Si riprende la vita verso sud, stavolta facendo una deviazione. Decido di prendere una strada segnalata come più piccola ma che si snoda tra i monti. Sarà una scelta azzeccata, infatti a più riprese mi permette di osservare quelle montagne che tanto avevo sognato e che nemmeno a Uttarkashi ero riuscito a intravederle.
Ad ogni curva il panorama è straordinario, vallate immense e tanti picchi mi costringono letteralmente a parcheggiare, spegnere la moto e rimanere in rigoroso silenzioso ad ammirare, con il solo rumore del vento.
Ultimo saluto lo darò a quota 2200m prima di tornare nel giro di poco in pianura.
La giornata ed i chilometri passano tranquilli, mangio sempre per strada, ogni tanto fa capolino una piccola struttura e che è un "ristorantino" lo si riconosce per il piano cottura sempre sporto verso l'esterno. Finora mai avuto comunque problemi di stomaco. La sera arriverò tranquillo a Dehradun, non prima di aver fatto visita ad un piccolo monastero buddista dove si sta celebrando un matrimonio. Mi fermo a guardare la cerimonia qualche minuto, molto rituale e colorato, compresi gli ospiti. Una ragazza sta facendo assistere un parente lontano tramite videochiamata col suo iPhone.
La sera in paese me ne vado a fare un giro a piedi come sempre. Vedere come la gente vive ai bordi delle strade è veramente impressionante, una delle cose che mi colpisce è come le donne stirino al buio con quei vecchi ferri che vanno a carbone rovente. Non ultimo comunque, ora che sono in una grande città le condizioni della gente più povera. Ma questo è un discorso troppo ampio.
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