Saluto tutti e metto in moto, con una sorpresa: il quadro strumenti semplicemente non fa più. Tutto sparito, velocità, km, spie tutto saltato, pure i giri del motore. Una gran bella seccatura, considerando che anche la 12v è andata (si è letteralmente staccato il pezzo in fondo). Il primo che dice che le KTM sono robuste lo picchio! No, ma è che l'impianto elettrico fa ca****.
Sono solo 30 i km da fare per arrivare al famoso globo punto che ci dice che la Norvegia e l'Europa intera finisce in quel punto, siamo al capolinea.
La strada è una serie interminabile di curve e di sali-scendi che assomigliano tanto alle montagne russe, il panorama è il solito che mi sono lasciato ieri alla fine, nulla che cresca più alto di un palmo, muschi che ricoprono ogni superficie piana del terreno e le rocce che coprono il restante spazio. Sulla via incontro sparute case, quasi tutte proprio a ridosso del mare, dimore di pescatori; le posso riconoscere dai vari essiccatoi per merluzzi che se ne stanno vuoti di pesce proprio nel fianco delle case, ormai non è stagione e solo le reti sono li tutte stese.
Ciò che non manca è il vento, spesso mi ritrovo a guidare di traverso ma non mi da fastidio, sto solo aspettando il momento dell'arrivo.
Il globo è lì a ridosso del costone di roccia, sotto il mare si infrange in un rumore che sovrasta quello del vento, le nuvole che invece passano svelte e se ne vanno.
Al centro turistico sento se posso andare con la moto sotto al globo e acconsentono, ma svelto però prima che arrivano i turisti in massa. D'accordo faccio in 5 minuti.
Prosegue la visita con un film nel cinema del centro e della stanza delle luci, un simpatico intrattenimento, e anzi a dire la verità quel cortometraggio (che descrive con le immagini caponord nelle varie stagioni) mi commuove un po' ma sono un rude motociclista e quindi trattengo tutto!
Arriva il tempo di ripartire, fra tutto s'è fatto mezzogiorno e ho quasi 300km da fare e sono sempre senza luci (non l'avevo scritto ma da ieri non fanno gli anabbaglianti) così devo arrivare prima del buio e questa sera la meta è la Finlandia.
Prima del confine il paesaggio diventa più tetro, sono boschi interi di alberi spogli e la sensazione è che l'inverno sia già arrivato e tutto sia uno stato di letargo, poche auto in giro e in aggiunta nei vari laghi di fianco la strada si stanno formando lastre di ghiaccio. Infatti pure io sento più freddo di prima, e questo si intensifica con i chilometri.
Sto per raggiungere il confine quando la strada inizia a dare l'impressione di essere ghiacciata, rallento e solo quando do un colpo d'accelleratore capisco la gravità, mi irrigidisco di paura come uno stoccafisso; la moto in 6a marcia come risposta all'accelleratore fa partire la ruota, non c'è più aderenza, questione di attimi. La ruota posteriore sgomma letteralmente, mi coglie impreparato e la moto sbanda di lato anche se per fortuna di poco, istintivamente rilascio subito la manopola del gas e la moto con un colpo si rimette dritta evitando conseguenze nefaste. Ho il cuore a mille, è successo tutto in una frazione di secondo e ora sono lì bloccato e rigido. Metto giù i piedi e "saggio" l'asfalto, è bello scivoloso, preferisco evitare problemi, da quel momento andrò molto leggero con l'accelleratore. Non sono caduto e mi è andata bene, grazie motina mia!
Arrivo in albergo e quello che trovo mi fa sorridere o forse no visto che non è proprio economicissimo; viene fuori a vedere un signore, basso e grassoccio con un bel bicchiere di vino in mano, ha gli occhi azzurri ed è quasi calvo, mi fa simpatia e prova a dirmi in un inglese stentato:
-cercavi qualcuno?
-Ho una prenotazione a nome Moscetti.
Mi guarda e mi dice: -Io non sono il proprietario e comunque è chiuso, non è stagione.
-Ho prenotato con Booking, deve essere.
-Ah, booking, vieni dentro.
Lo aspetto mentre prende una chiave e parla al telefono con il proprietario (non mi è dato sapere se è un amico o un parente).
Alla fine mi da una camera e mi chiede se ho la colazione l'indomani. Si ce l'ho.
-Ho capito. Mi fa, poi prende le chiavi del furgone e sparisce.
Lo ritroverò mezz'ora dopo che verrà in camera a portarmi acqua, una banana e una mela e chiedendomi se mi va thè o caffè.
Gentile!
Intanto vicino a questa casa, non chiamiamolo albergo, scorre pacioso il fiume Roavesavu che divide Norvegia e Finlandia (ma non la terra dei Sami) e sul quale ogni anno a giugno i salmoni risalgono la corrente. Io guardo il fiume e posso solo immaginarmi la scena, da pescatore mi si illuminano gli occhi e vorrei tanto dire a quell'uomo: Si, amico mio... Ho proprio sbagliato stagione!
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