giovedì 22 ottobre 2015

Capo Nord

Oggi è il gran giorno, non tanto per la meta quanto per il fatto che siamo già al giro di boa, da oggi non si sale più, anzi nei prossimi giorni dovrò guidare sempre con il sole in faccia, con la rotta verso casa.
Saluto tutti e metto in moto, con una sorpresa: il quadro strumenti semplicemente non fa più. Tutto sparito, velocità, km, spie tutto saltato, pure i giri del motore. Una gran bella seccatura, considerando che anche la 12v è andata (si è letteralmente staccato il pezzo in fondo). Il primo che dice che le KTM sono robuste lo picchio! No, ma è che l'impianto elettrico fa ca****.

Sono solo 30 i km da fare per arrivare al famoso globo punto che ci dice che la Norvegia e l'Europa intera finisce in quel punto, siamo al capolinea.

La strada è una serie interminabile di curve e di sali-scendi che assomigliano tanto alle montagne russe, il panorama è il solito che mi sono lasciato ieri alla fine, nulla che cresca più alto di un palmo, muschi che ricoprono ogni superficie piana del terreno e le rocce che coprono il restante spazio. Sulla via incontro sparute case, quasi tutte proprio a ridosso del mare, dimore di pescatori; le posso riconoscere dai vari essiccatoi per merluzzi che se ne stanno vuoti di pesce proprio nel fianco delle case, ormai non è stagione e solo le reti sono li tutte stese. 
Ciò che non manca è il vento, spesso mi ritrovo a guidare di traverso ma non mi da fastidio, sto solo aspettando il momento dell'arrivo. 

Il globo è lì a ridosso del costone di roccia, sotto il mare si infrange in un rumore che sovrasta quello del vento, le nuvole che invece passano svelte e se ne vanno.

Al centro turistico sento se posso andare con la moto sotto al globo e acconsentono, ma svelto però prima che arrivano i turisti in massa. D'accordo faccio in 5 minuti.

Prosegue la visita con un film nel cinema del centro e della stanza delle luci, un simpatico intrattenimento, e anzi a dire la verità quel cortometraggio (che descrive con le immagini caponord nelle varie stagioni) mi commuove un po' ma sono un rude motociclista e quindi trattengo tutto!
Arriva il tempo di ripartire, fra tutto s'è fatto mezzogiorno e ho quasi 300km da fare e sono sempre senza luci (non l'avevo scritto ma da ieri non fanno gli anabbaglianti) così devo arrivare prima del buio e questa sera la meta è la Finlandia.



Prima del confine il paesaggio diventa più tetro, sono boschi interi di alberi spogli e la sensazione è che l'inverno sia già arrivato e tutto sia uno stato di letargo, poche auto in giro e in aggiunta nei vari laghi di fianco la strada si stanno formando lastre di ghiaccio. Infatti pure io sento più freddo di prima, e questo si intensifica con i chilometri. 



Sto per raggiungere il confine quando la strada inizia a dare l'impressione di essere ghiacciata, rallento e solo quando do un colpo d'accelleratore capisco la gravità, mi irrigidisco di paura come uno stoccafisso; la moto in 6a marcia come risposta all'accelleratore fa partire la ruota, non c'è più aderenza, questione di attimi. La ruota posteriore sgomma letteralmente, mi coglie impreparato e la moto sbanda di lato anche se per fortuna di poco, istintivamente rilascio subito la manopola del gas e la moto con un colpo si rimette dritta evitando conseguenze nefaste. Ho il cuore a mille, è successo tutto in una frazione di secondo e ora sono lì bloccato e rigido. Metto giù i piedi e "saggio" l'asfalto, è bello scivoloso, preferisco evitare problemi, da quel momento andrò molto leggero con l'accelleratore. Non sono caduto e mi è andata bene, grazie motina mia!



Arrivo in albergo e quello che trovo mi fa sorridere o forse no visto che non è proprio economicissimo; viene fuori a vedere un signore, basso e grassoccio con un bel bicchiere di vino in mano, ha gli occhi azzurri ed è quasi calvo, mi fa simpatia e prova a dirmi in un inglese stentato: 
-cercavi qualcuno? 
-Ho una prenotazione a nome Moscetti.
Mi guarda e mi dice: -Io non sono il proprietario e comunque è chiuso, non è stagione.
-Ho prenotato con Booking, deve essere.
-Ah, booking, vieni dentro.
Lo aspetto mentre prende una chiave e parla al telefono con il proprietario (non mi è dato sapere se è un amico o un parente). 
Alla fine mi da una camera e mi chiede se ho la colazione l'indomani. Si ce l'ho.
-Ho capito. Mi fa, poi prende le chiavi del furgone e sparisce. 
Lo ritroverò mezz'ora dopo che verrà in camera a portarmi acqua, una banana e una mela e chiedendomi se mi va thè o caffè. 
Gentile!

Intanto vicino a questa casa, non chiamiamolo albergo, scorre pacioso il fiume Roavesavu che divide Norvegia e Finlandia (ma non la terra dei Sami) e sul quale ogni anno a giugno i salmoni risalgono la corrente. Io guardo il fiume e posso solo immaginarmi la scena, da pescatore mi si illuminano gli occhi e vorrei tanto dire a quell'uomo: Si, amico mio... Ho proprio sbagliato stagione!

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