Faccio una premessa intanto. Sono rimasto totalmente spiazzato dai tempi di percorrenza e dal traffico cittadino anche dei piccoli borghi. Non ho prenotato nulla, davvero ho la possibilità di variare l'itinerario anche all'ultimo secondo.
Mi sveglio con l'intenzione di prendere la strada per Uttarkashi, sui 180km più o meno. Ho deciso inoltre che tornerò presto ad Haridwar per vedere quello che non ho potuto il giorno prima.
Nemmeno 30km da quando sono partito, all'altezza di Rishikesh dove c'è il bivio per Uttarkashi mi prende strano e decido di prendere la parte opposta. Un po' preoccupato dai km e dal poco tempo penso che sia meglio prendere la strada per Chopta, da navigatore mi da 150km e la strada a occhio è meno brutta. Penso così che ci spenderò molto meno tempo, ho la possibilità di vedere un paio di altre mete che volevo vedere e mi permetterà più avanti di fare dell'altro (idee nella mia testa, tutto a suo tempo). In questo caso seguirei davvero quasi per intero il corso del Gange, costeggiandolo per parecchio. Decisione presa all'ultimo e si va a destra. La strada inizia subito a salire, si crea una valle dove nel mezzo scorre il fiume che ancora è discretamente grande. Mi viene in mente che siamo già delle dimensioni del Tevere a Roma. La strada segue il profilo delle montagne, non dolci colli ma ripidi pendici. La vegetazione è predominante, non siamo ancora a elevate altitudini e infatti si sta bene, guido ancora senza giacchino.
Le curve sono infinite, il paradiso del motociclista se non fosse per il traffico, tantissime jeep sempre cariche e pullman. Aggiungete pure che pezzi di strada o sono crollati o uno smottamento ha riempito un pezzo di strada di sassi. Incontro un ragazzo indiano in Royal Enfield pure lui. Mi chiede dove vado e gli dico:Chopta! Mi risponde che mancano 150km. Lo guardo strano ma fa niente. Il navigatore da 90km, si sarà sbagliato. Una nota: non riesco proprio a capire l'inglese degli indiani. O aggiungono parole indiane al discorso o è il loro modo di parlare, fatto sta che a volte mi ritrovo a chiedere un paio di volte o più: cheeee? Il Gange in questo tratto è di una bellezza unica, è un fiume di montagna, color azzurro intenso un sogno per qualunque amante della natura. Solo le dimensioni, rimangono enormi. Chiuso nelle vallate strette si fa più violento nello scorrere mentre quando la valle si apre il fiume si "spancia" e scorre pacio. Numerose spiagge dalla sabbia bianca ne sono il corso. Nelle rocce in alto un chiaro segno del livello che raggiunge durante la stagione delle piogge (a occhio più di 3-4 metri del livello attuale) , da vedere credo sia una forza inarrestabile. Raggiungo il paese dove sulla mappa dice che inizia il Gange, o meglio dove si incontrano due fiumi quasi uguali. Da lì in poi è Gange, o almeno è quello che dice Google maps.
Verso l'una sto per arrivare, mi metto a guardare sul navigatore e mi accorgo di un errore, un grande errore. Il Chopta che avevo impostato non è quello del trekking che volevo fare, eh si, ne esistono 2 a non troppa distanza. Quello che cerco io è dall'altro lato della montagna. Sono altri 70km! Poco, invece fa molta differenza. Minimo sono altre 2 ore. Mi verrebbe da fustigarmi. Qui siamo ben oltre anche ad Uttarkashi! Oramai però ci siamo e dobbiamo proseguire. Come ieri anche oggi sarà una corsa contro il tempo di riuscire a fare tutto prima che venga buio. Questi ultimi km si rivelano belli pesanti, la strada inoltre inizia a salire di parecchio. Chopta si trova a 3000m di altitudine, fa freschino e inoltre inizia pure a piovere, qualche goccia ma vedo che le nuvole man mano che il tempo passa si aprono. Solo la strada è umida quindi meglio andare più adagio. Arrivo che sono le 4, tra non molto farà buio. So che la camminata non è lunghissima quindi credo di poterci riuscire. Vicino non ci sono alberghi e domani non potrei venirci perché vorrei tornare ad Haridwar. Trovo una piccola bottega a cui posso consegnare il borsone per un paio d'ore. Il tipo mi dice che è impossibile riuscire a completare il giro prima del buio ma gli dico che tento lo stesso (hanno il vizio di dirmi che non ce la farò!) . Compro cioccolata e biscotti e parto. A volte la sola testardaggine però non basta. Parto a razzo, convinto di doverci riuscire. Ammetto che ancora mi rode del ritardo del volo e lo sconvolgimento dei piani e dell'errore di valutazione km/tempo e destinazione. Fatto è che per la seconda sera sono nuovamente tardi. Ora non posso ritrovarmi in mezzo ad una montagna di notte. Come detto vado su spedito...
Non faccio che poche centinaia di metri che arriva la mazzata. Tutto il giorno seduto su una moto con ancora le ginocchia fredde, nella fretta lo zaino non l'ho svuotato della roba inutile, di allenamenti prima poco o nulla e in ultimo ma non meno importante siamo a 3000 metri e forse dice forse no ma non mi ci sono ancora abituato. Così preso dalla foga di salire in fretta a quota 3300m arrivo al limite. Si stanno facendo le 5, sono quasi a metà strada e io con il cuore a mille e le gambe che fanno fatica mi devo rassegnare al fallimento. Unica consolazione anche da qui il panorama è meraviglioso.
Vorrei svalicare per vedere altre vette ma non posso. Non posso aspettare, il buio sta arrivando, ancora prima del previsto però quindi mi affretto a tornare. Nella discesa pure l'emicrania ma credo sia normale. Non so se c'entra lo sforzo e/o l'altitudine ma fa niente. Passerà una volta rimontato in sella. Sono sconfortato, ci tenevo ma dai, per esser positivi dico sempre che prendendo come scusa il fatto di non fare qualcosa si può sempre tornare. Magari in compagnia.
Ho sgarrato anche ad una mia regola: non guidare con il buio. Prendo la moto che ormai è notte. Penso che al primo albergo mi fermerò ma con calma, più strada faccio stasera meno ne farò domani. Scendo per quelle curve con il solo fanale della Royal che non è propriamente il top, qui si rimpiange la luminoria del kappa e dei faretti. Qualcuno vuole punirmi misà, ho fatto torto a qualche dio perché in lontananza nella mia direzione lampi e fulmini. Sono un po' preoccupato. Inoltre nel buio della notte nelle curve: mucche! Cavolo, prima mica c'erano, e sono pure scure. Guido piano, ma sembrano farlo apposta. Persone camminano in mezzo la strada senza una luce, eccheddiamine. Un camion e della gente che scarica in piena notte in una strada di montagna, costa tanto una torcia??? Oddio, se non mi ammazzo o ammazzo qualcuno questa fantomatica divinità non è contenta. Il temporale sembra mi abbia passato. Ora i lampi li vedo nella valle alla mia sinistra (ho il video) quindi almeno per il momento mi tranquillizzo un po'. Con lo scendere di quota inizia a farsi persino più tiepido. Intorno a me ogni tanto qualche casa, un rumore che non riesco a definire si fa prepotente quando abbasso i giri del motore. Sembra il cigolio della ruota delle seggiovie, scusate ma è vero. Infatti lo associo quasi a generatori. Magari quassù ogni casa con la luce ne ha uno. Quando fermo la moto però capisco: sono grilli o cicale o qualche altro animale simile. Il rumore che fanno è davvero intenso, ci sono rimasto di sasso. Ruota della seggiovia: tsé! Iniziano 4 gocce come prima. Spero che almeno questa me la si risparmi visto che i lampi li ho lasciati alle spalle. E infatti smette poco dopo, intanto si fanno le 7 e sto ancora cercando un hotel.
Volete sapere come si è conclusa la serata?
Ritorna a fare 4 gocce, poi 8 16 e infine... Nubifragio!!! Impreco peggio di un marinaio e proseguo. Gli occhiali sono inutili vedo meglio senza, sono zuppo sulle gambe, meno male il giacchino quecha impermeabile. Ma sotto sono andato, pozzanghere, tante ci finisco dentro ogni volta e sento che dai calzini filtra acqua dentro le scarpe. Dalla sella arriva acqua fino nelle mutande. I calzoni che lo dico a fare. In mezzo allo scroscio un tipo agita le mani: mi fermo vuole un passaggio. Oramai sono curioso di sapere che cavolo d'altro succederà. Mi dice: only 1km. Ok sali. Prendiamo diverse buche, che ci inzuppa entrambi. Non le riconosco però, sto guidando con gli occhiali sul naso e gli occhi più tirati di un cinese. La strada è un fiume che costeggia il vero fiume. Quando lo scendo gli dico: sorry, i'm dengerous I know. Il tipo mi risponde solo: yes! Ancora oggi non ho capito se lui avesse capito o lo ha detto davvero. Qualche momento dopo sulla sinistra mi appare un edificio e con la coda dell'occhio leggo: hotel - Restaurant. Mi ci fiondo dentro. Parcheggio sotto la tettoia e mentre ritorno in me arriva un uomo che mi chiede se voglio una camera. Genio! I need it. Me la mostra. Non ha nemmeno la doccia. Ma non ho alternative. Finita qui? Certo che no. Mentre ho il telefono in carica e il phon prova ad asciugare i scarponi salta la luce. Aspetto ma non accade nulla. Stacco il phon e in ciabatte vado a chiedere. Dal corridoio esterno passo davanti la cucina dove ci sono 2 persone. Faccio segno che è andata via la luce e lui mi dice: no Problem. Nel mentre mi porge una candela con i fiammiferi. La mia faccia è un misto tra il divertito e il -.- poi il padrone mi dirà che li salta spesso. Ok, mi godo la camera a lume di candela. Vado a cena, ho capito che pane è chapati. Lo mangio insieme ad una zuppa di lenticchie. Ne chiedo un'altro (il pane è come una piadina). Da quel momento ogni 5 secondi il padrone entra in sala e mi chiede se è tutto ok, se ne voglio un altro pezzo. Basta! No grazie! Sono apposto così! Oh ma amò esageri! Mi lasci mangiare in pace santoddio?! Se me lo richiedi ti disosso!
Torno in camera ed accendo la mia candela. Poco prima di addormentarmi però la luce si riaccende. La corrente è tornata. Ormai non mi interessa più, spengo tutti gli interruttori. Fuori ancora il temporale incalza, ma io ora sono sotto 3 strati di coperte della nonna e la stanza è parzialmente illuminata da una fioca luce proveniente dalla mia candela. Stasera mi addormento nonostante tutto con il sorriso.
Sono queste le mie piccole emozioni in quello che mi piace definire un viaggio avventura.
Mi sveglio con l'intenzione di prendere la strada per Uttarkashi, sui 180km più o meno. Ho deciso inoltre che tornerò presto ad Haridwar per vedere quello che non ho potuto il giorno prima.
Nemmeno 30km da quando sono partito, all'altezza di Rishikesh dove c'è il bivio per Uttarkashi mi prende strano e decido di prendere la parte opposta. Un po' preoccupato dai km e dal poco tempo penso che sia meglio prendere la strada per Chopta, da navigatore mi da 150km e la strada a occhio è meno brutta. Penso così che ci spenderò molto meno tempo, ho la possibilità di vedere un paio di altre mete che volevo vedere e mi permetterà più avanti di fare dell'altro (idee nella mia testa, tutto a suo tempo). In questo caso seguirei davvero quasi per intero il corso del Gange, costeggiandolo per parecchio. Decisione presa all'ultimo e si va a destra. La strada inizia subito a salire, si crea una valle dove nel mezzo scorre il fiume che ancora è discretamente grande. Mi viene in mente che siamo già delle dimensioni del Tevere a Roma. La strada segue il profilo delle montagne, non dolci colli ma ripidi pendici. La vegetazione è predominante, non siamo ancora a elevate altitudini e infatti si sta bene, guido ancora senza giacchino.
Le curve sono infinite, il paradiso del motociclista se non fosse per il traffico, tantissime jeep sempre cariche e pullman. Aggiungete pure che pezzi di strada o sono crollati o uno smottamento ha riempito un pezzo di strada di sassi. Incontro un ragazzo indiano in Royal Enfield pure lui. Mi chiede dove vado e gli dico:Chopta! Mi risponde che mancano 150km. Lo guardo strano ma fa niente. Il navigatore da 90km, si sarà sbagliato. Una nota: non riesco proprio a capire l'inglese degli indiani. O aggiungono parole indiane al discorso o è il loro modo di parlare, fatto sta che a volte mi ritrovo a chiedere un paio di volte o più: cheeee? Il Gange in questo tratto è di una bellezza unica, è un fiume di montagna, color azzurro intenso un sogno per qualunque amante della natura. Solo le dimensioni, rimangono enormi. Chiuso nelle vallate strette si fa più violento nello scorrere mentre quando la valle si apre il fiume si "spancia" e scorre pacio. Numerose spiagge dalla sabbia bianca ne sono il corso. Nelle rocce in alto un chiaro segno del livello che raggiunge durante la stagione delle piogge (a occhio più di 3-4 metri del livello attuale) , da vedere credo sia una forza inarrestabile. Raggiungo il paese dove sulla mappa dice che inizia il Gange, o meglio dove si incontrano due fiumi quasi uguali. Da lì in poi è Gange, o almeno è quello che dice Google maps.
Verso l'una sto per arrivare, mi metto a guardare sul navigatore e mi accorgo di un errore, un grande errore. Il Chopta che avevo impostato non è quello del trekking che volevo fare, eh si, ne esistono 2 a non troppa distanza. Quello che cerco io è dall'altro lato della montagna. Sono altri 70km! Poco, invece fa molta differenza. Minimo sono altre 2 ore. Mi verrebbe da fustigarmi. Qui siamo ben oltre anche ad Uttarkashi! Oramai però ci siamo e dobbiamo proseguire. Come ieri anche oggi sarà una corsa contro il tempo di riuscire a fare tutto prima che venga buio. Questi ultimi km si rivelano belli pesanti, la strada inoltre inizia a salire di parecchio. Chopta si trova a 3000m di altitudine, fa freschino e inoltre inizia pure a piovere, qualche goccia ma vedo che le nuvole man mano che il tempo passa si aprono. Solo la strada è umida quindi meglio andare più adagio. Arrivo che sono le 4, tra non molto farà buio. So che la camminata non è lunghissima quindi credo di poterci riuscire. Vicino non ci sono alberghi e domani non potrei venirci perché vorrei tornare ad Haridwar. Trovo una piccola bottega a cui posso consegnare il borsone per un paio d'ore. Il tipo mi dice che è impossibile riuscire a completare il giro prima del buio ma gli dico che tento lo stesso (hanno il vizio di dirmi che non ce la farò!) . Compro cioccolata e biscotti e parto. A volte la sola testardaggine però non basta. Parto a razzo, convinto di doverci riuscire. Ammetto che ancora mi rode del ritardo del volo e lo sconvolgimento dei piani e dell'errore di valutazione km/tempo e destinazione. Fatto è che per la seconda sera sono nuovamente tardi. Ora non posso ritrovarmi in mezzo ad una montagna di notte. Come detto vado su spedito...
Non faccio che poche centinaia di metri che arriva la mazzata. Tutto il giorno seduto su una moto con ancora le ginocchia fredde, nella fretta lo zaino non l'ho svuotato della roba inutile, di allenamenti prima poco o nulla e in ultimo ma non meno importante siamo a 3000 metri e forse dice forse no ma non mi ci sono ancora abituato. Così preso dalla foga di salire in fretta a quota 3300m arrivo al limite. Si stanno facendo le 5, sono quasi a metà strada e io con il cuore a mille e le gambe che fanno fatica mi devo rassegnare al fallimento. Unica consolazione anche da qui il panorama è meraviglioso.
Vorrei svalicare per vedere altre vette ma non posso. Non posso aspettare, il buio sta arrivando, ancora prima del previsto però quindi mi affretto a tornare. Nella discesa pure l'emicrania ma credo sia normale. Non so se c'entra lo sforzo e/o l'altitudine ma fa niente. Passerà una volta rimontato in sella. Sono sconfortato, ci tenevo ma dai, per esser positivi dico sempre che prendendo come scusa il fatto di non fare qualcosa si può sempre tornare. Magari in compagnia.
Ho sgarrato anche ad una mia regola: non guidare con il buio. Prendo la moto che ormai è notte. Penso che al primo albergo mi fermerò ma con calma, più strada faccio stasera meno ne farò domani. Scendo per quelle curve con il solo fanale della Royal che non è propriamente il top, qui si rimpiange la luminoria del kappa e dei faretti. Qualcuno vuole punirmi misà, ho fatto torto a qualche dio perché in lontananza nella mia direzione lampi e fulmini. Sono un po' preoccupato. Inoltre nel buio della notte nelle curve: mucche! Cavolo, prima mica c'erano, e sono pure scure. Guido piano, ma sembrano farlo apposta. Persone camminano in mezzo la strada senza una luce, eccheddiamine. Un camion e della gente che scarica in piena notte in una strada di montagna, costa tanto una torcia??? Oddio, se non mi ammazzo o ammazzo qualcuno questa fantomatica divinità non è contenta. Il temporale sembra mi abbia passato. Ora i lampi li vedo nella valle alla mia sinistra (ho il video) quindi almeno per il momento mi tranquillizzo un po'. Con lo scendere di quota inizia a farsi persino più tiepido. Intorno a me ogni tanto qualche casa, un rumore che non riesco a definire si fa prepotente quando abbasso i giri del motore. Sembra il cigolio della ruota delle seggiovie, scusate ma è vero. Infatti lo associo quasi a generatori. Magari quassù ogni casa con la luce ne ha uno. Quando fermo la moto però capisco: sono grilli o cicale o qualche altro animale simile. Il rumore che fanno è davvero intenso, ci sono rimasto di sasso. Ruota della seggiovia: tsé! Iniziano 4 gocce come prima. Spero che almeno questa me la si risparmi visto che i lampi li ho lasciati alle spalle. E infatti smette poco dopo, intanto si fanno le 7 e sto ancora cercando un hotel.
Volete sapere come si è conclusa la serata?
Ritorna a fare 4 gocce, poi 8 16 e infine... Nubifragio!!! Impreco peggio di un marinaio e proseguo. Gli occhiali sono inutili vedo meglio senza, sono zuppo sulle gambe, meno male il giacchino quecha impermeabile. Ma sotto sono andato, pozzanghere, tante ci finisco dentro ogni volta e sento che dai calzini filtra acqua dentro le scarpe. Dalla sella arriva acqua fino nelle mutande. I calzoni che lo dico a fare. In mezzo allo scroscio un tipo agita le mani: mi fermo vuole un passaggio. Oramai sono curioso di sapere che cavolo d'altro succederà. Mi dice: only 1km. Ok sali. Prendiamo diverse buche, che ci inzuppa entrambi. Non le riconosco però, sto guidando con gli occhiali sul naso e gli occhi più tirati di un cinese. La strada è un fiume che costeggia il vero fiume. Quando lo scendo gli dico: sorry, i'm dengerous I know. Il tipo mi risponde solo: yes! Ancora oggi non ho capito se lui avesse capito o lo ha detto davvero. Qualche momento dopo sulla sinistra mi appare un edificio e con la coda dell'occhio leggo: hotel - Restaurant. Mi ci fiondo dentro. Parcheggio sotto la tettoia e mentre ritorno in me arriva un uomo che mi chiede se voglio una camera. Genio! I need it. Me la mostra. Non ha nemmeno la doccia. Ma non ho alternative. Finita qui? Certo che no. Mentre ho il telefono in carica e il phon prova ad asciugare i scarponi salta la luce. Aspetto ma non accade nulla. Stacco il phon e in ciabatte vado a chiedere. Dal corridoio esterno passo davanti la cucina dove ci sono 2 persone. Faccio segno che è andata via la luce e lui mi dice: no Problem. Nel mentre mi porge una candela con i fiammiferi. La mia faccia è un misto tra il divertito e il -.- poi il padrone mi dirà che li salta spesso. Ok, mi godo la camera a lume di candela. Vado a cena, ho capito che pane è chapati. Lo mangio insieme ad una zuppa di lenticchie. Ne chiedo un'altro (il pane è come una piadina). Da quel momento ogni 5 secondi il padrone entra in sala e mi chiede se è tutto ok, se ne voglio un altro pezzo. Basta! No grazie! Sono apposto così! Oh ma amò esageri! Mi lasci mangiare in pace santoddio?! Se me lo richiedi ti disosso!
Torno in camera ed accendo la mia candela. Poco prima di addormentarmi però la luce si riaccende. La corrente è tornata. Ormai non mi interessa più, spengo tutti gli interruttori. Fuori ancora il temporale incalza, ma io ora sono sotto 3 strati di coperte della nonna e la stanza è parzialmente illuminata da una fioca luce proveniente dalla mia candela. Stasera mi addormento nonostante tutto con il sorriso.
Sono queste le mie piccole emozioni in quello che mi piace definire un viaggio avventura.
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