venerdì 10 novembre 2017

India 2017 - da Delhi ad Haridwar

Il viaggio non comincia nel migliore dei modi, 2 ore di attesa all'aeroporto di Roma e conseguente slittamento del volo da Kuwait City a Delhi. Mi ritrovo così alle 23 in Kuwait in un aeroporto insolitamente affollato. In giornata c'è stata una tempesta di sabbia, così dicono, e quindi tutti i voli sono stati posticipati. Il problema è capire tra quanto partiranno visto che nemmeno nel display partenze non c'è nulla. Una frotta di gente, perlopiù indiani e quelli che sembrano essere pakistani/afgani/non so si accalcano al banco informazioni pretendendo risposte. Il mio volo decollerà solo alle 4 di mattina, un bel po' in ritardo rovinandomi, e questo già lo so, tutto il programma della giornata. Aggiungiamo pure che l'aereo è dovuto rimanere per un buon quarto d'ora sopra i cieli di Nuova Delhi aspettando l'autorizzazione per atterrare. Risultato: arriverò a prendere la moto solo a mezzogiorno inoltrato. Appena Rajiv apre il cancello realizzo che è arrivato il momento, poche smancerie, sono tardissimo e alle 6 devo essere insindacabilmente ad Haridwar. Impossibile mi dice lui: 230km..... arriverai sicuro col buio, meglio che ti fermi a metà strada. Stavolta impossibile lo dico io, non ci metto 6 ore a fare 230km,non è mai successo (qui pecco proprio si ingenuità, come imparerò le distanze qui assumono una piega un tantino diversa).

I miei problemi ora sono correre verso l'obiettivo tendendo d'occhio principalmente 2 cose. Primo la guida a sinistra, e secondo il traffico indiano, ben noto in tutto il mondo. Per quanto riguarda la guida problemi 0, riesco con un'inaspettata velocità ad abituarmi alla cosa, però per quanto riguarda il traffico mi viene da dire: signori contenetevi! È proprio come me lo aspettavo, a raccontarlo non si trovano le parole, a viverlo è un divertimento mostruoso condito da incoscienza. Dimenticatevi tutte le regole del codice della strada, e fin qui sembra normale ma se dicessi che non esiste il più semplice buon senso credetemi. Potrei fare mille esempi ma ciò non renderebbe che una piccola parte. Insomma o ti chiudi a riccio nel panico o diventi indiano e inizi a clacsonare (si dice?) pure tu. Vi dirò che ci ho preso un gusto pazzesco, ho i video che testimoniano. Aimè Rajiv aveva proprio ragione quei maledetti 230km non finiscono più, maledico il ritardo del volo e mi metto il cuore in pace, arriverò tardi. Volevo arrivare prima delle 6 di sera per vedere il Ganga Aarti, una cerimonia che si svolge ogni sera alle 6 sulle rive del Gange, la cosa mi incuriosisce quindi devevo andare per forza. Arrivo comunque alle 6, in barba al tizio non è ancora buio! Ci ho messo comunque 5 ore. Una volta in camera mi guardo allo specchio, avete presente i piloti degli anni 30 e la loro faccia nera di sporco? Mi ci vorranno un paio di passate di sapone. Mi vergogno di essermi presentato così ma se l'albergatore non ha detto nulla vuol dire che è normale. Esco comunque subito e giro per la città. Ecco il gange meta del viaggio, sono monte della città e lo costeggio mentre seguo il suo corso. Nonostante la stanchezza di una notte in bianco e fuoco e fiamme on the road mi sento molto bene, sono tranquillo e una bella sensazione mi pervade. Seguo il corso del fiume che come me scende lento e tranquillo. La scena che ho davanti mi ricorda quella di mille documentari, intorno a me diversi "Guru" indiani si stanno lavando nelle scalette sul fiume o se ne stanno lì fermi ad osservare. Un paio di mucche sdraiate come estraniate dal resto del mondo e infine e non me lo aspettavo il frastuono di un gruppo di scimmie che urlano tra di loro saltando da un edificio all'altro. Dopo un po' il fiume è stato diviso, il grosso devia verso sinistra mentre la parte meno cospicua è incanalata e scorre vicina alle case. Questa parte di fiume si stringe costringendo l'acqua ad accelerare, le rapide che si formano danno movimento al tutto, come se avessero ricreato la sua forma iniziale di torrente di montagna. Mi metto seduto, al momento sto così bene che non sento la necessità di nulla, mi godo il momento felice di tenermi per me questo istante, mi bagno anche io le mani, sto in silenzio e guardo lo scorrere del fiume, la sua tranquillità mi contagia. Ogni tanto passa galleggiando una fiaccola accesa in una barchetta fatta di foglie. A valle si spegneranno tutte inesorabilmente contro le rapide, ma intanto vanno, scorrono anche loro. Proseguo poi fino al Har Ki Pauri.

Questo è il tempio dove c'è la cerimonia del fuoco per il Gange. È emozionante perché sono abituato a vedere queste cose solo in tv. Qui invece le ho davanti a me. Per stasera ho dato, me ne torno in albergo. Domani inizia la risalita del fiume...

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