri 12km. Pazienza, coglione io che non ho cercato a Dakar e così accetto i frutti del mio agire.
Dopo un quarto d'ora che ho passato la riserva arrivo in paese e ritiro, non prima d'aver preso paura, cerco di ritirare, digito il codice, mi chiede quanto voglio prelevare e una volta confermato non succede nulla, dice attendere ma non fa un verso. Bloccato! Alè, sto Senegal me le tira tutte... Si affaccia la guardia perchè sono già un paio di minuti che aspetto, gli dico che s'è bloccato e lui tranquillamente indica il tasto annulla. Lo premo e mi ridà la carta (espressione -.-' ). La guardia mi dice: è visa o mastercard? Ho mastercard, ahhh funziona solo Visa. Ok, stavolta tiro fuori la postepay e ritiro tranquillo. Ma io mi chiedo comunque, ma che me li fai a fare tutti i passaggi stupida macchina, se vedi che è una mastercard ridammela subito (espressione -.- continua).
Arrivo finalmente all'entrata del parco e lì ad attendere c'è un gruppo di francesi. Alla biglietteria mi dice: sei da solo? No, ho la moto con dentro 10 persone (volto -.- e 3).
Devo aspettare, quel gruppo è al completo, si scusano ma non ce ne sono altri in vista. Pazienterò, mi metto a sedere sotto l'ombra d'un baobab e attendo, anche se non so che sto aspettando visto che qui di gente non ce n'è più e in un paio d'ore voglio essere per strada per non arrivare col buio.

Arriva la macchina ed il gruppo di francesi sale, li saluto ma uno di loro dice alla guida: se ci stringiamo lui c'entra. Ok, mi fanno cenno di fare veloce, pagare e salire. Prendo la reflex e divento anche io turista in gruppo.
Con l'anda di un bambino vi dico: Ho visto i coccodrilliiiii, ho visto le giraffeeee, la iena, il bufalo, l'orice, il rinoceronte e gli struzzi!!!
Sono proprio figo con la reflex in mano circondato da altri bianchi europei con le loro macchinette a fotografare animali seduti sopra un pickup. Adventure edition!
Me la godo e mi rilasso, è la prima volta che uso la nuova macchina fotografica e spero che le foto siano venute bene.

Terminato il tour, che a dire la verità m'è piaciuto anche se per quei sentieri avrei voluto guidare io il pickup, risalgo in sella con destinazione Saint Louis, città a 260km verso Nord.
Nuvole grigie si stanno addensando, in verità è già da un'ora ma adesso il grigio si intensifica, aria da pioggia, ed infatti inizia a piovere, il che non è male, con l'aria mi rinfresca ma ho i pantaloni normali e si bagnano il giusto. Piove sempre più forte e mi riparo sotto la visiera del casco. In meno di 100km smetterà, ma non prima d'aver preso un accidente. La strada diventa scivolosa e quando ad un certo punto incontro delle strisce pedonali questi si rivelano molto più "saponate" di quello che m'aspettassi. Rallento in prossimità e quando ridò il gas la ruota dietro perde completamente aderenza facendo alzare fino a 6000 giri il motore. Il posteriore si intraversa un po' di lato verso destra, riesco a dare un leggero controsterzo togliendo il gas d'istinto, la moto mi grazia rimettendosi dritta barcollando un attimo. Tutto è filato liscio ma che scarica d'adrenalina.
Riesco a non fare tappe se non per far benzina e arrivo a Saint Louis che sono le 4. Intanto i vestiti si sono asciugati sotto il sole e 37° lungo la via.

Mi sono prefissato di andare all'hotel Mermoz, che indicano come bello, una rarità. Arrivo alla reception e mi dicono che è tutto pieno. Mannaggia.
Da fuori mi vede un senegalese e s'attacca dicendo che lui porta clienti ad un hotel di nome Phoenix, così mi fa strada e mi porta a far vedere questo posto. Come diciamo di solito è in culonia, ovvero alla punta estrema della penisola dei pescatori, dov'è c'era anche questo hotel Mermoz, ma il Phoenix è proprio l'ultimo e la strada non è delle migliori. Mi chiedo: ma dove minchia m'hai portato? Sarà il solito hotel patacca. Invece quando arrivo lo trovo carino, e m'accolgono subito i proprietari, una simpatica coppia di belgi. Non è nemmeno caro e quando mi fanno vedere la camera accetto volentieri (23€ li vale), in più mi lasciano portare la moto fino davanti la porta. Ringrazio il ragazzo, che mi dice chiamarsi Sulement, come il sole. Che carino!
Vado in spiaggia, giusto per immergere i piedi nel mare, che è agitato ed è meglio non entrarci, pena, la sparizione totale del corpo. Qui un branco di cani prima m'abbaia, ma da bravo Cesar Millan riesco a farmeli subito amici, sono più bravo con loro che con le persone.
Poi torno in camera, doccia infinita e poi quando riapro la porta è buio. Voglio cenare, mi hanno detto che il cuoco, ovvero il padrone Cristopher è bravissimo, vedremo. Mi avvio e qualcosa cattura la mia attenzione, un qualcosa si muove sul sentiero e si nasconde tra i cespugli. Penso: noooo! Qui ci stanno i topi. Guardo meglio, siiiii qui è pieno di granchi. Mi sembra d'esser tornato bambino all'epoca del mare a Grado, riempivamo secchielli pieni e ora sto qui a rincorrere granchi nel buio dell'hotel come un deficiente. Troppo divertente, domani replico.

Stasera si mangia pesce, ovviamente, tutto innaffiato con la Gazzelle e crepe al cioccolato per finire. Divino!

Lo so, quando sono in viaggio mi tratto bene.

Visita a Dakar

Come al solito sono sveglio presto, oggi devo ritrovare quell'entusiasmo spento ieri all'arrivo in città.
Prendo la reflex, la metto nello zaino e munito anche di telecamera vado ad esplorare Dakar, ovviamente in moto. Prima fra tutti voglio vedere se trovo quella location di ieri, alla fine quando ben 10 persone mi dicono che non lo sanno lascio stare.
Poi cerco il molo per andare a vedere l'isola di Goree, il traffico è intenso e quando la temperatura del motore sale di pari passo con la mia pazienza lascio perdere pure questo perchè qui vicino c'è il monumento alla rinascita africana, una statua imponente e a dire della gente anche molto carina.
Punto in quella direzione ma il traffico peggiora addirittura, ora sento di nuovo caldissimo, il motore è al limite e s'attacca la ventola e lo smog mi sta facendo impazzire. Sono vicino l'autostrada e con un nervoso addosso infinito mando letteralmente a quel paese quella bolgia infinita per andarmene fuori a vedere il lago rosa, almeno lì non credo di avere gli stessi problemi della città. Esco dall'autostrada e sento suonare il clacson della macchina dietro, insiste, mi giro e noto che è un bianco, faccio per accostare e dal finestrino mi dice: è la targa di Macerata quella!!! Oh, un italiano! Ci presentiamo, lui è Gianluca, trapiantato a Dakar un paio d'anni fa con la fidanzata per lavoro. Mi chiede se voglio fermarmi a pranzo, lui abita nei pressi del lago rosa e io accetto volentieri l'invito.
Lo seguo, entriamo in casa e lì mi gusto le tagliatelle, ottime, e come detto da Daniela: scusa se non ci sono le salsicce ma qui non si trovano. E' piacevole anche la loro compagnia e quando è ora che lui torni al lavoro al cantiere lo accompagno, tanto questo posto è dall'altra parte del lago così posso guidare un po' lì. La strada è sterrata, divertente e ci sono un paio di guadi, mi diverto insomma. Ovviamente per non darmi soddisfazioni questo posto ha fatto in modo che il lago rosa l'abbia trovato... normale. Diventa rosa con il sole per via dei microrganismi ma oggi è nuvoloso. Pazienza.
E' giunto il momento di salutarci e li ringrazio davvero, è stato un piacere conoscerli!


Imposto il navigatore e non mi fa fare l'autostrada, la cosa mi puzza ma decido di dargli ascolto, ennesimo fallimento. Imbottigliato nel traffico e farsi 20km diventa irritante. Non potete immaginarlo se non lo vivete. La macchina che inquina di meno è Euro -8, i camion buttano nubi di nero intenso che mi chiedo come possano circolare o meglio come possano i motori ancora funzionare.
Ne uscirò quasi un'ora dopo e con un quasi nulla di fatto concludo la giornata, me ne torno in albergo sconsolato, purtroppo le impressioni che ho avuto ieri a caldo erano corrette. Ciò che mi ero immaginato di trovare era pura mia fantasia, la realtà è stata di gran lunga più crudele. Dakar è una città bruttissima, odio doverlo ammettere ma m'è caduto un mito, anche se tutto ciò non toglie valore al viaggio. Questa è solo la destinazione, l'arrivo di un percorso.
Una metropoli africana, sovrappopolata, con tantissimo degrado e gente alienata dalla grande città.
I vicoli brulicano di spazzatura, dalle macchine buttano ogni sorta di carta, lattina, plastica e gli animali che scorrazzano liberi fanno venire i brividi. Pecore sporche di nero che magre come grissini mangiano carta e chissà che altro. I cavalli, usati ancora per qualche carretto hanno l'aria veramente depressa.
L'ho detto e lo ripeto, non m'aspettavo di trovare uno standard europeo ma un fac-simile, un qualcosa di meglio, la modernità, parola molto usata non è: abbiamo portato il 4g a dakar e nemmeno il concessionario BMW di lusso che si vede dall'autostrada. La modernità è stata presa dal lato sbagliato, e non mi piace proprio così.
Sono rimasto deluso e niente di niente, da nessuna parte ricorda i fasti della mitica gara, nemmeno al lago rosa sede dell'arrivo. E' stato tutto dimenticato e la cosa mi dispiace.
Domani andrò a visitare la riserva di Bandia, andrò a farmi un "safari" per poi risalire a Saint Louis, punto sugli animali per rialzarmi il morale, perchè al momento sono come il cerino che ho provato ad accendere in spiaggia... Spento.

Nouakchott-Dakar . L'arrivo

La mattina sono rigenerato, dopo i 41 gradi del giorno prima dormire con il climatizzatore m'ha decisamente temprato.
Raduno le cose e vado a pagare, c'eravamo accordati per 45€ (volevano 80 all'inizio) che ad un cambio di 1:410 fanno 18000 ouguija ed invece il tizio applica, come avevo visto fare ieri, un cambio a 350 quindi mi fa pagare 15000 l'equivalente di 36€, perfetto mi va più che bene, mercì!
Esco dalla città passando per la parte industriale, passo un mulino e lì riesco a vedere storie di povertà, ai bordi della strada al di fuori della carreggiata dove inizia la terra ci sono molte donne intente a spazzare, radunare e passare al setaccio quella stessa terra e questo per ricavarne i chicchi di grano caduti dai camion, almeno questo è quello che mi viene in mente ma va detto che ognuna ha una scodella bella piena di chicchi per cui è un lavoro sporco ma "redditizio".
La strada prosegue e mi porta in periferia, sembra inutile descrivere come si presenta perché ogni città in questa parte di mondo è uguale alle altre, ma quello che mi rimane impresso è che l'asfalto al posto del classico breccino è cosparso di conchiglie e gusci di vongole, sono quelle ormai fossilizzate e ritroverò le stesse per chilometri e chilometri compreso in qualche pezzo del Senegal.
Come da buona tradizione in questi giorni finita la città iniziano pure gli alt della polizia, il controllo e la distribuzione di fiche. Comincio ad essere nuovamente agitato per il pezzo che dovrò fare per arrivare a djama (frontiera tranquilla) sulla carta molto difficile da affrontare per via della sabbia e gli alt mi deconcentrano oltre che rallentano la marcia così passi il primo, il secondo ed il terzo controllo in 3km ma quando arriva poi il quarto, il quinto ed infine il sesto tutti di fila nel giro di poco spazio mi innervosisco. Alla domanda dell'ultimo: hai la fiche? Rispondo: è la sesta che do! Visibilmente scocciato, così lui di rimando: monsieur è per la vostra sicurezza. Ok, ho capito che è per la mia sicurezza ma no ogni 500 metri. Se me lo metti ogni 40 sono più contento così riposo un po' le chiappe (ovviamente non è stata la mia risposta, in quel momento ho solo annuito).
Nella parte Sud della città di Nouakchott comincia a vedersi sempre più vegetazione, finalmente sempre più alberi cominciano a comparire anche se è la sabbia la regina di questi posti, siamo giunti nel Sahel, sto attendendo di trovarmi davanti il primo fiume dopo la traversata del Sahara, il fiume Senegal appunto.
In questa parte di strada rimango colpito dal numero di bovini morti ai bordi della strada, appena ne vedi uno, oltre che a fare impressione a livello visivo entra nel casco un odore forte, fortissimo di decomposizione, la fortuna è che essendo in movimento la puzza sparisce in un attimo, non oso immaginare che mal di stomaco a rimanerci vicino un po'.
Direttamente sul bivio Djama-Rosso incontro l'ennesimo controllo, e questo sarà il primo facente parte della lunga schiera di poliziotti corrotti. Infatti permette ad un privato cittadino di interloquire direttamente con me, so chi è e che vuole, ho letto molto sulla dogana di Rosso e per questo avevo deciso di evitarla.
Mi ritrovo così a dover scegliere tra: pista di sabbia fatta da solo non sapendo nulla della stessa e quindi rischio caduta o di farsi male o seguire quella che sarà la mia guida all'interno dell'ade. Soppesando i rischi e sapendo che prima di me c'erano stati 3 motociclisti esperti viaggiatori a cui avevano sottratto 150€ a testa (col senno di poi mi viene in mente che insieme hanno lasciato 450) penso dentro di me che in fondo sarebbe peggio ora una caduta o un insabbiamento (rialzare la moto diventa un problema e poi si può spezzare qualcosa) che vuotare il portafogli, anche se la cosa era dibattuta.
Così prendo la decisione; affronterò l'inferno di Rosso!
Là mia guida ha il nome di Traore (mah!) e mi dice che ci vorranno 200€ per tutto, un esagerazione ma in linea con quanto altri hanno pagato, anche se comunque rimane difficile immaginare in un posto del genere tutta questa corruzione.
Mancano 40km dal bivio per la dogana e così mi dice di seguirlo, lui mi precede con una vecchia, ma veramente vecchia e malridotta Mercedes.
La macchina procede a zigozago evitando le buche di cui è piena la strada, bei crateri che fanno sussultare pure la mia maxienduro mentre la loro macchina ha un vistoso problema alla ruota destra, a volte non tocca l'asfalto. Nel mentre penso a ciò che sto per affrontare, ho letto molto su questa dogana e la fama che si è creata scoprirò se se l'è meritata o meno, ho sentito viaggiatori esperti dire che è una delle peggiori africane e questo riassunto mi sembra sia già esauriente del suo.
Appena arrivati vedo con i miei occhi la realtà di questo posto, si accede attraverso un cancello, quasi sempre chiuso che sembra l'ade, un passaggio negli inferi.
A noi ci aprono subito, in barba alle decine di persone che da chissà quanto sono lì. All'interno un caos da paura, molte persone in coda per ogni ufficio o presunto tale che sia, pecore in giro e carretti ovunque. Inizia la trafila burocratica, passiamo per 3 uffici differenti e dopo un paio di timbri ed un controllo che tale non è è ora di prendere il battello che mi porterà sul lato opposto, il Senegal.

15 minuti sono stati sufficienti avendo elargito mazzette a destra e manca, un sistema corrotto che sto scoprendo che mi sta consumando e pensare che sono ancora sul lato mauritano.

Prendo la moto e la carico, sperando di non far ridere tutte quelle persone, la  porta abbassata del battello è sotto l'acqua e c'è da fare una specie di guado per salire, questione di poco ma non so quant'è scivoloso. Di traghetti ce ne sono due che fanno la spola continuamente tra una sponda e l'altra.
Arrivo dall'altra parte dopo un paio di minuti e sono pronto a ricominciare la trafila della polizia corrotta stavolta ben conscio che i passaggi da affrontare sono di più, ho da fare l'assicurazione ed il permesso, nonchè completare la procedura del visto.
Mr.T al pari del nostro Mr.B finora s'è rivelato un ottimo uomo d'affari, la macchina organizzativa che è messa su è abnorme e comprende tutti dal primo all'ultimo, nessuno escluso. Per il lato senegalese mi dice che mi lascerà con un suo amico, Hamid che girerà con me gli uffici e farà da esecutore materiale delle mazzette.
Quando parcheggio la moto e me la fanno mettere in uno spiazzo dietro un edificio guarda un po' chi si rivede, doveno essere un paio di giorni avanti a me ed invece ci si incontra in queste circostanze spiacevoli, insomma i miei compagni di viaggio dei giorni scorsi sono qui, parlo del ragazzo col bmw e gli amici senegalesi. Sono veramente contento di averli rivisti, ci abbracciamo e capiamo l'uno nell'espressione dell'altro la difficoltà di questo posto.
Inizia anche questo calvario, si va in un ufficio, poi nell'altro, comincio ad essere confuso, non capisco più perché sono in un certo posto e che diavolo devo farci, comunque riesco a fare Visa, permesso di condurre e assicurazione. Però ora è Hamid che vuole la sua "parcella", io ho praticamente finito il contante e ho bisogno di cambiare ma non qui, i ragazzi che lo fanno a nero li evito, basta offrire, ho già dato abbastanza, così ho bisogno di una banca. Hamid mi dice che c'è a 15km così mi scorta per proteggere il suo investimento.
Alla fine pago pure lui è me ne vado, è stata un esperienza particolare, diciamo non proprio positiva ma sapevo fin dall'inizio che sarebbe andata in quel modo, la fama di Rosso è vera, ed è anche peggio, all'uscita conterò una leggerezza nel portafogli pari a 350€. Non commento.
Ora però sono in Senegal, che è tutto un altro mondo, ho attraversato un fiume che dal Sahara m'ha catapultato nell'africa nera e piano piano me ne sto rendendo conto, il paesaggio è totalmente diverso e il verde ha preso il posto della sabbia. Ci sono un infinità di alberi, il che sembra strano dopo 3000kmnel deserto, e la cosa mi piace, è bello.
Dopo un po' avvisto anche il mio primo baobab, è bello, imponente ed ha un aria maestosa, mi fermo ad osservarlo, me ne innamorerò lo so.

Scorrono i km per la campagna senegalese, è bella e costeggio diversi paesini dai nomi e la fattura caratteristica. In uno di essi paletta della polizia: andavi troppo forte! Ci sono i bambini. Un copione già scritto, so già dove vuole andare a parare, non ho molto tempo, non voglio arrivare tardi a Dakar ed entrarci col buio, così mi tocca sganciare 10000 Franchi per una multa inesistente. Proseguo, mancano un centinaio di km per la meta e non vedo l'ora d'arrivare. 
Nel pezzo finale prendo l'autostrada che mi porterà fino al centro della città, ultimi 15km ed è fatta.
M'ero messo in testa di cercare una location per fare uno scatch d'accordo con gli amici, cerco chiedo a tutti ma niente, questo posto non si trova, eppure a occhio non dovrebbe essere impossibile, sto cercando una piazza con un muro e le parole Benvenue au Dakar a lettere cubitali. Niente, la cercherò domani, sono cotto, sudo, puzzo e sento un caldo della miseria voglio solo andarmene in hotel e riposare. Vado in cerca di quello che avevo visto su booking.com, il navigatore mi fa andare nel porto, è pieno di capannoni e continuo ad andare, mi sembra d'aver sbagliato ma non penso, infatti è li dietro. Ma che razza di posto è? Che schifo! E l'hotel dalle foto elegantissimo non ha l'aria di essere nuovo. Entro e chiedo una stanza singola, la risposta è: siamo pieni! Merda, a questa risposta non ero preparato, è tardi e sono sfinito, la città non m'è complice, finora ho visto solo il peggio di lei, immondizia in ogni posto, roghi e animali brucare carta. Imposto il navigatore su quella che era la mia seconda scelta, segna 10 km ma non mi fa vedere la strada. Sto stronzo m'abbandona proprio ora. Mi avvio, tanto finchè i km si abbassano è un buon segno. Incontro soloun traffico della miseria e la moto comincia a buttare calore intenso segnando la temperatura quasi sul rosso. Sono stanco, accaldato, sudato, innervosito  ancora non vedo la luce in fondo al tunnel. In quello che è uno dei peggiori ingorghi della mia vita cerco di fare buon viso a cattivo gioco. Per l'albergo prendo una strada che costeggia il mare e mi trovo in imbarazzo a procede perché tutta sabbia e con la moto carica non è agevole, anzi è proprio difficile. Mi salvano i faretti che illuminano meglio la via facendomi evitare i pezzi con più sabbia del dovuto. Riesco alla fine a raggiungere l'albergo e trovo la porta serrata, se fosse chiuso mi metterei a piangere, così tutto lercio busso. Dopo poco mi apre una ragazza che mi fa accomodare, ma mi dice d'aspettare perchè il tipo delle camere sta pregando, infatti c'è un mussulmano che sopra un tappeto che sta in ginocchio. Pure questa, voglio una camera subito!!!
L'unica cosa che chiedo in più è una bottiglia d'acqua e m'accontentano subito, che gioia, l'acqua non è mai stata così buona.
Quando finisce di pregare, il ragazzo che si presenta come Ibra mi porta a far vedere la stanza, va benissimo, per stasera è andata. Parcheggio la moto all'ingresso e volo a fare una doccia.

Riesco inoltre, non cosa da poco, a bere una birra, me la sono meritata, mi sto godendo una "là gazelle".
La città stasera ha dato il peggio di sé, ho un brutto presentimento ma Dakar m'ha mostrato subito il suo lato negativo, ma sarà che sono stanco e quindi vedo negativo. Spero solo che domani alla luce del sole mi appaia migliore, finora ho visto solo immondizia.
Sono sconsolato. Ma aspetto domani...

Comunque sia sono a Dakar!!! Sono arrivato...