è ora dei saluti, le nostre strade si dividono e la mia avventura in terra persiana è al capolinea.
Un grande abbraccio e siamo tutti nuovamente in strada...
Mentre sono in strada e sto per raggiungere il confine ripenso a questi giorni, a cosa mi hanno dato e alle esperienze vissute, faccio un check della situazione e mi sento bene, carico non penso di aver potuto desiderare niente di meglio, ho avuto TUTTO.
Saluto per l'ultima volta il volto che mi accompagnato in ogni paese e in ogni casa
Così corre la strada, la dogana è abbastanza veloce e indolore, nessuno mi chiede un soldo e in men che non si dica sono in Turchia. Dell'argentino nemmeno l'ombra.
Nemmeno 10km dopo inizia a piovere, poco ma piove. Mi fermo e prendo l'impermeabile. Nemmeno un minuto più tardi verrà giù davvero tanta acqua e devo procedere piano visto che la strada è tutta curve e si snoda tra le montagne. Arrivo a quota 2600m e qui trovo questo:
Indescrivibile
Raggiungo la città di Yuksekova, avevo immaginato sempre questa città dato il nome come un paese della steppa siberiana ed ecco che è perfettamente come me l'ero immaginato. A me sembra proprio uscita da lì, dal nome alle case all'ambiente è siberia, c'è neve e ha piovuto, ho sbagliato strada e sono finito in Russia! Assurdo. Poi è la prima città dove le donne non sono più coperte, meglio così.
Poco dopo la strada si biforca, a sinistra si va in Iraq e a destra prosegue per Van. Lì c'è un posto di blocco militare e tò chi si incontra! Passo il posto di blocco e vado a salutare l'argentino. Parliamo e poi vogliamo farci la foto, c'è un piccolo corazzato e sarebbe bello ma ci danno un categorico NO e quindi bisogno allontanarsi di qualche centinaia di metri. Qui foto di rito e tante chiacchiere, è un tipo davvero simpatico e quello che sta facendo è semplicemente WOW!
Per me è sempre una specie di onore, un piacere parlare con queste persone... entusiasmante!
Purtroppo il tempo è tiranno, lui viene da Tatvin e deve andare ad Urmia, io l'esatto opposto. Ci salutiamo!
Rientro nel posto di blocco e il ragazzo dice che devo aprire la borsa, parla inglese e mi sembra solo un pretesto per attaccar bottone. Mi dice che è un ingegnere di Istanbul e che obbligatoriamente deve fare leva di 6 mesi lì in quel posto, dall'altra parte della Turchia. Parla bene inglese, mi sembra un tipo sveglio e molto curioso. Mi chiede come sono gli iraniani: il popolo più ospitale finora incontrato. Lui: Più di noi turchi? ehm! In turchia ci sono stato troppo poco. ok.
Mi chiede: hai mangiato? No, ancora non ho mangiato. Anche noi siamo ospitali. Mi porta nel baracchino dove altre 5 persone stanno mangiando e mi offre un panino dei loro con frittata e salsiccette. Poi mi da del Chai, sono tutti contenti, salutano e sorridono. Unico limite che mi da è di non entrare, ci sono armi e non mi posso avvicinare, ovviamente comprendo e ringrazio. Ospitalità.
Dopo molta strada riuscirò ad arrivare al paese prefissato un attimo prima che faccia buio, mi va di lusso 30€ ma albergo a 4 stelle! Penso che stasera mangerò un boccone in un ristorante e mi metterò in pari col blog. Esco, trovo l'ennesimo locale che fa il kebabi, non c'è altro in giro e per 10 lire (3€) me ne daranno uno. Sto per uscire e il padrone inizia a parlare inglese, cerca il dialogo e ne sono contento. Rimarremmo a parlare per almeno un ora, si comincia a fare tardi, grazie per le tante parole ma devo rimettermi in pari. Devo, che parolone, voglio... Meglio dire così.
è mezzanotte e ci sono riuscito, quindi in diretta vi do la buonanotte, a domani! Anche se sono in fase di rientro non significa che l'avventura è finita, o almeno spero che non sia così, quindi vediamo il viaggio cosa ci riserva ancora...
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